Ma che cos'avevano queste Moto Guzzi di così speciale? Nel 1980 avevo 14 anni e mi stavo iniziando ad appassionare alle motociclette. Un giorno stavo camminando quando, alle mie spalle, sentii arrivare una moto. Non me ne intendevo, ma ricordo benissimo che pensai che fosse una Moto Guzzi. E lo era: una V35, della serie "piccola", introdotta nel 1977. Era la prima volta in vita mia che riconoscevo una moto dal rumore. In seguito, fino ai giorni nostri, quel sound lo hanno fatto soltanto loro, le Guzzi bicilindriche a V. Non sono mai riuscito a trovare qualcuno in grado di spiegarmi perché un motore simile a tanti altri, che fa due scoppi e una pausa, abbia quel timbro unico e inimitabile, in qualsiasi salsa sia mai stato cucinato, dalle V7 da pista di Mandracci con lo scarico libero alla V85 TT Euro 5: un mischione di rumore di scoppio, pulsazioni, risucchio di aspirazione e rotolar di ingranaggi. Si può comprare una moto solo per il rumore? O meglio, per il sound? Bel dilemma. Me lo domando da anni.
E c'era 'sta gente che si caricava la moglie sulla Le Mans e ci andava a Capo Nord. Stretti in due su una sella dura come una panchina, con le sospensioni rigidissime. Il concetto era "Queste sono moto da uomini veri, altro che le giapponesi, che sono per i fighetti". Ma, adottando un punto di vista meno talebano, era evidente che ci fosse un abisso tra le moto mandellesi e le nippe.
Altro ricordo: 1985, io e mio fratello eravamo in auto con i genitori, diretti a Bourges, in Francia, per visitare la città. Per arrivarci c'erano dei rettilinei ondulati, circondati da girasoli e stava tramontando il sole. Il momento era bellissimo, romantico, Elio e le Storie Tese avrebbero detto "da lingua in bocca". Guardai mio fratello e dissi: "Pensa che figata sarebbe farsi questi saliscendi a manetta su una Le Mans". M'è venuta in mente la Le Mans, eppure nel 1985 c'erano sportive ben più potenti e veloci. Ma io abbinavo a quel paesaggio romantico un'idea di velocità che mi sarei potuto godere soltanto ascoltando le pulsazioni di un motore Guzzi. Tempo cinque minuti e passò una Le Mans 850 seconda serie, in senso contrario, a un bel 140 km/h almeno, con tanto di scarichi Conti a cono-controcono, liberi e belli. Sound da pelle d'oca e noi stupefatti dall'incredibile coincidenza.