La prima fase è stata quella meno tecnica: un lungo viaggio che ci ha portato da Milano fino in Sicilia e ritorno. L’itinerario è stato studiato in modo che riproducesse l’uso abituale che si fa di una moto turistica: una buona dose di autostrada e tantissimo misto guidato combinato a strade statali. Per il tour abbiamo affidato le moto a cinque viaggiatori di diversa estrazione (tutti però di provenienza turistica) che si sono alternati in sella ogni 50 km, con la pioggia e sotto il sole, per "distribuire" in modo equo sulle gomme il loro peso e soprattutto il loro stile di guida. Al loro rientro, dopo che si sono innamorati delle doti da grande viaggiatrice della BMW R 1250 RT, abbiamo affidato loro le schede di valutazione. Senza però metterli a conoscenza delle risposte dei compagni di viaggio, cosa che avrebbe potuto influenzarli nel il giudizio. Subito dopo è partita la fase più tecnica della prova: 5 tester sono saliti in sella per percorrere altri 1.000 km verso il nord della Germania, alla volta del Contidrom, la pista di collaudo di Continental, dove si sono svolte le nostre prove. Come ben ricorderete, per la nostra comparativa pneumatici touring-maxienduro dello scorso anno i test erano stati effettuati alla pista prova Pirelli di Vizzola Ticino (NO). In futuro, per garantire l'alternanza che meritano prove di questo tipo, ripeteremo la fase “strumentale” andando, a turno, sulle piste di collaudo degli altri Marchi.
Abbiamo scelto di percorrere 7.000 km prima di effettuare le rilevazioni strumentali stimando che questa distanza potesse corrispondere a circa i 2/3 del ciclo di vita medio di una gomma. Le prove in pista sono state suddivise in due fasi: inizialmente abbiamo rilevato sul bagnato, a varie velocità, il comportamento dinamico, la trazione e gli spazi di arresto (questi ultimi anche sull’asciutto) con gli pneumatici usurati. Terminate le prove con gli pneumatici “vecchi” li abbiamo sostituiti con quelli nuovi e ripetuto i medesimi esercizi, in condizioni climatiche molto simili. Inoltre, per eliminare la variabile umana, e per avere dati i più omogenei possibili, per l’acquisizione dei dati ci siamo affidati a un unico tester “professionista”. L’ordine di entrata in pista è stato scelto in modo casuale e, ovviamente, il nostro tester era all’oscuro della gomma montata sulla moto in quel momento.