Il monocilindrico, che oggi impera tra le moto da fuoristrada spinto, è stato considerato, per anni, un motore “normale” anche per fare turismo ma, da una ventina di anni a questa parte, è caduto decisamente in disgrazia. I suoi difetti, considerati imperdonabili da molti, sono due: le vibrazioni e la scarsa potenza massima.
Nel primo caso è vero, un motore con un solo pistone e una sola biella produce tantissime vibrazioni, maggiori rispetto ai pluricilindrici. Ma si possono combattere con l’ausilio di contralberi e di silent-block tra motore e telaio. Guido e posseggo mono dagli anni Ottanta e non ho mai trovato che le vibrazioni fossero un problema, eccezion fatta per la KTM 640 Lc4, le Borile con motore GM e la Royal Enfield Bullet “originale”, non quella col motore attuale: su queste tre, in effetti, le sentivo decisamente. Però non siamo tutti uguali. C’è chi risulta particolarmente insofferente. Inoltre, con l’incedere del progresso, siamo tutti sempre più fighetti e poco tolleranti: tempo fa m’è capitato di guidare una Morini Tre e Mezzo degli anni Settanta, quindi bicilindrica a V e sono rimasto basito da quanto vibrasse, sicuramente più di una monocilindrica moderna. Negli anni 80/90 ne ho possedute due e non ricordavo tutti ‘sti tremori!
Se invece parliamo di scarsa potenza massima, sì, è vero. Quando un progettista studia un motore per un certo utilizzo, a parità di cilindrata, di tecnologia e soluzioni adottate ricaverà sempre più cavalli da un bicilindrico piuttosto che da un mono. E ancora più da un tricilindrico, da un quattro, ecc.