Tra M 1000 R e S 1000 R la differenza in termini di potenza massima è enorme, eppure i valori di inclinazione del cannotto di sterzo, avancorsa e interasse sono identici. Com’è possibile?
“La posizione di guida è differente. Abbiamo modificato avanzamento e curvatura del manubrio per far sì che il pilota carichi di più l’avantreno. Soprattutto, abbiamo introdotto le ali che hanno un grande effetto sulla stabilità e sulla tendenza a impennare”.
Sappiamo che a velocità non elevate la forza generata dalle ali è limitata. Immaginiamo quindi che su strada, considerati i limiti, non siano così importanti.
“In realtà l’effetto si avverte anche al di sotto dei 130 km/h”.
Ipotizziamo che un acquirente voglia toglierle perché non gradisce il loro aspetto. È fattibile?
“Naturalmente si possono smontare ma noi raccomandiamo di non farlo perché il loro contributo alle qualità di guida è importante”.
E se, al contrario, il possessore di una S 1000 R le volesse montare?
“Noi non le produciamo come accessorio. So però che qualche costruttore aftermarket le ha a catalogo”.
La M 1000 R è, a grandi linee, una S 1000 R con motore della RR. Perché col precedente modello non avete fatto un’operazione analoga?
“Ci abbiamo provato e non siamo riusciti a renderla guidabile. All’epoca l’aerodinamica non veniva ancora applicata massivamente al mondo moto e i sistemi elettronici di supporto alla guida erano molto meno raffinati. I progressi fatti in questi due ambiti hanno reso possibile realizzare la M 1000 R”.