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Misuratori pressione gomme aftermarket, la classifica dei migliori

I TPMS, Tyre Pressure Monitoring System, sono sistemi di controllo della pressione dei pneumatici. Ne abbiamo acquistati e messi a confronto quattro: Alunar, Fobo Bike, KSTE e Maalr. Ecco il risultato della nostra comparativa

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Alunar, il sensore montato sulla ruota posteriore

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Sempre più moto moderne offrono i sensori di pressione delle gomme TPMS (Tyre Pressure Monitor System, sistema di monitoraggio della pressione delle gomme), di serie o come accessorio (piuttosto costoso, anche più di 200 euro): una bella comodità e un aiuto concreto per aumentare la sicurezza di guida. Perché oltre a tenere monitorata la pressione degli pneumatici in tempo reale, la strumentazione di bordo ci avvisa se questa dovesse scendere sotto un valore critico, con un allarme molto evidente. Ovvero, in caso di foratura la moto ci segnala il problema, in genere ancor prima di sentire ripercussioni sulla guida.

Unico limite è che sui dispositivi offerti dalle Case non è possibile impostare a piacimento la soglia di allarme, intesa come pressione sotto la quale far scattare l’avviso: questa viene impostata sui livelli di gonfiaggio "suggeriti" da ogni Marchio, oggigiorno piuttosto alti. Ci si "scontrare" quando ad esempio cambiano le condizioni climatiche (pensiamo in estate, quando l'asfalto si fa rovente) o quando usiamo certe categorie di moto in condizioni specifiche, come le maxienduro in fuoristrada, o le supersportive e le naked in pista: se dobbiamo scendere di tanto con la pressione gomme (intorno a 1,5 bar), molte moto accendono l’allarme, perché interpretano la riduzione come una perdita anomala, magari da foratura.

Per tutte le moto che non dispongono di sensori di pressione originali, o per i modelli più datati, la soluzione è quella di rivolgersi al mondo dell'aftermarket. È curioso notare come, oggi, nessun grosso produttore di accessori o componentistica moto abbia in catalogo i TPMS. Fino a poco tempo fa, Michelin, Vredestein e Garmin li commercializzavano, oggi non più ed è necessario rivolgersi agli store generalisti. Noi ci siamo concentrati su quattro prodotti comprati attraverso Amazon, puntando sui TPMS esterni, perché sono decisamente i più diffusi.

Abbiamo evitato i sensori interni al cerchio, che sono come quelli montati dalle Case per il primo equipaggiamento o come accessorio originale: si tratta di un piccolo dispositivo che contiene una batteria, una centralina (che trasmette in wi-fi i dati alla strumentazione), e una valvola per cerchi tubeless. Non sono facili da installare (bisogna rimuovere lo pneumatico, anche per sostituire la batteria): il dispositivo viene alloggiato all’interno del canale del cerchio ruota, in corrispondenza del foro valvola. È importante sapere se una moto è dotata di questo dispositivo, perché, in caso di foratura, non bisogna assolutamente usare le bombolette (la schiuma sigillante danneggerebbe i sensori) e bisogna porre attenzione durante il cambio pneumatici.

I sensori esterni aftermarket, invece, sono decisamente più diffusi, perché più pratici (e pure economici). Sono dei semplicissimi tappi, che vanno avvitati sulla valvola ruota, al posto del cappuccio in plastica. Lasciano sempre “aperta” la valvola stessa, per misurare la pressione dell’aria all’interno, e sono loro stessi a fare tenuta, grazie a una guarnizione in gomma che va ad aderire sulla testa della valvola ruota. Di questi abbiamo scelto il più venduto e il più economico, rispettivamente tra quelli con display esterno e quelli con app per smartphone.

Contengono anche loro una centralina wi-fi e una mini batteria (più piccola di quella dei sensori interni), e si possono avvitare su qualsiasi tipo di valvola. Anche su cerchi con camera d’aria, ed è il primo grande vantaggio dei sensori esterni. Perché se buchiamo una ruota con camera d’aria, questa si sgonfierà molto più in fretta di una ruota tubeless. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se dovessimo forare a 130 km/h in autostrada: è fondamentale accorgersi subito del problema! Altro punto a favore: si possono usare le bombolette Gonfia e Ripara: il tappo-sensore deve essere rimosso per poter accedere alla valvola ruota, quindi non verrà contaminato dalla schiuma. Certo, di contro, esiste la possibilità che vengano rubati (c’è un controdado di sicurezza, ma non basta) e la micro-batteria ha una durata minore, ma in compenso è semplicissima da sostituire.

In tutti i casi, viene aggiunto del peso in un punto periferico del cerchio, quindi, si potrebbe percepire una vibrazione, durante la guida. È logico, è come aggiungere un pesino di bilanciamento extra da oltre 10 grammi. Meglio far equilibrare di nuovo le ruote da un’officina o da un gommista. Per lo stesso motivo, sarebbe meglio non montare i sensori esterni su valvole in gomma, come quelle della Suzuki SV 650 che abbiamo utilizzato per la prova, perché verrebbero stressate in modo eccessivo, vista la massa che viene aggiunta: vanno fatte sostituire con valvole rigide, in metallo (uno dei TPMS in prova fornisce anche le valvole metalliche per l’eventuale sostituzione).

