Lo scheletro non cambia: identici al passato il telaio a culla sdoppiata in acciaio (pesa 14 kg e prevede sei attacchi motore, due dei quali evidenziati in rosso), il telaietto reggisella in alluminio (imbullonato) e il forcellone in alluminio a doppio braccio che attiva il “mono” con un leveraggio. La novità principale è la ruota anteriore, ora da 19x2,5” con gomma 110/80 in luogo di quella da 21x2,15” con gomma 90/90. Invariata la posteriore da 18x4” con gomma 150/70. I cerchi sono ancora a raggi, tubeless. Modificate le sospensioni.
Si tratta sempre di unità Showa semiattive con regolazione del precarico manuale davanti ed elettronica dietro, però con assetto rivisto e corsa alla ruota inferiore: dai 230 mm (ant.) e 220 mm (post.) della precedente Adventure Sports si passa oggi ai 210 mm della forcella (che ha steli di 45 mm di diametro) e ai 200 mm del “mono” (che ha pistone di 46 mm di diametro). Il risultato di queste modifiche è un’Africa più bassa: l’altezza della sella (che è sempre regolabile su due posizioni) scende da 885/865 mm a 850/830 mm (valori rilevati dal nostro centro prove) e l’altezza minima da terra passa da 250 a 220 mm. Diminuiscono interasse (da 1.575 mm a 1.570 mm) e avancorsa (da 113 mm a 106 mm) mentre non cambia l’inclinazione del cannotto di sterzo (27,5°). L’impianto frenante è invariato e sfrutta, davanti, dischi di 310 mm di diametro con pinze Nissin ad attacco radiale a quattro pistoncini. Dietro c’è un disco di 256 mm con pinza flottante Nissin a un pistoncino. Identico il serbatoio, il quale ha capacità di 24,7 litri (rilevata). A vuoto, la nuova Adventure Sports DCT pesa 243,9 kg (rilevati) con alcuni accessori (barre di protezione, faretti supplementari, cavalletto centrale), valore in linea con quello del modello che sostituisce.
La versione con cambio tradizionale pesa secondo la Casa 10 kg meno di quella con cambio automatico a doppia frizione.
