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Kawasaki punta sull’ibrido a 48 Volt, ecco i brevetti

Alcuni brevetti depositati mostrano un sistema ibrido a 48 Volt che verrà adattato su alcuni modelli Kawasaki già esistenti. Una soluzione innovativa "prelevata" dal mondo dell'automobile. Sarà il prossimo step prima dell’elettrificazione completa? I dettagli

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Lo scorso anno Kawasaki aveva annunciato che, entro il 2025, avrebbe presentato di 10 modelli elettrificati entro il 2025. È chiaro che progettare almeno 10 modelli partendo da un foglio bianco richiederebbe uno sforzo economico e di tempo non indifferente. Ma come si è visto sulle automobili, convertire alcuni progetti 100% benzina a ibridi è efficace e, soprattutto, conveniente. Ed è proprio quello che sta facendo Kawasaki. Una serie di brevetti forniscono un primo quadro generale sulla strada che la Casa di Akashi intraprenderà nei prossimi anni. Il prototipo della moto completamente elettrica risale ormai a qualche anno fa, mentre verso fine 2021 si è visto il prototipo di un motore bicilindrico di medio/piccola cilindrata (probabilmente 400 cc) abbinato a un motore a 48 Volt. L’obiettivo è quello di sfruttare il bicilindrico a benzina fuori città, mentre è nei centri abitati che entra in azione il motore elettrico. Una soluzione che va incontro alle politiche “zero emissioni” di tantissime metropoli in tutto il mondo.

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Nei brevetti si notano alcune soluzioni adottate per accogliere il sistema ibrido all'interno di una moto che "nasce" endotermica. In primis, l’ancoraggio superiore del monoammortizzatore è possibile grazie a una piastra di metallo collegata direttamente al motore elettrico, posto sopra alla trasmissione a 6 rapporti. Parlando di quest’ultima, sarà automatica per rendere più fluida possibile la transizione tra motore elettrico e termico. Successivamente, la batteria del sistema – grande come una batteria di auto – e tutto quanto collegato a esso sono posizionati sotto alla sella di pilota e passeggero. Caratteristica della batteria è il raffreddamento ad aria, che meno performante di quello a liquido, ma è anche più leggero, compatto ed economico. Il flusso d’aria necessario al raffreddamento verrà canalizzato con degli appositi condotti e carenature specifiche. La progettazione di questo sistema ibrido ha l’obiettivo di essere adattato anche ad altri motori con più cilindri e di cilindrata maggiore.

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