Anche Triumph non si è limitata ad allinearsi alla normativa Euro 5 e ha messo mano con decisione alla sua maxi classic, virando convintamente in direzione della sportività. Il nostro centro prove ha rilevato un generale miglioramento delle prestazioni, rispetto al modello precedente: la potenza massima alla ruota passa da 85,9 a 89,4 CV, la coppia massima alla ruota passa da 97,5 a 99 Nm e la velocità massima è cresciuta da 210 km/h a 217 km/h. Leggermente più elevato anche il regime massimo di rotazione, che passa da 7.600 giri/min a 7.750 giri/min. Importanti novità riguardano la ciclistica che vanta ora componenti quali una forcella Marzocchi a steli rovesciati, pinze Brembo monoblocco, cerchi in alluminio a 12 razze e sportivissimi pneumatici Metzeler Racetec RR.
Per chi, come noi, ama le moto classiche e senza fronzoli, è difficile rimanere insensibili di fronte a questa Triumph. Se dovessimo spiegare ad un alieno cos'è una motocicletta, forse la Speed Twin è la prima che gli mostreremmo. La linea è filante, iconica, senza tempo. La sagoma laterale della moto è quasi perfettamente sovrapponibile a qualunque altra gloriosa Triumph del passato remoto: il telaio doppia culla, il giro dei collettori, la forma del motore e la linea del compatto serbatoio sono componenti di un DNA che la casa di Hinckley è stata attentissima a non disperdere, e l'aggiunta dei particolari "racing" non inficia il risultato finale, anzi, lo esalta. E che dire delle finiture? Triumph ci ha abituato bene negli ultimi anni e la Speed Twin lo conferma: verniciature brillanti, cablaggi invisibili agli occhi, alluminio spazzolato per parafanghi, paratacco e per il meraviglioso tappo serbatoio stile Monza. Per trovare il pelo nell'uovo, ci aspettavamo fosse d'alluminio anche il supporto di raccordo dei due strumenti, ma si è rivelato in plastica.