“Oggi c'è un ritorno romantico al due tempi, riceviamo tante email di ringraziamento perché l’abbiamo fatto rivivere. Lo sentiamo con affetto perché io sono soprattutto grande appassionato di moto e motori e tutti noi siamo nati con i due tempi, ci siamo sporcati le mani, sentiamo ancora il profumo del Castrol. Poi, soprattutto nel fuoristrada, il 125 è il motore giusto per imparare a guidare. Hai una moto leggera, dinamica, con 40 CV, i piloti della 125 crescono molto rapidamente e sono subito veloci anche nelle cilindrate maggiori.
Sono motori semplici, quindi facili se ci vuoi lavorare, anche se oggi iniziano a essere più complessi per via dei sistemi di iniezione, parlo di quella indiretta. L'alimentazione a iniezione indiretta è molto simile a quella con il carburatore: è vero che ti permette una maggiore flessibilità, ma dal punto di vista funzionale è solo parzialmente efficace nella riduzione dell'inquinamento. Con il controllo elettronico in alcuni regimi riesci a essere più magro e inquinare un po' meno ma non risolvi il problema alla radice. Lo puoi fare invece con l'iniezione diretta, che oltre al minor consumo e alla drammatica riduzione dell'inquinamento, soprattutto se abbinata a catalizzatori, offre anche maggiori prestazioni.
In Aprilia abbiamo realizzato il Ditech, a iniezione diretta, un progetto che mi piaceva molto. Oltre agli indubbi vantaggi che ho elencato in più ha anche il circuito di lubrificazione separato, non lavora con l'olio a perdere; ha anche una precamera, dove avviene la miscelazione dell'aria e della benzina, che permette di arrivare a una nebulizzazione molto spinta, con particelle di soli 10 micron di diametro.
In più si riusciva a fare una carica stratificata, più densa vicino alla candela e più magra verso i bordi. Tutto questo permette di avere una propagazione molto rapida del fronte di fiamma, e così spingersi anche a regimi elevati, ai tempi, ormai sono passati 20 anni, siamo arrivati a 11.500 giri/min. E c'erano anche le prestazioni. Avevo fatto il motore Suzuki 250 Ditech e ho rilevato 65 CV, facendo 36-37 km/litro, con una guidabilità incredibile e senza fumi di scarico. Un progetto fantastico".
Perché è stato abbandonato?
"Non lo so. È un sistema chiuso, difficile elaborarlo, e questo ha raffreddato l'accoglienza di una parte di clientela. Inizialmente abbiamo avuto qualche piccolo problema, ma l'abbiamo risolto, poi si è parlato di costo, che in realtà non era essenziale perché ciò che si spendeva nel sistema si recuperava risparmiando i catalizzatori. Oggi non ho dubbi: dovessi fare una piccola cilindrata due tempi metterei il Ditech, che è stato il più bel progetto di iniezione per quel motore".