Oltre alla pressione, viene rilevata anche la temperatura dell’aria all’interno dello pneumatico, ed è possibile impostare a piacimento la soglia di allarme di cui abbiamo parlato all’inizio: per chi fa fuoristrada o per chi gira in pista, è un aspetto fondamentale. I TPMS aftermarket si dividono poi tra quelli che dispongono di un piccolo display esterno e quelli che lavorano tramite App. Il display dei primi va installato sul manubrio, non necessita di alimentazione (ha una batteria interna ricaricabile), si collega con i sensori ruota e visualizza i dati di pressione e temperatura in tempo reale.

Inoltre, questi dispositivi si accendono e si spengono in automatico, grazie a un giroscopio interno che capisce quando la moto è ferma o quando è in movimento. È la soluzione più pratica, a conti fatti, perché non bisogna fare nulla, se non ricaricare la batteria ogni tanto (dipende da quanto viene usata la moto, ma in genere durano diversi mesi). Certo, esiste il problema furto, dato che sono avvitati “a mano” sulla loro staffa, e poi i manubri sono già abbastanza affollati di loro.

Quelli senza display, invece, richiedono di essere collegati al nostro smartphone, tramite un’app specifica. Il consumo batteria del telefono è molto limitato (si tratta di una semplice connessione Bluetooth), ma se lo teniamo a vista, quindi montato sul manubrio, con schermo sempre attivo e luminosità alta, bisognerebbe avere un cavo di alimentazione collegato. C’è da dire che le app funzionano anche in background, quindi l’allarme foratura viene lanciato anche se abbiamo il telefono in tasca, ma in questo modo è sicuramente meno efficace, rispetto ad avere un monitor davanti agli occhi. A meno di non avere il bluetooth collegato con il casco. E poi bisogna considerare la pioggia: il nostro telefono, resiste alle intemperie? I display esterni, sì.

Di seguito, l'analisi dei nostri test strumentali sui singoli dispositivi presentati secondo l'ordine di "arrivo": Fobo, il vincitore; Alunar, secondo; KTSE e Maalr, pari merito.

Prezzo: 25 euro (meno costoso con display)

Caratteristiche: Sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici con display LCD a ricarica magnetica. Riporta pressione fino al decimo di bar, temperatura pneumatici, orario. Antifurto. Include cavo USB di ricarica.

Dati dichiarati: Precisione decimo di bar; Impermeabilità IP67; Temperatura d’esercizio -20/75 °C

Dati rilevati: Peso sensore 12 g; display e staffa 113 g; Precisione errore 15%; Intensità allarme 61,6 dB

Pagella: Precisione 4; Efficacia 7; Praticità d’uso 8; Impermeabilità 10; Leggerezza 7; Totale 36

Commento: Visto il prezzo, gli si potrebbe perdonare la scarsa precisione: 0.3 bar in più non sono pochi, ma almeno sono costanti alle diverse pressioni, quindi basta tenere a mente questo scarto. È l’unico a indicare la pressione al decimo di bar e non al centesimo. Allarme sonoro decisamente più potente, mentre il display lampeggia in modo poco visibile. Come Alunar, si regola tutto con due tasti e quando viene lasciato in standby si accende/spegne grazie a un sensore di movimento: conviene lasciarlo sempre così, in “pausa”. Visibilità buona, ma non ottimale in pieno sole, anche con illuminazione al massimo. Display ingombrante ma con un piccolo pannello solare sul retro, che ricarica le batterie (ma difficilmente sarà colpito dal sole, dato che si trova sul retro).

Pregi: Prezzo

Difetti: Scarsa precisione con app

Prezzo: 48 euro (meno costoso con App)

Caratteristiche Sistema di monitoraggio attraverso App (iOS/Android) della pressione pneumatici con rilevamento della temperatura. Funziona con Bluetooth 4.0 o superiore.

Dati dichiarati: Precisione centesimo di bar; Impermeabilità IP67; Temperatura d’esercizio -30/80 °C

Dati rilevati: Peso sensore 13 g Precisione errore 4,9% Intensità allarme72 dB (vol. tel. al massimo)

Pagella: Precisione 8; Efficacia 6; Praticità d’uso 6; Impermeabilità 10; Leggerezza 6; Totale 36

Commento: Di pochissimo, vince il premio del sensore più preciso. Ma a parte questo, non brilla in nessun campo. L’app da utilizzare è piuttosto rudimentale. Si possono impostare solo pochi parametri: allarme vocale o vibrazione, temperatura di allarme, pressione massima e minima di allarme (unica per entrambe le ruote, mentre tutti gli altri sistemi permettono di regolare la soglia in modo separato). L’app si attiva anche in background: una volta avviata, funziona anche se non è visualizzata sullo schermo (si può tenere un’app di navigazione). Però non si può ridurre a finestra pop-up, quindi per monitorare la pressione ruote, bisogna aprire l’applicazione. La voce di allarme è fastidiosa, non si tratta di un suono, ma di una cantilena in inglese ripetuta all’infinito.

