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BAGNAIA (SENZA FRATTURE) STA GIA’ RIENTRANDO IN ITALIA

Alla brutta notizia della duplice frattura di Enea Bastianini segue, in serata, la conferma che Pecco è molto meno grave del previsto, al punto che non si può escludere la sua presenza a Misano

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Nella giornata in cui Aprilia mette per la prima volta nella sua storia due moto sul podio della MotoGP, conquistando pure l’en plein con Aleix Espargaro (37 punti fra GP e Sprint Race), l’Italia non può schiudere un sorriso grande così a causa del doppio incidente che mette ko i due piloti ufficiali Ducati, italianissimi come la Rossa. Enea Bastiani, responsabile della carambola in curva 1, ha riportato la frattura della mano sinistra e del malleolo del piede sinistro. Pecco Bagnaia, come confermano gli ultimi accertamenti all’ospedale di Barcellona, non ha fratture, e sta rientrando in Italia proprio adesso con un volo charter. Chi è con lui lo vede un po’ frastornato e visibilmente dolorante, in particolare al coccige. È facile ipotizzare, come del resto capita dopo ogni caduta rovinosa, che domani andrà anche peggio, anche se la presenza di Pecco a Misano è tutt’altro che esclusa. Destino diverso per Enea, che sarà sottoposto a intervento chirurgico in Italia domani o dopo, e addio GP di casa.

UN MIRACOLO

Ve lo ricordate il botto fra Capirossi e Gibernau nel 2016? Ecco, non so se il Santo protettore di tutti i piloti, conoscendo la pericolosità del circuito spagnolo, oggi alle 14 fosse particolarmente all’erta. Sta di fatto che l’incidente di Bagnaia ha potuto contare su una serie di eventi fortunosi che hanno evitato, con ogni probabilità, un epilogo drammatico. Per prima cosa Enea Bastianini, con la sua partenza avventata, ha steso quattro piloti, diradando di fatto il gruppo che di lì a una curva sarebbe piombato su Pecco a terra. Tra loro, l’incolpevole Binder è stato l’unico pilota che non è riuscito a evitare Bagnaia, che in quel momento roteava su sé stesso come una trottola impazzita: fortuna vuole che lo abbia colpito alle gambe e non su busto e testa. Immagini fortissime che ci hanno portato indietro con la mente a incidenti drammatici e che forse hanno distolto ogni nostra attenzione dall’high-side. A quanto pare, l’atterraggio sul coccige e il casco battuto a terra hanno avuto effetti peggiori dell’investimento.

PISTA PERICOLOSA?

Occorre fare una riflessione su una delle piste che registrano il maggior numero di incidenti in partenza: è solo un caso? Io credo di no. Per prima cosa la curva 1 del circuito di Catalunya ha una via di fuga completamente asfaltata che, anche dopo un lungo, consente di rientrare in curva 2 con estrema facilità e senza perdere troppo terreno. Questa caratteristica induce i piloti, magari inconsciamente, a rischiare qualcosina in più del normale: farebbero lo stesso se finissero in ghiaia? A questo si aggiunge il fatto che il gruppo raggiunge compatto e ad altissima velocità il primo “imbuto” a causa di una griglia di partenza molto distante dalla pria staccata, che per giunta avviene in discesa e su un asfalto che offre pessime condizioni di grip. Il buonsenso dei piloti è la panacea di tutti i mali, ma se le condizioni al contorno fossero sempre le migliori, di sicuro faremmo un passo avanti anche sul fronte sicurezza.

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