La scelta di non legarsi esclusivamente ad una casa costruttrice, come per esempio WP con KTM, ha ripagato. Oggi Marzocchi conta 80 dipendenti, genera un fatturato di 34 milioni di euro all’anno e fornisce molti grandi produttori come Ducati, BMW, Triumph, Benelli, Moto Morini. Gli elevati standard qualitativi richiesti da molti clienti hanno obbligato Marzocchi a sviluppare delle procedure di validazione dei prodotti, portandola a creare un vero e proprio reparto di test interno. L’indipendenza di Marzocchi ha poi permesso di incontrare tante aziende e maturare esperienze diverse, cosa che ha consentito di sviluppare ulteriormente il reparto R&D. Qui, fra le altre cose, vengono realizzate le sospensioni semi-attive, attuate per mezzo di elettrovalvole capaci di modificare la risposta del sistema, con tempi di intervento pari a qualche millesimo di secondo.
Un ulteriore segnale di innovazione è rappresentato dagli ingenti investimenti destinati alle sospensioni attive, sulle quali si fonderà il business del futuro. Esse sono composte da uno smorzatore controllato da un sistema elettronico che decide, istante per istante, quanta energia dovrà dissipare o introdurre nel sistema. Idealmente si potrebbe realizzare un comportamento opposto a quello tradizionale: al posto di rallentare il moto ondulatorio della sospensione si riuscirebbe ad accentuarlo. A parte questo caso assurdo, un utilizzo più redditizio potrebbe essere quello di generare una forza costante, che comprima le molle e abbassi la moto quando si è fermi al semaforo, come accade per esempio con la nuova Harley-Davidson Pan America.