Dinamicamente parlando, la DSR/X ci ha colpito piacevolmente, perché ci si trova tra le mani una moto che si inserisce in curva, rallenta e passa da una piega all’altra con una naturalezza superiori a quelle che ci si potrebbe aspettare in relazione al suo peso (247 kg). Parliamo, infatti, di una moto tutt’altro che leggera da spostare da fermi (in aiuto c’è la modalità Park), ma che tra le curve è in grado di trasformarsi. La guida è “rotonda”, senza reazioni agili e nervose. L’aspetto che più ci ha impressionato, in positivo, è la sua stabilità. Per via del suo baricentro basso, e del cerchio anteriore da 19”, una volta impostata la curva la DSR/X corre come su di un binario. A livello di sospensioni la forcella ha una taratura abbastanza morbida, soprattutto nella parte della sua escursione, mentre il mono è settato più sul rigido. Tra le curve ci sarebbe piaciuto un setting della forcella più sostenuto ma, giustamente, questa moto è pensata per andare incontro alle esigenze di chi chiede maggiore comodità. L’equilibrio generale, però, è più che buono e in sella si viaggia nel pieno comfort.
Restando appunto in tema di comfort segnaliamo la sella comoda e ben distanziata dalle pedane e una protezione aerodinamica efficace. La forma della carenatura protegge bene le gambe dal flusso dell’aria e, grazie al cupolino regolabile in 5 posizioni (± 64 mm), anche il busto è ben riparato. Rimangono esposte al flusso dell’aria solo le braccia e, per i piloti più alti (io sono 190 cm), pure con il cupolino posto nella posizione più alta, anche il casco. Il flusso d’aria, però, non crea turbolenze e quindi non è fastidioso. A livello di ergonomia avremmo desiderato solo un manubrio posto più vicino al busto del pilota, per non dover viaggiare costantemente con le braccia distese.
Parlare di carattere del motore su una elettrica è pressoché impossibile perché alla rotazione del polso destro si ha sempre a disposizione la massima performance. Impressiona l’immediatezza con la quale il motore elargisce il suo vigore. Abbiamo una perfetta sincronia tra l’azione sull’acceleratore e la spinta che si ottiene, nettamente più decisa di quella di una qualsiasi adventure con motore a combustione. La rumorosità è praticamente nulla, le vibrazioni assenti e il calore è una parola sconosciuta. L’elettronica vigila bene e grazie a un sistema ben tarato non abbiamo mai avuto la sensazione di alcuna perdita di controllo. Ottimo anche il comportamento dell’impianto frenante all’avantreno, con un grande mordente e tanta modulabilità; più morbido l’intervento al retrotreno.
Grazie all’elettronica il carattere del motore cambia completamente tra le cinque mappe disponibili (tutte completamente personalizzabili tramite l’App dedicata): quella che offre più equilibrio è la Standard, perché combina un’erogazione della potenza poco brusca al brio necessario per divertirsi. Quelli a cui piace divertirsi tra le curve apprezzeranno la modalità Canyon, che offre una risposta dell’acceleratore decisa e pronta come la mappa Sport, ma con un maggior freno motore, utile sia per limitare l’uso dei freni sia per avere più autonomia, sfruttando la rigenerazione offerta in fase di rilascio.
Ma ora veniamo alla domanda classica di quando si parla di elettrico: qual è l’autonomia reale? Non è facile rispondere. Perché dipende da numerosi fattori: dallo stile di guida, dalla strada e soprattutto dal riding mode impostato. Se con una moto con propulsione tradizionale la variazione di consumi tra una mappa e l’altra (a parità di percorso, guida e pilota, ovviamente) è contenuta, con un motore elettrico il divario è molto più accentuato. Output batteria, freno motore, tipo di erogazione: tutto è gestito dall’elettronica. Quindi, per tornare a noi, possiamo dirvi che abbiamo percorso 85 km con la nuova DSR/X passando dal 110% della sua batteria fino al 50%, su percorso 85% extraurbano e 15% offroad, senza mai limitarci con la manopola del “gas” e provando tutte le mappe a disposizione. Altri colleghi presenti, però, sono arrivati a fine giro con una carica residua del 70%. Possiamo dunque stimare (ma faremo le dovute verifiche quando la moto ci arriverà in redazione per la prova completa), un’autonomia reale di 150-180 km.
Il 110% di carica della batteria non è un errore di battitura, ma la DSR/X è impostata via software per sfruttare “solo” 15,2 kWh della sua batteria, in quel caso si parla del 100% della carica. Modificando tramite la strumentazione questa impostazione la batteria viene caricata fino a 17,3 kWh e si arriva così al 110%.