“Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sazia...”
ARNO E DINTORNI Così Dante descrive l’Arno nel canto XIV del Purgatorio. Capacità ispiratorie a parte, un aspetto che caratterizza l’Arno è la sua totale “toscanità”. Nasce infatti dalle propaggini del Monte Falterona, a circa 1.600 metri di quota, tra Casentino e Mugello, e dopo aver solcato per ben 240 chilometri la regione, attraversandone anche il capoluogo, sfocia nel Tirreno, a Marina di Pisa. La nostra esplorazione prende il via dalla sorgente di Capo d’Arno, raggiungibile solamente dopo aver parcheggiato la moto e con un paio d’ore di buon cammino. Qui alla sorgente, una targa del Cai di Firenze riporta i versi di Dante. Per incrociarlo di nuovo bisogna scendere fino alla Statale 310 del Casentino dove, in prossimità del valico di Croce a Mori, ha già assunto le sembianze di torrente di montagna, grazie all’apporto delle acque di altri ruscelli. La strada, molto tranquilla, scende alla volta di Stia, dominata da due bei castelli che si fronteggiano sulle opposte rive del fiume: a sinistra, Castel Porciano, che le memorie storiche fanno risalire all’anno Mille. Si narra che anche Dante vi si recò più volte per far pressione sui Conti Guidi, influente famiglia casentinese. Più in alto, sul versante opposto a qualche chilometro dal paese, il castello di Romena; uno stretto viale di cipressi cela in parte alla vista le tre torri, i resti delle mura e di due antiche porte, una delle quali con ponte levatoio.