Il secondo anello si snoda a sud del capoluogo e merita di essere percorso in almeno due giorni, prevedendo il tempo necessario per fermarsi in montagna, nel caso foste degli amanti delle passeggiate, del campeggio, della natura o dei bike-park.
La prima sosta è la cittadina di Ząbkowice Śląskie, nota anche come Frankenstein, il suo primo nome risalente alla sua fondazione nel medioevo. Qui, oltre a una torre molto storta che svetta in una viuzza del centro storico, va visitato il Castello dei Duchi, semi diroccato, in parte restaurato. Non esiste nulla di documentato, ma si dice che ci siano molte corrispondenze con il racconto di Mary Shelley e che lei stessa abbia soggiornato qui durante la composizione del romanzo "Frankenstein". Che ci crediate o no a queste attinenze, vi suggeriamo di risalire in sella e di gridare "Frau Blucher!" per vedere se i cavalli delle vostre moto scalpitano nominando quel nome come nel mitico film tratto dal romanzo, per poi ripartire verso altri tre castelli, tutti caratteristici e diversi tra loro.
Il primo è il palazzo di Marianne Orange-Nassau, regina dei Paesi Bassi, una delle signore più anticonformiste dell'800 europeo, che visitò nel 1838 per la prima volta Kamenząbkowice, ereditata da sua madre, decidendo di costruirvi una residenza estiva circondata da un parco di 200 ettari. Nel 1945 i discendenti della famiglia scapparono all'avvicinarsi dell’Armata Rossa, che devastò completamente l'edificio, gli arredi e le opere d'arte. Il suo recupero è iniziato solo da pochi anni e prosegue grazie al supporto di diverse fondazioni e donazioni, che hanno permesso oggi fosse in gran parte visitabile.
Il secondo è il forte prussiano settecentesco di Srebrna Góra, che ha un bel percorso di visita e un museo. La strada per arrivare qui si fa interessante, perché iniziano le prime montagne: la strada 385 regala curve, tornanti e panorami suggestivi. A pochi chilometri a nord della nostra strada c'è il parco paesaggistico dei Monti del Gufo (Góry Sowie in polacco), noti per ospitare uno dei luoghi più agghiaccianti della Seconda Guerra Mondiale, parte del progetto chiamato Projekt Riese, iniziato tra il 1943 e 1945, mai concluso. L'idea era di costruire una rete di sette strutture sotterranee con uno sviluppo di diversi chilometri fino al castello di Książ, allora territorio tedesco, ora invece polacco e parte del nostro itinerario. Il progetto di questa città ipogea non è del tutto noto, perché ogni documento fu accuratamente distrutto, ma gli studi portano a pensare che dovesse diventare un quartier generale e un bunker bellico, in aggiunta a una rete di fabbriche nascoste per produzione di materiale bellico. A parole è impossibile raccontare le dimensioni di questo luogo, per questo è molto interessante visitarlo con una guida del Museo di Osòwka, a Sierpnice, capace di spiegare infiniti dettagli e aneddoti di questa fetta di storia ancora oscura (per prenotare la visita scegliendo tra i vari tour disponibili consultate la pagina https://www.osowka.pl).
Osservando le rocce, i numerosi corsi d'acqua, la varietà dei terreni e della vegetazione si capisce facilmente che questa terra ha una geologia particolare. Grotte, miniere, formazioni rocciose incredibili sono ovunque, in un numero tale che spesso non sono segnalate e rimangono difficili da scovare. È una caccia al tesoro da affrontare con il GPS a portata di mano, grazie al quale raggiungiamo "Zloty Stok", letteralmente "Miniera d'oro". Un sito molto ben fatto e accessibile con la guida usando un trenino, per poi iniziare un tour a piedi in varie gallerie. Anche qui è meglio prenotare, coprirsi bene e credere fermamente di trovare ancora qualche pagliuzza sbrilluccicante da investire per comprare magari una Honda NT1100 DTC come quella da noi usata in questo viaggio.
Montagne o tavoli?
Ci troviamo a meno di un chilometro dal confine ceco, basterebbe girare la moto in direzione sud e si passerebbe una delle frontiere minori per sbucare nella regione di Olomouc. Noi questa volta proseguiamo verso ovest, per tuffarci sulle strade più belle della regione, che anche se brevi rimangono memorabili. Fari accesi e visierino parasole alzato sono l'ABC per attraversare queste foreste, spesso talmente fitte da vedere la luce dei fari sull’asfalto.
La strada 392 porta al Czana Gora Resort, un complesso sciistico e bike park recentemente ampliato e rinnovato, che offre tante attività sportive durante tutto l’anno a una quota tra i 900 e i 1.200 metri. Da qui si prosegue sempre sulla stessa provinciale di montagna scendendo un poco di quota, per poi iniziare la lenta e divertentissima strada 389 in direzione nord, guidando con il sorriso in un paesaggio che sembra un incrocio tra la Finlandia e la Valsusa e fermandovi solo per raccogliere i mirtilli nella pineta incantata. In un batter d'occhio (troppo breve!) entrerete nel Parco Nazionale dei Monti a Tavola (Gòry Stołowe), che in una ridotta manciata di ettari stupisce per le conformazioni incredibili di roccia. Per vedere in poco tempo i must di questo posto occorre entrare con l'apposito biglietto, accettare che ci sia una marea di gente, e camminare mezzoretta lungo il tracciato detto "delle rocce erranti", con passaggi stretti tra rupi (che a volte assumono la forma di animali, persone o cose) e affacci a strapiombo sul paesaggio circostante. Se avete tempo, fermatevi qui almeno un giorno affittando uno chalet o dormendo in un camping e concedetevi una bella camminata sui sentieri ben segnati del parco. Se, al contrario, siete di fretta, proseguite fino al paesino di Karłòw e fermatevi nel parcheggio vicino al ristorante Szczeliniec: vedrete davanti a voi una montagna molto strana, con tante persone in cima che brulicano come formiche. La strada più bella è un classicone per la gente della zona, ma si rivela una grande sorpresa per noi che la percorriamo per la prima volta per attraversare il Parco Nazionale delle Montagne a Tavola.
Il quarto e ultimo castello è quello di Książ, il più sontuoso, dalle sembianze da film Disney. Completamente restaurato sia all'esterno che all'interno, circondato da splendidi giardini, è da consigliare agli appassionati di dimore reali e di arredi barocchi. Costruito nel tredicesimo secolo, venne poi ripetutamente distrutto, ricostruito e ampliato, fino ad essere occupato dai tedeschi e incluso nel progetto Reise, di cui abbiamo scritto prima.
L'ultima sosta è un po' difficile da scovare, ma merita la deviazione perché unica nel suo genere. Stiamo parlando della Chiesa della Pace di Świdnica, il più grande tempio barocco in legno d’Europa, la cui costruzione risale al diciassettesimo secolo e dal 2001 è parte del Patrimonio UNESCO. Visitate anche l’'rea circostante, chiedete se è previsto qualche concerto d'organo, e poi tornate verso la moto passeggiando tra le lapidi storte un po' coperte di muschio dell'antico cimitero.