Dopo una serie di modelli intermedi come i bicilindrici K introdotti nel 1952, al pari di un nuovo motore col cambio in blocco a quattro rapporti a pedale e frizione a comando manuale dal manubrio, è finalmente il momento di mostrare la XL Sportster.
Già nel nome c’è il cambio di passo a favore di un modello più aggressivo, finalmente competitivo contro i bicilindrici inglesi di 650 cc. La sua cilindrata è di 883 cc (alesaggio di 76,2 mm e corsa di 96,8), la camera di scoppio ha le valvole in testa invece che laterali, la frizione è a secco e contenuta in uno spazio sigillato nel carter della trasmissione primaria a bagno d’olio. Testate e cilindri sono in ghisa mentre gran parte della concorrenza (e pure la Harley con il propulsore Panhead) ha questi particolari in lega leggera, almeno per le teste. Il nuovo bicilindrico ha una potenza di 40 CV a 5.500 giri/min, un rapporto di compressione di 7,5:1 e permette una velocità massima di 163 km/h.
Più che mostrarsi come una vera “sportiva”, la XL cerca però di attirare gli harleysti che desiderano le big twin che montano il motore Panhead di 74 cubic inch (ovvero 1.212 cc), ma non possono permettersele. Nel primo anno di vendite ne vengono consegnate 1.993 e il suo prezzo è di 1.103 dollari.
La Sportster piace per il motore ben più tonico e per la linea equilibrata, che riprende quella delle precedenti versioni KH, ma è maggiormente curata nei dettagli. Il faro è appoggiato a una lucida piastra, e per trovare posto nella meravigliosa nacelle, che ingloba pure il tachimetro-contachilometri e le spie di servizio, bisogna aspettare il 1959.
Il serbatoio è bicolore, i parafanghi leggeri nel design e nella protezione dagli schizzi d’acqua, e mostra un nuovo emblema del Marchio di Milwaukee. In più, per evitare di sbagliare modello, il carter di sinistra riporta di fusione il nome della moto.
La presentazione della moto è accompagnata da una campagna pubblicitaria tesa ad esaltarne il carattere sportivo. Così si usano una serie di slogan che mettono l'accento sulle prestazioni: “Moto sensazionale e adrenalinica”; “Possente nella meccanica, una vera muscle bike”; “Una guida da brivido”. Frasi a effetto che esaltano il nuovo prodotto di Milwaukee.
Si ricorre ai divi di Hollywood e pure a Elvis Presley: il Re del rock’n’roll si fa fotografare in sella a una fiammante Sportster bianca e rossa. Sull’onda del successo di vendita, si lavora a continui aggiornamenti tecnici (rapporto di compressione più elevato a 9:1, valvole di maggior diametro, nuovi assi a camme dal profilo più spinto) e si introducono modelli da competizione per il flat track e per le competizioni da rally nel deserto come la XLCH del 1959, caratterizzata da scarichi separati, accensione a magnete e il tipico serbatoio peanut (a nocciolina), che verrà poi usato sulle Sportster che arriveranno sino ai nostri giorni.