La Royal Enfield Scram è una di quelle moto che appena ci sali ti senti libero, perché guidarla porta un impegno talmente esiguo da farti pensare di poterla guidare in capo al mondo. Fin dai primi metri se ne apprezza la grande maneggevolezza, che quasi coglie di sorpresa se da tempo non si sale su una moto di questa leggerezza, da intendere sia come peso contenuto (anche se 185 kg a vuoto non sono nemmeno pochissimi, per una monocilindrica) sia come guidabilità.
L’adozione della ruota da 19” senza modificare le quote ciclistiche del telaio ha chiaramente ridotto l’avancorsa rispetto alla Himalayan, rendendo la Scram rapidissima a scendere in piega, complici i pneumatici di ridotta sezione; la manovrabilità è a livello facilità 5 in una scala da 1 a 5, sembra quasi di impugnare il perno della ruota anteriore invece del manubrio. Insomma avviarsi alla guida di questa Royal Enfield è come partire per un viaggio in cui la meta è il viaggio stesso, e bisogna soltanto ricordarsi, alla prima rotonda, di frenare per tempo… perché il mordente del disco anteriore non è certo esuberante! Va detto che l’esemplare da noi provato aveva all’attivo soltanto 8 km, e alla fine del giro di una cinquantina di km la resa era un po’ migliorata; però il comando è rimasto spugnoso.
Il motore, a corsa lunga (78 x 86 mm) invece è un gioiellino di regolarità e dolcezza di funzionamento, non vibra e ha anche un rumore di scarico piacevole; e il cambio lo asseconda bene, sia per dolcezza di funzionamento sia per rapportatura. Certo non è un motore fatto per mantenere medie autostradali elevate, ma nell’extraurbano come quello affrontato in questa prima presa di contatto, fatto di saliscendi da 3^-4^ marcia, è godibilissimo.
La posizione in sella (quest’ultima un po’ dura, però!) è ottimale per un pilota di media statura, ma anche i più alti trovano spazio sufficiente per godersi la guida e il paesaggio; e sullo sterrato la guida in piedi sulle pedane non pone problemi. Tutte queste qualità siamo certi emergano anche in ambito cittadino, dove la solidità del telaio e il buon sostegno delle sospensioni contribuiranno sicuramente alla stabilità su pavé dissestati e tombini, come hanno fatto sulle sconnessioni di certi punti delle strade dell’Oltrepò Pavese dove il terreno a volte crea dislivelli anche marcati nell’asfalto e contropendenze insidiose. Nel complesso la ciclistica è indubbiamente sana e comunicativa, rendendo la vita facile al neofita, per il quale questa moto, che si guida con patente A2, è sicuramente indicata.
Ma la Scram non è una “motina” perché con due borse laterali, eventualmente una da serbatoio (15 litri), e un/a compagno/a sul sellino posteriore, è pronta a portarvi a spasso in una vacanza che per quanto lenta potrebbe essere a sorpresa tra le più piacevoli della vostra vita motociclistica, fosse anche di 2/3 tre giorni soltanto, o magari la gita del fine settimana. Motivo per il quale la Royal Enfield Scram (che è già disponibile in consegna nelle concessionarie italiane) potrebbe essere anche un’ottima seconda moto (o la prima… di ritorno).