Un bel tappone da Lorca a Granada, 340 km dei quali circa la metà in fuoristrada, per scoprire come si guida questa nuova enduro Yamaha. Da possessore di una T700 e avendo recentemente fatto la comparativa tra Ténéré 700 e Aprilia Tuareg 660, ho molto chiaro come si guida la sorellina di questa nuova World Raid. E bastano pochi metri per capire che siamo di fronte a una moto radicalmente nuova. Non si tratta di una versione della T700 con serbatoione, ma di una moto che è stata sviluppata con l’aiuto di Alessandro Botturi, per raggiungere un livello prestazionale decisamente superiore alla versione “base”. Tre parole su dove cambia: sospensioni con 20 mm in più di escursione e completamente regolabili, ammortizzatore di sterzo Ohlins regolabile, serbatoio doppio anteriore da 23 litri totali, plexiglas e deflettori maggiorati, sella più piatta (ma 15 mm più alta da terra, ora 890 mm) e strumentazione TFT da 5” a colori, dotata di connettività per smartphone. Andiamo a vedere come cambia la guida.
Iniziamo dal centro nevralgico di tutto questo progetto, che è doppio: forcella e bilanciamento. La prima è una KYB sempre da 43 mm ma con trattamento kashima e dotata anche della regolazione del precarico. Una meraviglia di forcella in assoluto, ma ancor di più se paragonata a quella, in verità piuttosto modesta, dalla Ténéré 700 base. Il secondo è il bilanciamento, che è stato azzeccato alla grande, ricorrendo ai due serbatoi molto sviluppati verso il basso. Partiamo da quest’ultimo punto: il baricentro e, di conseguenza, la sensazione di leggerezza della moto (circa una quindicina di kg più pesante rispetto alla base) è in parte influenzato dalla quantità di benzina presente. Si guida molto bene anche con i serbatoi pieni all’orlo, ma tutto cambia parecchio già pochi litri sotto questo livello. Se la base ha una distribuzione dei pesi al 48%-52% tra asse anteriore e posteriore, qui siamo al 50-50. Resta un avantreno che decolla volentieri e questo, nella guida fuoristrada è importante per superare in velocità avvallamenti od ostacoli.
La forcella e anche il monoammortizzatore (Kayaba, completamente regolabile), regalano una guida eccellente sia su strada sia fuori: meno beccheggi nella guida sportiveggiante stradale e un rigore assoluto sui veloci sterrati. C’è un’idraulica di base piuttosto controllata, non troppo libera e questo può portare a qualche sbacchettata di sterzo, prendendo delle pietre in velocità. In questo è molto apprezzabile il lavoro dell’ammortizzatore di sterzo Ohlins regolabile, che rende anche i tratti veloci ben gestibili.
La posizione di guida è ottima sia da seduti sia da in piedi e le nuove pedane, molto ampie, offrono un appoggio comodo e sicuro. Il motore è quello che conosciamo bene, il CP2 di 689 cc capace di erogare 74 CV di potenza massima. Se sulla Ténéré 700 di base piace un po’ in tutti i frangenti, su questa World Raid si vorrebbe qualcosa di più in termini di spinta a partire dai medi regimi: è la ciclistica, molto più performante, a far venire voglia di più cavalleria. Anche perché il mono e i nuovi leveraggi del link posteriore offrono molto supporto e reazioni sempre prevedibili e sincere. È la classica moto che trasmette feeling e perdona anche qualche errore. In generale si apprezza l’ottimo bilanciamento e la buona agilità, nonostante il maggior peso. Con i serbatoi pieni i cambi di direzione sono più lenti, si avverte un po’ il peso in alto, mentre al calare del carburante l’agilità non è molto diversa da quella, ottima, della sorella base. Resta una sella a 890 mm da terra, che nelle manovre può creare qualche imbarazzo per i meno alti.
Buono il cambio e molto modulabile la frizione, mentre il freno anteriore ha aspetti positivi e altri meno. Grande modulabilità per gestire la frenata anche sul viscido e la nuova possibilità di disattivare l’ABS solo sulla ruota dietro, oltre a escluderlo totalmente (unica opzione per la T700 base). Per disattivare l’ABS, però, occorre entrare nel menu della strumentazione, pochi click in verità, ma con una rotella di gestione davvero poco pratica. Il funzionamento dell’ABS è solo discreto: se si spreme la leva gradualmente fino a farlo intervenire funziona bene e non risulta invasivo, mentre premendo di colpo la leva, il classico panic stop da ostacolo improvviso, entra immediatamente e con una frequenza elevata, no consentendo di fatto ottime decelerazioni. Il grip offerto dalle Pirelli Scorpion Rally STR di primo equipaggiamento, nelle classiche misure 90/90-21” e 150/70-18” (purtroppo anche sulla World Raid non tubeless), è molto valido su strada e buono anche nel fuoristrada su fondo asciutto.
In definitiva un grande salto in avanti rispetto alla T700 base, sul piano delle attitudini da globetrotter, ma anche e soprattutto delle performance della ciclistica, davvero di un altro livello.