Che dire della nuova Shotgun 650? Iniziamo subito con il dirvi che è una moto che coniuga stile (minimale senza essere povera, adatta alle personalizzazioni), prestazioni sufficienti a divertire e una grande facilità d’uso ad un prezzo abordabilissimo.
La qualità costruttiva è buona. L’accoppiamento dei vari materiali è perfetto, le verniciature ben fatte e i dettagli ben curati come, ad esempio, le cuciture a vista sulla sella e i numerosi componenti in alluminio. Tutto ciò fa sembrare la Shotgun una moto più grande rispetto ai suoi “soli” 650 cc, che i segmenti di mercato piazzano tra le entry level. E questa bella sensazione l’avvertiamo anche quando ci mettiamo in sella: subito sembra essere seduti su una custom più massiccia, muscolosa, rispetto alla suo cilindrata, con il manubrio bello largo e le manopole “cicciotte” da impugnare. La scheda tecnica dichiara 240 kg in ordine di marcia: non sono pochi, è vero. Il peso si avverte da fermi e la moto da spostare in manovra non è leggerissima. Il baricentro basso e la sella vicina al suolo (82 cm da terra), però, danno una bella mano in questo frangente.
La frizione non è morbidissima da usare, ma una volta innestata la prima la Shotgun 650 sembra perdere per strada un bel po’ dei suoi chili in eccesso e si lascia condurre senza problemi. La sensazione di controllo è tanta. È snella e compatta, non solo esteticamente, anche alla guida. Non è paragonabile a uno scooter per agilità, ma se la cava piuttosto bene anche in città, questo perché, nonostante la silhouette da custom fatta e finita, metro alla mano l’interasse si ferma a 1.465 mm e il pro filo dello pneumatico anteriore (/90, montato su una ruota da 18”) aiuta a ottimizzare la maneggevolezza. Il baricentro tutto sommato basso e l’ottima geometria di sterzo fanno il resto, restituendo una buona propensione anche al commuting urbano. In sella ci si ritrova a viaggiare con il busto leggermente proteso in avanti, le braccia tese e le gambe piegate quasi a 90°. La sella è avvolgente, ma alla lunga risulta dura, e per uno alto quasi un metro e novanta, come chi scrive, la posizione di guida è troppo raccolta, ma d’altra parte è una caratteristica tipica delle moto custom.
La ciclistica è sana e lo si intuisce immediatamente: più stabile che agile, gratifica con una guida rotonda e neutra. Solo nelle svolte a bassa velocità la moto dà l’impressione di “cadere” all’interno della curva nella prima fase di piega, ma con l’aumentare della velocità questo effetto sparisce, con la Shotgun che risponde con una guida “ovattata”, mai nervosa, e che sui rettilinei corre dritta come su un binario. Le sospensioni ci sono sembrate un buon compromesso tra il comfort e la sportività. Adeguata alle prestazioni e all’indirizzo d’uso di questa custom la frenata: all'anteriore è dolce, morbida nell’attacco e ben modulabile. Per avere una decelerazione potente, però, bisogna strizzare a dovere la leva anteriore. Ben più decisa la risposta del freno posteriore, con prestazioni sopra alla media della categoria. Il tutto assistito da un impianto ABS che lavora a puntino e fa avvertire la propria presenza solo nei casi più estremi.
Il motore avevamo già avuto modo di apprezzarlo sulle sorelle, e qui ne abbiamo avuto la piacevole conferma. Non aspettatevi iniezioni di adrenalina, è ovvio ha pur sempre 47 CV dichiarati: è brioso, ma senza eccessi, e anche docile e brillante a ogni accelerata. Ai bassi regimi sembra di avere a che fare con un monocilindrico piuttosto vivo, questo grazie alla corsa corta e ai suoi perni di biella a 270°. Ha un’ottima risposta al comando del gas ed è privo di “buchi” e di fastidiosi on/off. Fin dai bassi si può spalancare il gas senza “singhiozzi”, con il propulsore che restituisce suoni molto piacevoli di scarico e aspirazione e una spinta progressiva, mai brusca. Il suo punto forte è l’erogazione: la potenza è elargita in maniera lineare e sufficientemente elastica. È una spinta incapace di mettere in crisi la ciclistica, ma adeguata a strappare qualche soddisfazione. Ha un bel vigore ai medi e smorza il suo allungo solo poco prima dell’intervento del limitatore. Perfetto il cambio, preciso e poco contrastato negli innesti. Insomma, è un motore “bello”, facile da usare, che mette subito a proprio agio e, anche se non è un mostro di potenza, ha potenza e coppia a sufficienza per farvi girare il mondo con il sorriso sulla faccia, contando anche che le vibrazioni sono del tutto assenti e di calore in eccesso non se ne parla nemmeno.
Vero che la sella è un po’ dura, che le pedane grattano quando si piega un po’ più del dovuto, che la parola elettronica qui è sconosciuta… ma la Shotgun 650 è bella anche per questo. In un mondo fatto di moto supersofisticate, ipertecnologiche, da millemila CV, senza difetti, lei si fa apprezzare proprio per questo. È una moto senza fronzoli, come le moto di un tempo, alla quale salire in sella senza meta, senza ambizioni di prestazioni esagerate, con la sola voglia di guidare, coccolati dal vento sul viso.