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Royal Enfield Scram 411: come va, pregi e difetti. Il video della prova

L’ultima proposta della Casa indiana ha ciclistica e motore della nota Himalayan, ma la ruota anteriore da 19” le conferisce un nuovo carattere. Facilissima da usare, è indicata per il neofita ma è anche un’ottima seconda moto. E costa poco più di 5.000 euro. Ecco il video della prova

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La Royal Enfield, Casa motociclistica tra le più antiche al mondo, nata nel 1901 ma che affonda le sue origini come officina meccanica addirittura alla fine dell’Ottocento, ha da qualche anno repentinamente cambiato rotta. Dopo aver passato anni a costruire praticamente soltanto la Bullet (declinata anche come Continental), destinata alla richiesta del mercato indiano - e ad un pubblico internazionale di nicchia fatto di nostalgici delle moto d’antan -, nel 2014 ha presentato la Himalayan mostrando di voler dare una svolta alla propria reputazione anche al di fuori dei confini nazionali.

Royal Enfield è un Costruttore da un milione di pezzi l’anno, in gran parte assorbite dal mercato indiano. Ma le sue moto, a partire dalla Himalayan, intercettano un pubblico in costante aumento anche altrove. In Italia, per esempio, dove negli ultimi anni c’è stata una riscoperta della moto di cilindrata medio-piccola e monocilindrica, complice la voglia di evasione di una nuova clientela (giovane, non specialistica, spesso di sesso femminile) e nelle more di un’economia dal rendimento non sempre esaltante. Ecco allora che moto di piccola cilindrata, piccola manutenzione, facili da guidare ed economiche in senso generale, assumono un significato anche sociale, secondo un positivo concetto generale di “sostenibilità”. Parlando di Italia, tutto ciò ha portato nel 2021 la Royal Enfield ad avere tre moto tra le 50 più vendute: la Meteor 350 (840 esemplari), la Interceptor 650 (752) e appunto l’Himalayan (673). Un risultato impensabile soltanto dieci anni fa, e dovuto anche ad una gamma di modelli sempre più ampia, che inizia a coprire numerose esigenze; oltre che al dinamismo e alla competenza dell’importatore italiano, la Valentino Motor Company di Maddaloni (CE)

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Ad allargare ulteriormente l’offerta è appena arrivata la “cugina” della Himalayan, che vi presentiamo in queste righe: si chiama Scram 411 anche se la piccola scritta sul fianchetto laterale non manca di ricordare il modello da cui discende e da cui eredita il motore monocilindrico raffreddato ad aria di 411 cc ed il telaio monotrave a doppia culla progettato da Harris Performance, oltre alle sospensioni, seppure di escursione ridotta (forcella con steli da 41 mm ed escursione ruota 190 mm e mono posteriore con escursione 180 mm). Ciò che fa la differenza è la ruota anteriore da 19”, che come vedremo cambia totalmente la guida e l’uso della moto rispetto alla sorella montanara.

La Scram nelle intenzioni del produttore vuole essere una moto accessibile, non soltanto in termini di costo di acquisto (5.250 euro indicativo chiavi in mano per la versione “Base”, 5.450 euro per quella “Premium” con colorazioni più eleganti), ma anche proprio in termini di facilità di uso. Ecco dunque le sospensioni più basse, che permettono di avere anche una seduta più vicina al suolo, la ruota da 19” che incrementa la maneggevolezza, freni che puntano sulla dolcezza di intervento più che sulla potenza (marchiati ByBre, dischi da 300 mm anteriore e 240 mm posteriore, con pinze a singolo pistone e ABS a due canali), pneumatici “tutto terreno” (100/90-19 ant, 120/90-17 post) con una tassellatura moderata che in città assorbe le sconnessioni e fuori permette di affrontare anche uno sterrato leggero senza patemi. A ciò si abbinano le qualità del motore monocilindrico raffreddato ad aria, monoalbero da 24,3 CV a 6.500 giri/min. dall’erogazione dolcissima (coppia 32 Nm a 4.250 giri/min.) che non può mettere in difficoltà il neofita.

Completa il quadro la strumentazione digitale/analogica di facile lettura, con le informazioni essenziali sullo schermo digitale e il tachimetro analogico dal design classico, tutto ben leggibile; ci sono anche il contachilometri totale e parziale, l’orologio, l’indicatore della benzina e quello della marcia inserita e un promemoria di manutenzione; non manca il sistema di navigazione Royal Enfield Tripper, in un piccolo quadrante separato. La qualità costruttiva della moto è più che buona considerando il prezzo “da 125”, si può soprassedere tranquillamente su saldature del telaio non bellissime e leve al manubrio da moto anni Ottanta, come pure su blocchetti elettrici “plasticosi”; il maniglione del passeggero è un semplice tubo, ma la sua presenza è degna di nota.

Apprezzabile anche lo sforzo di proporre grafiche e livree accattivanti, più eleganti nella versione base monocolore (Graphite Gold, Graphite Red e Graphite Blu) e più brillanti nella versione Premium con serbatoio in due colori (White Flame e Silver Spirit).

