Mariano Roman, ex direttore tecnico di Aprilia e Moto
Guzzi. Ha iniziato in
Laverda e ha scritto alcune delle più belle pagine del motociclismo italiano: perché rimettersi in gioco a
sessant’anni investendo risorse personali su
Fantic? Chi conosce il Veneto e i suoi imprenditori riconosce tutta l’autenticità della risposta nelle parole di Mariano: “
Voglio contribuire finché ne ho la forza allo sviluppo del mio territorio per lasciare alle generazioni future dei sogni da coltivare”.
Quant’è fiero dell’italianità di Fantic?
“Tantissimo. Fantic è una società di capitale italiano, fatta da imprenditori italiani e resterà sempre in Italia. Abbiamo avuto offerte anche da aziende cinesi, ma le abbiamo tutte cancellate perché lo spirito di Venetwork, la società a cui fanno capo i soci di Fantic, è nata proprio per sviluppare l’economia del territorio. Abbiamo 24 soci tra cui anche nomi importanti come Luca Marzotto, che è il socio di riferimento, oltre ad Alberto Baban, che è stato vicepresidente di Confindustria e Presidente nazionale di Piccola Industria, e Tiziano Busin, Presidente di Zerma e di Fantic”.
Anche lo sviluppo del prodotto viene curato internamente?
“Certo. Abbiamo una ventina di ingegneri al nostro interno: per un’azienda piccola come la nostra si tratta di un investimento molto importante. Guardiamo al futuro attraverso lo straordinario know-how italiano. Vogliamo anche creare una scuola di ingegneria in Fantic. Possiamo farlo perché da noi c’è gente validissima come Gaetano Cocco (ex Aprilia MotoGP, ndr) e un maestro dei collaudatori del calibro di Caio Pellizzon (sì, un vero maestro, ndr)”.
I risultati sembrano già darvi ragione…
“Quando siamo partiti nel 2014 con questa straordinaria avventura la società fatturava un po' meno di 1 milione di euro. Il primo anno abbiamo portato i ricavi a 5 milioni, il secondo a 10, il terzo a 15, nel 2018 abbiamo chiuso a 27 e per questo anno prevediamo un fatturato superiore a 40 milioni. L’obiettivo entro il 2022 è di arrivare oltre i 100 milioni”.
Non basta l’italianità per crescere così velocemente: qual è la ricetta?
“Abbiamo sviluppato sin dall’inizio la gamma off road, imprescindibile rispetto a un Marchio come Fantic, partendo da 50 e 125 cc per poi estenderla al 250. Poi ci siamo concentrati nella conversione dei motori a Euro 4 e sul brand Caballero, oggi in commercio in versione 125, 250 e 500 sia per il flat track sia in versione Scrambler e Rally. Tutto questo senza dimenticarci l’elettrico”.
In fatto di mobilità green, Fantic è concentrata solo sull’E-bike?
"Lavoriamo su due fronti della nuova mobilità. Il primo è la bici a pedalata assistita. Siamo partiti con lo sviluppo 3 anni fa della prima fat bike, poi abbiamo esteso la gamma con le hardtail in due configurazioni, la XF2 e la XF3, poi siamo passati alla XF1 full sospended; abbiamo sviluppato una nostra batteria per farla molto compatta e collocarla il più vicino possibile al baricentro, in modo da restituire una maggiore guidabilità. Siamo la Ferrari delle bici elettriche. Le vendite stanno andando molto bene, quest’anno è previsto il raddoppio del fatturato".