Una cosa che proprio non mi piaceva della prima Icon era la sella: stretta-stretta davanti e un po’ scivolosa. Ad ogni frenata mi trovavo seduto sul serbatoio. Adesso no: il rivestimento ha più grip e la seduta, di pochissimo più alta rispetto a prima, la trovo perfetta. Distante il giusto dalle pedane senza allontanarsi troppo da terra, per far poggiare facilmente entrambi i piedi a tutti. Puntiglio da azzeccagarbugli: se le pedane avessero un rivestimento in gomma (magari removibile, come sulla Desert Sled) lo apprezzerei molto, perché così le trovo un po’ scivolose. Ok, direte voi, ma quale va meglio, delle tre? Per noi vince la Icon, perché delle tre è la più equilibrata, la più duttile e la più... iconica. La Café Racer esalta nel misto, ma in città stanca presto e il comfort non è il top, con quei mezzi manubri. Anche se, bisogna ammettere, persino gli spilungoni trovano un'ergonomia azzeccata. Peccato però per la sella, davvero troppo scivolosa. La Desert Sled promette avventura dove l’asfalto finisce, con le sospensioni di ampia escursione. Provata in offroad (sterrati, non certo mulattiere!) ricorda le belle endurone monocilindriche anni Ottanta, ma con un bel po' di grinta in più. Però così alta da terra è un limite per i piloti meno dotati in statura e nei cambi di direzione non è un fulmine come le sorelle. Anche in accelerazione soffre i trasferimenti di carico e, a meno che non vogliate esibirvi in lunghe e facili impennate, perde terreno dalle sorelle. E a voi, quale piace di più? Perché – siamo sinceri – alla fin fine una moto che va bene in ogni sua configurazione la si sceglie prima di tutto per l'estetica, no?