Vincere al debutto sembra essere una prerogativa di casa Ducati: lo ha fatto nella Superbike con la leggendaria 916 guidata da Carl Fogarty, che si aggiudica il mondiale delle “derivate di serie” nel 1994; lo fa con la Super Sport in foto che nel 1972 trionfa nella 200 Miglia di Imola.
Davanti a 70.000 spettatori l‘inglese Paul Smart (a cui Ducati ha dedicato un modello nel 2005), nel giorno del suo ventinovesimo compleanno, batte il compagno di squadra Bruno Spaggiari in un emozionante testa a testa. L’ex venditore di barche a vela vince un premio di sette milioni di lire in contanti, cifra più che discreta, circa 65.000 euro di oggi, inoltre si porta a casa la moto del trionfo di Imola.
La moto deriva dalla GT/Sport con tanto di supporto del cavalletto centrale, ma con l’aggiunta delle testate desmodromiche dalla doppia accensione, nuovi carburatori Dellorto da 40 mm, diversi imbiellaggio e pistoni, il tutto per avere una potenza di 80 CV alla ruota. Di queste specialissime 750 Super Sport il reparto corse di Borgo Panigale ne allestisce ben dieci, due per ogni pilota della 200 Miglia (Smart, Spaggiari, Giuliano e Dunscombe) più un paio come riserva.
Smart racconta la delusione e la sorpresa del primo contatto con la bicilindrica bolognese sul circuito di Modena: “La moto sembrava lenta. È vero che il motore aveva tonnellate di coppia, ma il V di 90° dava uno scoppio a ogni lampione! Però, mi sono dovuto ricredere. Quando mi fermai ai box i meccanici mi dissero che avevo battuto il record di Agostini con la MV 500 tre cilindri”.