Statistiche web

Nuova Zero DSR/X 2023: come va, pregi e difetti

Grazie ai cerchi da 19”-17” è la prima moto elettrica al mondo del segmento “sport adventure”. È spinta da un motore da 225 Nm di coppia, alimentato da una batteria da 17,3 kWh. Abbiamo messo alla prova la nuova Zero DSR/X 2023; ecco le prime impressioni di guida, con i pregi e i difetti della moto

1/22

Zero Motorcycles DSR/X 2023

1 di 4

Zero Motorcycles presenta la nuova DSR/X 2023, quella che potremmo definire la prima moto elettrica al mondo nel segmento adventure. Vero che in commercio c’è già la Energica Experia, ma in quel caso parliamo più di una crossover, per via della coppia di cerchi da 17”. Sulla nuova DSR/X, invece, abbiamo cerchio anteriore da 19” e posteriore da 17”. Ma le differenze non si fermano qui.

A spingere la moto troviamo un motore elettrico completamente rinnovato Z-Force 75-10X, capace di erogare una coppia di 225 Nm e una potenza di 102 CV che permettono alla moto di raggiungere i 180 km/h di velocità massima. Il motore è alimentato da una batteria agli ioni di litio da 17,3 kWh che, a detta della Casa, garantisce un’autonomia di 290 km nel ciclo urbano, 172 km in autostrada e 185 km nel misto. La moto è poi equipaggiata con i caricatori di livello 1 e 2 e grazie al sistema di ricarica rapida integrato da 6,6 Kw la batteria può essere ricaricata in circa 2,5 ore.

Cervello elettronico della moto è il sistema Cypher III+, che gestisce tutte le funzionalità di bordo. La DSR/X è la prima moto elettrica ad avere in dotazione il pacchetto completo di controlli di stabilità Bosch Motorcycle Stability Controls con funzionalità cornering e off-road per ABS e traction control. Sempre in tema di elettronica troviamo 5 mappe motore personalizzabili, cruise control, e la modalità “Park", che permette di muovere la moto avanti o indietro a bassa velocità per aiutarsi nelle manovre.

Rispetto alle “sorelle” SR, SR/S e SR/F, nuovi sono anche la trasmissione, affidata ora ad una cinghia in carbonio rinforzata, e il telaio a traliccio perimetrale. Questo è abbinato a sospensioni Showa completamente regolabili. Forcella a steli rovesciati da 47 mm e monoammortizzatore offrono 190 mm di escursione. L’impianto frenante vede all’anteriore un doppio disco da 320 mm con pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini, mentre al posteriore troviamo un disco singolo da 265 mm con pinza ad un pistoncino. Come detto, i cerchi sono da 19”-17” e di primo equipaggiamento montano pneumatici Pirelli Scorpion Trail II nelle misure 120/70-19 e 170/60-17. Tra i numerosi optional sono disponibili anche i cerchi a raggi, sempre da 19”-17”, con pneumatici Pirelli Scorpion Rally. La sella si trova a 828 mm dal suolo, 247 i kg di peso della moto.

Per quanto riguarda il comfort di marcia troviamo sella ampia, parabrezza comodamente regolabile in 5 posizioni, manopole riscaldabili e tre vani portaoggetti, uno centrale, da 20 litri, dove solitamente si trova il serbatoio della moto, e due laterali da 8 litri ciascuno.

Abbiamo messo alla prova la nuova Zero DSR/X 2023 sulle pendici dell’Etna, in strada e in off road. Qui sotto trovate il video test e nelle pagine successive le prime impressioni di guida, con i pregi e i difetti della moto, e il suo prezzo.

Dinamicamente parlando, la DSR/X ci ha colpito piacevolmente, perché ci si trova tra le mani una moto che si inserisce in curva, rallenta e passa da una piega all’altra con una naturalezza superiori a quelle che ci si potrebbe aspettare in relazione al suo peso (247 kg). Parliamo, infatti, di una moto tutt’altro che leggera da spostare da fermi (in aiuto c’è la modalità Park), ma che tra le curve è in grado di trasformarsi. La guida è “rotonda”, senza reazioni agili e nervose. L’aspetto che più ci ha impressionato, in positivo, è la sua stabilità. Per via del suo baricentro basso, e del cerchio anteriore da 19”, una volta impostata la curva la DSR/X corre come su di un binario. A livello di sospensioni la forcella ha una taratura abbastanza morbida, soprattutto nella parte della sua escursione, mentre il mono è settato più sul rigido. Tra le curve ci sarebbe piaciuto un setting della forcella più sostenuto ma, giustamente, questa moto è pensata per andare incontro alle esigenze di chi chiede maggiore comodità. L’equilibrio generale, però, è più che buono e in sella si viaggia nel pieno comfort.

Restando appunto in tema di comfort segnaliamo la sella comoda e ben distanziata dalle pedane e una protezione aerodinamica efficace. La forma della carenatura protegge bene le gambe dal flusso dell’aria e, grazie al cupolino regolabile in 5 posizioni (± 64 mm), anche il busto è ben riparato. Rimangono esposte al flusso dell’aria solo le braccia e, per i piloti più alti (io sono 190 cm), pure con il cupolino posto nella posizione più alta, anche il casco. Il flusso d’aria, però, non crea turbolenze e quindi non è fastidioso. A livello di ergonomia avremmo desiderato solo un manubrio posto più vicino al busto del pilota, per non dover viaggiare costantemente con le braccia distese.

