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Green in parlamento, fuori a benzina!

Mentre l’Europa ci proietta verso un 2035 a zero emissioni “costringendoci” all’elettrico, i nostri politici si guardano bene dall’acquistare moto o scooter a batterie

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Giorgia Meloni 

Solamente due parlamentari si muovono a zero emissioni. Gli altri 53 proprietari di moto o scooter bruciano allegramente benzina. Rispetto a 10 anni fa, ben prima del boom dell’elettrico, gli scooter a zero emissioni dei nostri politici si sono più che dimezzati. In un parlamento formato per oltre un terzo da forze che in Europa hanno votato a favore dell’addio ai motori termici nel 2035, soltanto i deputati Gianmauro Dell’Olio (M5S) e Lia Quartapelle (PD) possiedono uno scooter elettrico (quantomeno dell’italiana Askoll). Nessun senatore viaggia a zero emissioni.

Nella XVII legislatura, quella iniziata 10 anni fa, nel 2013, gli scooter elettrici erano 5. Anche se il numero dei parlamentari è sceso da 945 a 600, si tratta comunque di un calo drastico, anche alla luce del fatto che nel solo 2022 le immatricolazioni di scooter e ciclomotori elettrici sono cresciute del 55%.

Per di più, tutto questo succede quando l’Europa stabilisce in via definitiva che dal 2035 non si potranno più vendere automobili con propulsore termico, ma solamente elettriche. Per le moto ancora non è stato stabilito nulla, ma quantomeno la mobilità urbana seguirà, prima o poi, la rotta tracciata dalle auto.

Le moto, come chiede a gran voce l’industria, potrebbero avere l’alternativa dei carburanti sintetici, ma è una strada ancora da definire. L’Acem, l’associazione dei costruttori europei, preme per avere indicazioni dalla politica che consentano di programmare il futuro, possibilmente non con il cappio dell’elettrico a tutti i costi.

Per le moto da turismo, infatti, al momento, l’elettrico non è facilmente percorribile, tra peso e ingombro della batteria e tutte le problematiche relative ai tempi di ricarica e alla disponibilità di colonnine, in particolare al di fuori delle grandi arterie.

Quello sugli elettrici è il dato più eclatante che emerge dal report che pubblicheremo sul prossimo numero di Motociclismo, basato sulle dichiarazioni patrimoniali che deputati e senatori devono compilare annualmente e che include le proprietà di beni mobili come i veicoli.

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