Lo dicono le statistiche, ma è sotto gli occhi di tutti: l’asticella si è alzata, il livello dei piloti (specialmente nel
Mondiale Motocross) è molto più alto rispetto agli anni precedenti. Colpa della “bufera Villopoto” o meno, tanti top rider si sono infortunati quest’anno perché hanno raggiunto – e superato – il limite. In America lo spettacolo non è mancato e Dungey ha dato prova di essere un pilota sì costante, ma anche incisivo e determinato quando serve. Con tutta probabilità anche il Motocross delle Nazioni 2015 sarà caratterizzato da un altissimo livello (nonstante l’assenza di alcuni dei piloti più forti al mondo come Cairoli, Dungey stesso, Roczen e così via). Negli anni il Nazioni ci ha insegnato a non fare previsioni, calcoli e sbilanciarsi troppo su dati e statistiche: va bene, la Francia, sulla carta, è imbattibile. Ma un piccolo contatto in partenza tra un pilota francese e uno americano potrebbe rivelarsi determinante per la vittoria di una terza nazione. Il Motocross è così: tutto deve filare liscio come l’olio, ogni minimo imprevisto potrebbe rivelarsi fatale per il risultato finale.
Per questo motivo le 5-10 nazioni favorite per la top 5/top 10 possono ambire alla vittoria. Le probabilità di una vittoria finale targata USA sono abbastanza elevate, dal momento che Justin Barcia correrà in MXGP e farà da capitano a Jeremy Martin (che esordì lo scorso anno nel MXoN con uno spettacolare crash nelle prove) e Cooper Webb (che ha ottenuto prestazioni eccellenti nel GP degli Stati Uniti in sella, ufficialmente per la prima volta, al 450). Un Team USA tutto in
Yamaha dunque. Attenzione anche al Belgio, 2° assoluto lo scorso anno. Per il 2015 il Team belga è composto da Jeremy Van Horebeek in MXGP, Julien Lieber in MX2 e Ken de Dycker nella Open. Sfortunatamente il Team Manager Joel Smets non ha potuto fare affidamento sui piloti ufficiali
Suzuki Clement Desalle e Kevin Strijbos, entrambi indisponibili per infortunio, altrimenti ne avremmo viste delle belle! È stato così chiamato all’ultimo minuto de Dycker, ma il pilota
KTM non è in forma a causa di molti infortuni nel corso dell’anno. Un altro Team da tenere d’occhio è senza dubbio la Gran Bretagna. I tifosi britannici sono rimasti con il fiato sospeso all’ultimo GP stagionale quando Shaun Simpson è caduto alla prima curva in un contatto con altri piloti. All’inizio non riusciva a camminare e ad appoggiare il piede per terra, ma poi ha postato una foto sui social di un ematoma sulla schiena e ha confermato la sua presenza per il MXoN 2015. Spettacolo e pubblico ringraziano, dato che Simpson è stato uno dei maggiori protagonisti dell’ultima parte di Campionato.
Correrà “in trio” con Max Anstie (MX2) e Dean Wilson (Open). Il primo è quasi riuscito a riacciuffare in Campionato Gajser e Jonass vincendo 7 delle ultime 10 manche del Mondiale MX2, il secondo ha terminato al 4° posto a Glen Helen in MXGP. Buona parte del risultato dipenderà dalle prestazioni di Simpson. Per quanto riguarda i tedeschi, Ken Roczen non correrà in quanto si è appena sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena, lasciando spazio a Max Nagl, Dennis Ullrich e al giovane Henry Jacobi. L'Australia punterà tutto su Todd Waters e Dean Ferris. Per quanto riguarda il loro pilota MX2, sarebbe dovuto essere Jay Wilson, ma è caduto in allenamento pochi giorni fa e la sostituzione deve ancora essere annunciata. Fino a poco tempo fa la Svizzera sembrava essere tra le nazioni favorite con Jeremy Seewer, Valentin Guillod e Arnaud Tonus. Purtroppo quest’ultimo non ci sarà a causa di un affaticamento. Al suo posto, nella Open, correrà Andy Baumgartner. E arriviamo, infine, all’Italia. Quest’anno ci presentiamo con le tre giovani promesse più nitide del panorama nazionale: Ivo Monticelli in MXGP, Michele Cervellin in MX2 e Samuele Bernardini nella Open. Una scelta coraggiosa quella di puntare sui giovani, ma che può rivelarsi azzeccata qualora questi tre azzurri dovessero ottenere prestazioni soddisfacenti sia singolarmente sia di gruppo.