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Riparte il Tutor, riparte la battaglia legale

Secondo il titolare della licenza del vecchio Tutor, il cuore del nuovo SICVe-PM non sarebbe poi così diverso dal modello precedente. Per questo è stato chiesto nuovamente il sequestro dei dispositivi
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Chiesto il sequestro dei nuovi dispositivi

Solo qualche giorno fa sono stati riaccesi i tutor in Autostrada, non il "vecchio modello", ma il nuovo SICVe-PM, in grado di leggere, oltre alla targa del mezzo, anche alcuni dettagli del veicolo. Proprio in questi giorni però, l'imprenditore di Latina Alessandro Patanè, titolare della licenza del Tutor originario, ha depositato due querele presso la Procura di Roma e quella di Milano.

Patanè sostiene che il cuore del nuovo sistema non sia poi così diverso da quello originario dell'azienda toscana Craft e per questo chiede il sequestro delle apparecchiature da poco installate. Sequestro che se accettato bloccherebbe nuovamente il rilevamento della velocità media sui tratti autostradali.

Ipotesi di truffa

Autostrade per l'Italia sostiene che il nuovo Platematching (il metodo di riconoscimento del veicolo), brevettato dalla società Engine, riconoscerebbe l'intero veicolo e non si baserebbe solamente sulla lettura della targa, come avveniva in passato. Secondo Patanè invece, anche dietro a questo nuovo sistema ci sarebbe ancora un software molto simile a quello vecchio. In pratica, dietro al nuovo nome si nasconderebbe ancora il dispositivo precedente… La richiesta di intervento sarà ufficializzata in questi giorni e le ipotesi di reato riguardano truffa "semplice", truffa aggravata ai danni dello Stato e danno erariale. Lo scorso aprile, la Corte di Appello di Roma aveva escluso la rilevanza penale della vicenda Tutor, ma ora bisognerà vagliare di nuovo il tutto alla luce dei nuovi elementi emersi.

In ogni caso il brevetto del Tutor scadrà a novembre 2019 e da quella data il suo utilizzo sarà liberalizzato. Per questo, conoscendo i tempi della giustizia italiana e per cercare di velocizzare le cose, Patanè ha scritto anche ai ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti), Matteo Salvini (Interno), Luigi Di Maio (Sviluppo economico) e Alfonso Bonafede (Giustizia) mettendoli al corrente della situazione.
Danilo Toninelli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
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