Sport Heritage è il nome della gamma di Yamaha che al suo interno racchiude modelli dal fascino rétro che sotto l’aspetto di moto di altri tempi nascondono tecnologie moderne. Capostipite della famiglia è la XSR900, realizzata sulla base della MT-09, e a lei è affiancata la XSR700, che nasce dalla MT-07. Ed ecco che ora, seguendo la stessa filosofia, Yamaha allarga la platea dei potenziali clienti di questo di genere di moto anche ai sedicenni, con la nuova XSR125. Ad un primo sguardo, infatti, è il look sinuoso e tondeggiante ad attrarre e a renderla facilmente riconoscibile come una pedina della gamma Sport Heritage. Per realizzarla, in Yamaha sono partiti dalla base tecnica della MT-125, con cui la XSR125 condivide motore e telaio. Ciò che cambia sono invece le sospensioni, i freni, gli pneumatici e il telaietto posteriore, qui più orizzontale. Leggermente più alta e più arretrata la sella, che rispetto alla naked si trova 5 mm più in su (815 mm) e 30 mm più indietro. Nonostante ciò, una volta in sella, per via anche dei fianchi stretti, chiunque tocca a terra senza problemi e, grazie ai 140 kg di peso della moto (in o.d.m., 2 kg in meno della MT), fare manovra da fermi è un gioco da ragazzi.
Anche la posizione di guida cambia, a favore del comfort, qui si viaggia con busto rialzato (il manubrio è posto più in alto ed è 15 mm più largo di quello della MT) e braccia in posizione rilassata. È una posizione che non stanca nemmeno dopo ore in sella, complice anche la seduta morbida che offre anche tanto spazio per muoversi con il sedere, così piloti di tutte le taglie possono trovare la loro posizione ideale. Solo chi è alto più di 180 cm desidererebbe magari delle pedane un po’ più distaccate dalla sella, in modo da avere le gambe leggermente più distese. Ciò che emerge dalla guida è una ciclistica improntata più sul comfort che sulla sportività. Forcella e monoammortizzatore, che non sono regolabili, assorbono bene buche, pavé e avvallamenti stradali rendendo la guida rilassante. Solo il mono ha una risposta un po' troppo secca sulle buche più profonde. Quando però si alza un po’ il ritmo e si chiede qualcosa di più alla moto in termini di sportività... si torna a desiderare la forcella da 41 mm della MT-125. Quella della XSR125 è, infatti, da 37 mm e, se va benissimo ad andature cittadine, affonda un po' troppo velocemente nella guida sportiva. Un discorso simile potremmo farlo per i freni: al posto del disco anteriore da 292 mm della MT sulla XSR troviamo un disco da 267 mm, non proprio brillante nell'azione. Per avere una buona frenata bisogna, infatti, premere con forza la pompa anteriore. Buona e ben modulabile, invece, la frenata al posteriore. E qui ci chiediamo, perché non utilizzare i componenti già collaudati della MT anche sulla XSR? Probabilmente per una questione di costi.
Per quanto riguarda le gomme, le IRC Trail Winner D211, hanno un intaglio rétro e un profilo arrotondato. Anche per questo i cambi di direzione e l’impostazione di curva sono rapidi, ma non fulminei; la moto è agile, ma non nervosa. L'ampio manubrio incoraggia ad uno stile di guida aggressivo. Il motore, il monocilindrico di Yamaha è fin troppo educato per quanto riguarda il sound, si sente quasi di più il rumore della meccanica che quello dello scarico. È fluido fin dai bassi, e l’entrata in funzione del VVA (a 7.400 giri/min.) non si avverte nemmeno. Lo spunto in partenza è brioso, ma il massimo di quello che il propulsore può offrire arriva dopo i 6.000 giri e viene mantenuto fino al limitatore (posto poco sopra gli 11.000 giri/min). A ciò è abbinato un cambio preciso e veloce quando si viaggia in città, il passaggio alla marcia successiva, invece, è leggermente più contrastato quando il cambio marcia avviene ad alti regimi. Concludendo possiamo dire che la nuova XSR125 è la compagna ideale per muoversi agilmente, e con stile, in città, ma non chiedetele di trasformarsi in una nuda sportiva, quello non è il suo compito.
Troverete il test completo della nuova Yamaha XSR125 2021 sul numero di Motociclismo di luglio.