Parlare di carattere del motore su una elettrica è pressoché impossibile perché alla rotazione del polso destro si ha sempre a disposizione la massima performance. Impressiona l’immediatezza con la quale il motore elargisce il suo vigore. Abbiamo una perfetta sincronia tra l’azione sull’acceleratore e la spinta che si ottiene, nettamente più decisa di quella di una qualsiasi adventure con motore a combustione. La rumorosità è praticamente nulla, le vibrazioni assenti e il calore è una parola sconosciuta. L’elettronica vigila bene e grazie a un sistema ben tarato non abbiamo mai avuto la sensazione di alcuna perdita di controllo. Ottimo anche il comportamento dell’impianto frenante all’avantreno, con un grande mordente e tanta modulabilità; più morbido l’intervento al retrotreno.

Grazie all’elettronica il carattere del motore cambia completamente tra le cinque mappe disponibili (tutte completamente personalizzabili tramite l’App dedicata): quella che offre più equilibrio è la Standard, perché combina un’erogazione della potenza poco brusca al brio necessario per divertirsi. Quelli a cui piace divertirsi tra le curve apprezzeranno la modalità Canyon, che offre una risposta dell’acceleratore decisa e pronta come la mappa Sport, ma con un maggior freno motore, utile sia per limitare l’uso dei freni sia per avere più autonomia, sfruttando la rigenerazione offerta in fase di rilascio.

Ma ora veniamo alla domanda classica di quando si parla di elettrico: qual è l’autonomia reale? Non è facile rispondere. Perché dipende da numerosi fattori: dallo stile di guida, dalla strada e soprattutto dal riding mode impostato. Se con una moto con propulsione tradizionale la variazione di consumi tra una mappa e l’altra (a parità di percorso, guida e pilota, ovviamente) è contenuta, con un motore elettrico il divario è molto più accentuato. Output batteria, freno motore, tipo di erogazione: tutto è gestito dall’elettronica. Quindi, per tornare a noi, possiamo dirvi che abbiamo percorso 85 km con la nuova DSR/X passando dal 110% della sua batteria fino al 50%, su percorso 85% extraurbano e 15% offroad, senza mai limitarci con la manopola del “gas” e provando tutte le mappe a disposizione. Altri colleghi presenti, però, sono arrivati a fine giro con una carica residua del 70%. Possiamo dunque stimare (ma faremo le dovute verifiche quando la moto ci arriverà in redazione per la prova completa), un’autonomia reale di 150-180 km.

Il 110% di carica della batteria non è un errore di battitura, ma la DSR/X è impostata via software per sfruttare “solo” 15,2 kWh della sua batteria, in quel caso si parla del 100% della carica. Modificando tramite la strumentazione questa impostazione la batteria viene caricata fino a 17,3 kWh e si arriva così al 110%.

1/15

Zero Motorcycles DSR/X 2023

La DSR/X nasce come una moto adventure, così abbiamo messo le ruote anche in off road. Per completezza dell’informazione vi segnaliamo che abbiamo affrontato lo sterrato con cerchi in alluminio e pneumatici stradali Pirelli Scorpion Trail 2, ma come optional sono disponibili anche i cerchi a raggi con gomme Pirelli Scorpion Rally.

In piedi sulle pedane la posizione di guida è azzeccata, ma il telaietto posteriore/supporti delle pedane passeggero danno fastidio sui polpacci. Il peso della moto è tanto e si fa sentire nelle manovre a bassa velocità, ma quando si alza un po’ il ritmo si può facilmente gustare una guida rilassata, con le sospensioni che copiano bene le irregolarità del fondo. Complice l’assoluto silenzio è un piacere godersi il panorama e i sorrisi degli escursionisti, non infastiditi dal rumore. Inoltre, il fatto di non avere a che fare con cambio e frizione, può essere d’aiuto nei passaggi più complicati, dove ci viene in soccorso anche un’elettronica settata alla perfezione. Con il traction control impostato in offroad il cervello elettronico della moto taglia sì la potenza, ma senza mai causare buchi di erogazione, permettendo così alla moto di divincolarsi agilmente anche nei tratti più impegnativi. Ovviamente, il TC è anche completamente disattivabile.

Difetti? Pochi, se così possiamo chiamarli. Oltre al manubrio lontano dal busto e il telaio sporgente che dà fastidio alle gambe nella guida in offroad segnaliamo l’assenza di qualsivoglia dispositivo che abbia la funzione di freno di stazionamento. Da spento, infatti, il motore elettrico, non offre alcuna resistenza alla rotazione della ruota posteriore e di conseguenza la moto va sempre parcheggiata in piano.

Troverete il test approfondito della nuova Zero DSR/X 2023, con interviste e approfondimenti, su Motociclismo di ottobre, in edicola a fine mese.

1/14

Zero Motorcycles DSR/X 2023

Chiudiamo con il prezzo, la nuova Zero DSR/X, disponibile in due colorazioni, verde o bianca, è in vendita a 27.470 euro c.i.m.

Vi ricordiamo che il prezzo presente in questo articolo è da considerarsi con la formula “chiavi in mano”, comprensiva di “messa in strada”, che Motociclismo quantifica in 250 euro.

1/11

Zero Motorcycles DSR/X 2023

© RIPRODUZIONE RISERVATA