Se esistesse in ambito motociclistico un premio per la coerenza, il TMAX sarebbe certamente tra i candidati alla vittoria. Da più di vent'anni Yamaha lo aggiorna con interventi continui e accurati, alla stregua di un artigiano in fase di rifinitura: una fresatina qui, una lucidata là. Questo approccio esclude naturalmente novità strabilianti e, d'altra parte, evita la possibilità che un equilibrio dimostratosi vincente (350.000 sono i TMAX venduti a oggi nel mondo) possa vacillare. Quello di equilibrio, non a caso, è il concetto che meglio descrive questo mezzo che è dotato in ogni suo aspetto di gentilezza e consistenza. È equilibrato nelle prestazioni, il TMAX; lo è nel modo che ha di muoversi e in quello in cui affronta circostanze tra loro molto diverse, come possono essere un trasferimento autostradale e il tragitto cittadino di una mattina infrasettimanale. Agile, dotato di un ottimo raggio di sterzata e capace di grande dolcezza nella risposta al gas, si comporta bene nelle situazioni caotiche. Protettivo, veloce e tecnologico come mai (ora ha un display da 7" che funziona anche da navigatore) è insospettabilmente valido in viaggio. Brillante, sincero e a punto nella ciclistica piace tra le curve come pochissimi altri mezzi di animo utilitario.
Parcheggiamo or ora il modello 2022 che abbiamo provato a Valencia e dintorni, affrontando città, vie a scorrimento veloce e curve per un totale di circa 200 km. Come per ogni evoluzione provata, la prima, nitida sensazione è quella di trovarsi sul TMAX conosciuto. Salvo poi scoprire in molti dettagli un apprezzabile passo avanti. Il display è bello da vedere, ricco di informazioni e piacevolmente tecnologico. Il parabrezza rivisto nella forma protegge molto bene e produce in velocità una spinta minore e in assoluto accettabile sulla schiena di chi guida. Il manubrio invita il busto a protendersi un po' di più, a vantaggio della sensazione di padronanza. Come in passato interferisce con le ginocchia di chi raggiunge o supera la statura di 1,9 m nelle inversioni a U, quando si sfrutta per intero la sterzata. La novità probabilmente apprezzabile per prima è la maggior rapidità con la quale il TMAX asseconda gli input del pilota e deriva dall'adozione di cerchi più leggeri. Il maxiscooter veloce a scendere in piega e cambiare direzione che tutti conosciamo è diventato un maxiscooter ancora più veloce a fare tutto questo: in una misura magari non sorprendente ma di certo apprezzabile. Questo, insieme all'assetto marginalmente più sostenuto, si apprezza in particolare tra le curve, dove si può tenere un bel passo - e, soprattutto, divertirsi.
Verrebbe naturale pensare che sospensioni più sportive siano meno confortevoli. La verità è che la capacità di assorbimento delle asperità è molto buona. Per il resto si può dire oggi ciò che abbiamo detto fino a ieri. L'ingombro tra le gambe è tutt'altro che trascurabile e pertanto chi misura 1,7 m o meno ha più facilità a toccare terra con scooter classici, che non siano dotati di un telaio motociclistico che tanti vantaggi dà in termini di guida. Veri punti deboli - aspetti che non siano, insomma, semplicemente la faccia meno brillante di una medaglia in realtà preziosa- ce ne sono ben pochi. Peccato Yamaha non abbia dotato il display di un software compatibile con Android Auto e Apple Car Play. Ciò avrebbe permesso di utilizzare Google Maps. Invece, bisogna utilizzare una App di navigazione di Garmin che è a pagamento. Vorremmo poi un ABS più discreto negli interventi in particolare per quanto riguarda le pulsazioni alla leva, che sono, come accadeva con modulatori datati, belle intense.