Pregi: Il più preciso

Difetti: Soglia allarme unica

Prezzo: 57 euro (il più venduto con display)

Caratteristiche: TPMS wireless con display digitale a colori. Riporta pressione fino al centesimo di bar, temperatura pneumatici, orario. Impermeabile secondo lo standard IP5K4K. Batteria al litio con porta di ricarica USB.

Dati dichiarati: Precisione centesimo di bar; Impermeabilità IP5K4K; Temperatura d’esercizio -20/80 °C
Dati rilevati: Peso sensore 14 g, display e staffa 100 g; Precisione errore 7,5%; Intensità allarme 53 dB

Pagella: Precisione 7; Efficacia 7; Praticità d’uso 8; Impermeabilità 10; Leggerezza 5; Totale 37

Commento: Quando scatta l’allarme, tutto il display si illumina di rosso lampeggiante: eccellente, si nota bene anche in piena luce (la retroilluminazione è pure regolabile). Peccato che l’allarme acustico sia decisamente troppo debole. Il voto Efficacia è una media tra questi due fattori. Facile da usare e da regolare (si fa tutto con due tasti), si può spegnere del tutto o lasciare in standby. Buona la Precisione, esattamente 0,15 bar in eccesso. Si ricarica con uno spinotto magnetico USB, non ci sono sportelli da aprire. I sensori sono i più grandi e pesanti del lotto

Pregi: Visibilità display

Difetti: Volume allarme troppo basso

Prezzo: 82 euro (più venduto con App)

Caratteristiche: Sistema TPMS di monitoraggio tramite App (iOS/Android) della pressione dei pneumatici con 2 sensori. Monitoraggio continuo degli pneumatici. Possibilità di monitoraggio fino a 19 ruote (necessari sensori opzionali). Facilità di installazione. Antifurto.

Dati dichiarati: Precisione centesimo di bar; Impermeabilità IP57; Temperatura d’esercizio -20/75 °C
Dati rilevati: Peso sensore 8 g; Precisione errore 5%; Intensità allarme79 dB (vol. tel. al massimo)

Pagella: Precisione 8; Efficacia 8; Praticità d’uso 9; Impermeabilità 10; Leggerezza 10; Totale 45

Commento: È il più costoso del lotto, ma ne vale la pena. I sensori sono i più compatti e leggeri (il controdato è in plastica), ma manca una sigla per identificare quello anteriore e quello posteriore. L’app dedicata non si paga ed è ricchissima di funzioni, efficace, personalizzabile e facile da usare: oltre alle classiche impostazioni sui valori di allarme, si possono caricare otto profili moto - e un sidecar (quindi se comprate più sensori, per moto diverse, si sceglie al volo quale moto è in uso). Si può tenere l’app come piccola finestra pop-up, sopra qualunque altra applicazione: navigatore a tutto schermo e piccolo riquadro con la pressione gomme in un angolo. L’allarme funziona anche in background, quindi possiamo tenere il telefono in tasca.

Pregi: App riducibile a pop-up

Difetti: Prezzo

La app batte il display. Questo non toglie che, per scegliere quale TPMS fa al caso vostro, bisogna innanzitutto decidere se si vuole un display aggiuntivo, o se si preferisce usare il proprio telefono (visto che i manubri delle moto sono già abbastanza affollati, e le staffe di supporto sono brutte da vedere).

Con le app, bisogna però ricordarsi di impostare il volume del telefono a un livello alto, ma se abbiamo un interfono bluetooth, sentiremo il messaggio di allarme nel casco. I sensori con display sono però decisamente più pratici, perché rimangono sulla moto e si avviano da soli con il movimento. E sono pure resistenti all’acqua.

Detto questo, il vincitore Fobo Bike ha una marcia in più per quanto riguarda le funzioni e i livelli di personalizzazione offerti, inclusa l’immagine della moto, oltre ad avere dei sensori che pesano poco più della metà degli altri. Curioso notare come i sensori con app, siano più precisi di quelli con display (anche se di pochissimo, nel caso di Alunar). Non abbiamo mai commentato il voto Impermeabilità, per un semplice motivo: hanno resistito tutti alla perfezione al nostro severissimo test. E questa è già una notizia.

N.B: le voci Precisione, Impermeabilità e Leggerezza non hanno bisogno di spiegazioni. Con Efficacia abbiamo valutato la capacità di avvisare di una foratura attraverso segnali sonori e luminosi. Praticità d’uso, invece, tiene conto della facilità d’utilizzo e delle diverse funzionalità offerte dai display e dalle app.

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