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La Royal Enfield Scram è una di quelle moto che appena ci sali ti senti libero, perché guidarla porta un impegno talmente esiguo da farti pensare di poterla guidare in capo al mondo. Fin dai primi metri se ne apprezza la grande maneggevolezza, che quasi coglie di sorpresa se da tempo non si sale su una moto di questa leggerezza, da intendere sia come peso contenuto (anche se 185 kg a vuoto non sono nemmeno pochissimi, per una monocilindrica) sia come guidabilità.

L’adozione della ruota da 19” senza modificare le quote ciclistiche del telaio ha chiaramente ridotto l’avancorsa rispetto alla Himalayan, rendendo la Scram rapidissima a scendere in piega, complici i pneumatici di ridotta sezione; la manovrabilità è a livello facilità 5 in una scala da 1 a 5, sembra quasi di impugnare il perno della ruota anteriore invece del manubrio. Insomma avviarsi alla guida di questa Royal Enfield è come partire per un viaggio in cui la meta è il viaggio stesso, e bisogna soltanto ricordarsi, alla prima rotonda, di frenare per tempo… perché il mordente del disco anteriore non è certo esuberante! Va detto che l’esemplare da noi provato aveva all’attivo soltanto 8 km, e alla fine del giro di una cinquantina di km la resa era un po’ migliorata; però il comando è rimasto spugnoso.

Il motore, a corsa lunga (78 x 86 mm) invece è un gioiellino di regolarità e dolcezza di funzionamento, non vibra e ha anche un rumore di scarico piacevole; e il cambio lo asseconda bene, sia per dolcezza di funzionamento sia per rapportatura. Certo non è un motore fatto per mantenere medie autostradali elevate, ma nell’extraurbano come quello affrontato in questa prima presa di contatto, fatto di saliscendi da 3^-4^ marcia, è godibilissimo.

La posizione in sella (quest’ultima un po’ dura, però!) è ottimale per un pilota di media statura, ma anche i più alti trovano spazio sufficiente per godersi la guida e il paesaggio; e sullo sterrato la guida in piedi sulle pedane non pone problemi. Tutte queste qualità siamo certi emergano anche in ambito cittadino, dove la solidità del telaio e il buon sostegno delle sospensioni contribuiranno sicuramente alla stabilità su pavé dissestati e tombini, come hanno fatto sulle sconnessioni di certi punti delle strade dell’Oltrepò Pavese dove il terreno a volte crea dislivelli anche marcati nell’asfalto e contropendenze insidiose. Nel complesso la ciclistica è indubbiamente sana e comunicativa, rendendo la vita facile al neofita, per il quale questa moto, che si guida con patente A2, è sicuramente indicata.

Ma la Scram non è una “motina” perché con due borse laterali, eventualmente una da serbatoio (15 litri), e un/a compagno/a sul sellino posteriore, è pronta a portarvi a spasso in una vacanza che per quanto lenta potrebbe essere a sorpresa tra le più piacevoli della vostra vita motociclistica, fosse anche di 2/3 tre giorni soltanto, o magari la gita del fine settimana. Motivo per il quale la Royal Enfield Scram (che è già disponibile in consegna nelle concessionarie italiane) potrebbe essere anche un’ottima seconda moto (o la prima… di ritorno).

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Pregi

  • Dolcezza motore
  • Facilità d’uso
  • Rapporto qualità/prezzo

Difetti

  • Comando freno antteriore spugnoso
  • Sella dura

MOTORE

Monocilindrico raffreddato ad aria Alesaggio e corsa (mm) 78 x 86 Cilindrata (cc) 411 Distribuzione monoalbero a camme in testa, 2 valvole Rapporto di compressione 9,5:1

Potenza (Cv-giri/min) 24,3-6500 Coppia (Nm-giri/min) 32-4250 Avviamento elettrico

Alimentazione iniezione elettronica Frizione Multidisco in bagno d'olio Cambio a 5 marce

Consumi 3,18 litri/100 km

CICLISTICA

Telaio Monotrave a doppia culla smontabile Sospensione anteriore forcella telescopica 41 mm corsa 190 mm Sospensione posteriore monoammortizzatore centrale progressivo corsa 180 mm Ruota anteriore 100/90 -19 Ruota posteriore 120/90-17 Freno anteriore (mm) 300 Freno posteriore (mm) 240 ABS a doppio canale

DIMENSIONI E PESO

Interasse (mm) 1455 Luce a terra (mm) 200 Lunghezza (mm) 2210 Larghezza (mm) 840 Altezza (mm) 1165 Altezza sella (mm) 795 Peso senza benzina (kg) 185 Capacità serbatoio (l) 15

La Scram 411 ha un prezzo di 5.250 euro c.i.m. per la versione “Base” ed è disponibile nei colori (Graphite Gold, Graphite Red e Graphite Blu). La versione "Premium" costa invece 5.450 euro *c.i.m. ed è offerta nelle colorazioni (White Flame e Silver Spirit).

*il prezzo presente in questo articolo è da considerarsi con la formula "chiavi in mano" , comprensiva di "messa in strada" che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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