Chiude i battenti il Mondiale Motocross 2015. E lo fa con uno spettacolo immenso, sulle colline americane dell’affascinante tracciato di Glen Helen. Termina, questo lunghissimo Mondiale, con l’ennesima vittoria di Romain Febvre (Yamaha Racing), capace di dimostrare al mondo intero, americani compresi, che il titolo iridato conquistato nel 2015 è meritato al 100% e non è arrivato solamente grazie agli infortuni dei diretti avversari. Tante le sorprese di questo GP, a partire dal rientro di Tony Cairoli (Red Bull KTM). Lo stesso Tony ha dichiarato, in settimana, di essere al 50% della forma e i risultati in pista lo dimostrano. Finché il braccio ha retto l’immenso sforzo richiesto per guidare un 450 su un circuito come Glen Helen tutto è andato bene. Cairoli si è trovato addirittura in prima posizione ed è stato in grado di far registrare tempi record. Ma poi ha dovuto cedere e lasciare strada libera ai fortissimi americani (Tony chiude 13° assoluto in virtù del 5° posto in Gara1 e del ritiro in Gara2). Già, c’erano anche loro, in veste di wild card. Possiamo dividerli generalmente in due grandi categorie: quelli che hanno stupito tutti con ottime performance e quelli che hanno deluso, guidando al di sotto delle aspettative. Nella prima categoria rientrano, senza ombra di dubbio, Josh Grant (Monster Energy Kawasaki) e Cooper Webb (Star Racing Yamaha). Il primo è il vincitore di Gara2 dopo un’avvincente battaglia con il Campione del Mondo in carica, mentre il secondo, all’esordio sulla 450, ha dimostrato di avere grande talento. Entrambi sono saliti sul podio insieme, ovviamente, allo strepitoso Febvre, grintoso fino all’ultima curva dell’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio stagionale. Deludono invece Marvin Musquin (Red Bull KTM), Jason Anderson (Rockstar Energy Husqvarna) e Davi Millsaps (KTM BTO Motorsport). Ci si aspettava qualcosa di più da Dean Wilson (Red Bull KTM), che agguanta sì il 4° posto finale di giornata ma senza essere mai entrato nel vivo della corsa. Alcuni dei piloti sopracitati non sono originari degli Stati Uniti, ma sono rider che corrono AMA Supercross e AMA Pro Motocross e vivono negli States. Tutto finisce bene dunque: Febvre afferma per l’ennesima volta la sua supremazia, Cairoli dimostra che quando il fisico glielo permette non ce n’è per nessuno, gli americani festeggiano sul podio, Tyla Rattray (Monster Energy Kawasaki) viene circondato e abbracciato da tutti a fine gara per il suo ritiro dalle corse e Tim Gajser (Honda Gariboldi) conquista il suo 1° titolo iridato in MX2.