Sono Grecia, Polonia e Bosnia gli stati europei su cui automobilisti e motociclisti rischiano di più. E Sul 42% delle strade europee si rischia fino a trenta volte di più rispetto alla media comunitaria. È quanto emerge dall’Atlante europeo della sicurezza stradale redatto dall’Automobile Club Italiano. Disponibile sul sito www.aci.it, questo atlante consente di visualizzare i tratti più pericolosi per ogni tragitto che si intende percorrere in 20 paesi europei.
Com’è noto, a risultare le arterie viarie più sicure sono le autostrade: due incidenti su tre avvengono su strade a singola carreggiata. In Italia, sebbene le autostrade risultino superiori in sicurezza alla media europea, restano comunque dei tratti pericolosi. Ad esempio la diramazione Predona-Bettolle sulla A26 in provincia di Alessandria, dove 4 incidenti su 10 avvengono in curva, in particolare al km 17; il tratto della A25 tra Torano e Avezzano, in provincia di L'Aquila, dove il 25% dei veicoli coinvolti in incidente viaggia ad alta velocità e il picco dei sinistri si registra a giugno; il tratto della A14 tra Bari nord e Taranto nord, dove il 37% degli incidenti avviene in curva, soprattutto ai km 685, 718 e 743, coinvolgendo prevalentemente conducenti giovani con meno di 30 anni.
"Lo studio – ha dichiarato il presidente dell'Aci, Enrico Gelpi - giudica positivamente la rete italiana rispetto ai 111 tratti esaminati. Gli incidenti mortali si concentrano sul 10% della rete stradale europea ed è proprio su questi tratti che si devono convogliare gli sforzi delle istituzioni per l'ammodernamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali. La carenza di fondi non è una giustificazione per rinviare ciò che è ormai improrogabile, perché gli investimenti sulle strade fruttano 20 volte in termini di risparmi sociali imputabili all'incidentalità. L'ONU richiama tutti gli Stati a impegnarsi per la sicurezza stradale nel prossimi decennio: questo Atlante evidenzia da dove cominciare a lavorare sulle infrastrutture".