Se si considerano solamente i tempi di fine "giorno 2", è Rea ad essere il più veloce, ma guardando la classifica combinata dei tempi (che potete trovare in fondo a questo PDF, dove c'è anche quella del day2), l'uomo da battere sul giro secco resta Alex Lowes. I tempi sono ancora lontani da quelli della Superpole 2014, ma resta il fatto che è una Suzuki a terminare in testa al resoconto dei tempi degli ultimi test prima dell'inizio della stagione. Bisogna anche ricordare che, sempre nel 2014, Gara1 la vinse Laverty con la Gixxer, e la vittoria in Gara2 andò a Guintoli solo perché il pilota Suzuki ruppe il motore. É risaputo che Phillip Island è un tracciato particolare, dove le differenze tra moto (e potenze) si assottigliano e il pilota diventa più importante del mezzo, eppure con i nuovi regolamenti forse anche Suzuki sarà della partita.
Dietro Lowes, nei due giorni, si alternano Kawasaki ed Aprilia, infatti Rea si posiziona davanti a Torres seguito da Sykes e Haslam, con il distacco tra il primo e l'ultimo della Top 5 sotto i tre decimi. A breve distanza (+0"437) troviamo Chaz Davies, che sarà punta unica della formazione Ducati Aruba.it visto che Giugliano non correrà il primo round della SBK. Per il romano una frattura alle vertebre L1 e L2 rende impossibile la partecipazione alle prime 4 gare di campionato e si sta già lavorando per trovare un sostituto, che al 99% sarà Michele Pirro. Per Davide non si è reso necessario alcun intervento chirurgico, ma il pilota dovrà stare per tre mesi a regime di riposo assoluto. Se tutto andrà bene, rientrerà a Imola. Situazione complicata - ma fortunatamente non così tanto - anche per il pilota Suzuki Randy De Puniet che, a seguito di un high side, si ritrova con la schiena gonfia. Ma niente di rotto, per Phillip Island potrebbe esserci. Vanno a chiudere la Top 10 nella classifica combinata Salom, Terol, Van Der Mark e proprio Giugliano, con il tempo fatto segnare prima della caduta. Da segnalare in undicesima piazza Niccolò Canepa, che riduce a poco più di un secondo il distacco dai primi con una EBR su cui - ammettiamolo - ben pochi avrebbero puntato. Considerando che l'anno scorso le superbike americane soffrivano almeno due secondi e mezzo di distacco al giro, bisogna dire che la Casa di Erik Buell sta lavorando davvero sodo. Stesso discorso per Leon Camier su MV Agusta (13° a +1"379) mentre resta deludente il risultato delle BMW, con Barrier 15° a quasi un secondo e mezzo dal tempo di Lowes.