In questo periodo complicato da una pandemia che viaggia a ondate, da una guerra che pare prospettarsi molto lunga e dal conseguente ritorno dell’inflazione, stiamo assistendo, quantomeno, a un fenomeno positivo per l’industria europea: la deglobalizzazione.
Le Case moto stanno infatti orientando parte dei propri acquisti di componenti verso fornitori europei. Le tariffe dei container sono schizzate alle stelle. I frequenti lockdown nei porti cinesi, figli della strategia “zero covid” dello Stato, ritardano la filiera di produzione e spedizione dei semilavorati, tanto che il Pil di Pechino nel secondo trimestre di quest’anno ha registrato la seconda peggiore performance degli ultimi 30 anni, con un misero +0,4% (la peggiore riporta al 2020 della pandemia più aggressiva).
La guerra tra Russia e Ucraina ha fatto crescere i costi dell’energia e dei trasporti, rendendo ancor più antieconomica la strategia d’emergenza: il trasporto aereo, scelto in alcune occasioni, per esempio, da Fantic, per far arrivare alcune forniture necessarie per completare la produzione.
Un altro fattore per cui l’industria cinese – o meglio, asiatica – risponde sempre meno alle esigenze dei costruttori europei, è la mancanza di elasticità. La produzione orientale in grande scala è lenta ad avviarsi e troppo rigida rispetto alle necessità odierne della nostra industria. A volte servono quantitativi relativamente piccoli in tempi rapidi, che i colossi cinesi faticano a fornire nei tempi previsti.
Negli ultimi mesi è emerso un ulteriore trend che aggrava la situazione: il calo dell’euro rispetto al dollaro. Visto che il commercio internazionale si svolge ancora in buona parte in questa valuta, va da sé che i costi si impennano a meno di non rivolgersi all’interno del mercato dell’Unione Europea. Almeno in parte, perché il rincaro del dollaro si riflette anche sugli acquisti di fonti energetiche, che a loro volta spingono in su l’inflazione.
Un aiuto all’industria, per fortuna, arriva dai governi e dalla UE, che, almeno per quanto riguarda l’elettronica, hanno riversato miliardi di euro per limitare la dipendenza da Cina e Taiwan (questo in prospettiva per timore di ulteriori sconquassi sullo scenario internazionale).