Oltre alla sella, di comoda c’è la posizione di guida, naturale, con manubrio molto largo e i comandi che sono facili da raggiungere ed azionare. Le pedane arretrate e vicine al piano sella sono però più adatte alle persone di bassa statura. Tra i riser del manubrio e la piastra della forcella c’è un silent block per inibire le vibrazioni, che però si avvertono su manubrio e serbatoio, senza arrivare a livelli drammatici. Ma il gioco di quel silent block è eccessivo, tanto che pensavamo che il riser si stesse svitando, mentre in realtà era serrato a dovere. Questo gioco è fastidioso, perché il manubrio si sposta avanti e indietro in frenata ed accelerazione. Lo sguardo cade in maniera naturale sulla ricca strumentazione a colori, dove spicca il già citato indicatore della pressione degli pneumatici, vera chicca per una moto di tale prezzo. Pessimi, invece, gli specchietti retrovisori, troppo molli nello snodo tra specchio e stelo. L’avviamento è molto pronto anche dopo una notte all’aperto sotto lo zero. Dal terminale di scarico, che nell’aspetto ricorda le Kawasaki, esce una tonalità più piacevole rispetto a quelle delle moto giapponesi dotate di bicilindrico in linea fasato a 180°. Di questa architettura si riconosce bene il tipo di scoppi, con due vicini (ma a distanza diversa dai 270°) e una pausa. L’erogazione è simile a quella delle Honda CB500 e delle vecchie Kawasaki ER-5: il motore è quindi elastico e gira regolare dai 2.500 giri in su, non ha fastidiosi effetti on-off, è molto pastoso, ma è un po’ carente di coppia ai bassi regimi, a causa della cubatura. Viene quindi da scalare le marce più spesso rispetto ai bicilindrici da 650 cc o al 500 cc fasato a 270° della Brixton Crossfire che, per noi, vanta la migliore erogazione ai bassi tra i bicilindrici in linea da mezzo litro. La frizione è morbida e lo stacco è dolce e progressivo, mentre il cambio ha gli innesti corti ed è preciso. Appena partiti, la moto mette a proprio agio e fa venire voglia di affrontare lunghi viaggi, specie su sinuose e burrose strade collinari. Andrebbe benissimo anche in autostrada, se il cupolino non creasse troppi vortici. Si trova parecchio distante dal busto e si può regolare su due posizioni, in maniera laboriosa: bisogna scendere dalla moto, svitare completamente un pomello e allentare due viti. Ma che sia alto o basso, provoca vortici già a partire dai 110 km/h, che fanno oscillare il casco ad alta frequenza. Nonostante questo, la moto invoglia a macinare chilometri anche in autostrada. La sella ha imbottitura e conformazione corrette per poter resistere ore di fila, mentre il passeggero ha una porzione meno spaziosa, più dura e con appigli per le mani troppo vicini ai fianchi. Nelle manovre da fermo si preferirebbe avere un angolo di sterzo maggiore, ma la sella bassa aiuta. Alla prima curva viene in mente la critica che abbiamo già rivolto alla Kawasaki Versys 650: perché la ruota anteriore da 17” e non una 19”, che la renderebbe più versatile? Con la 17” gli innesti in curva sono rapidissimi, tanto che bisogna prenderci la mano per evitare di inclinarla più del previsto. Bisogna lasciarla andare, curva da sola. Ma siccome ha una vocazione “adventure”, che va tanto di moda adesso, con una 19” all’avantreno sarebbe più a proprio agio nelle strade sterrate. Le sospensioni da 150 mm di corsa alla ruota sono un compromesso riuscito tra la stabilità su strada (molto buona) e l’assorbimento di fondi sconnessi ma non troppo (asfalto rovinato, sterrati facili). I freni Nissin sono potenti e modulabili, ma l’ABS ha un comportamento strano: davanti non è invasivo neanche su sterrato, dietro lo è parecchio, ma solo frenando forte. In pratica, su sterrato non entra in azione se si frena normalmente, mentre su asfalto lo fa anche sull’asciutto, se si aziona il pedale con decisione. I consumi sono più elevati rispetto alle rivali dirette, ma sono comunque buoni. In tutto abbiamo riscontrato una media di 19 km/l quando, in condizioni simili, con la Benelli abbiamo sfiorato i 21 e con la Honda abbiamo superato i 25. Il serbatoio tiene 16,5 l, per un’autonomia media di 314 km; il cambio olio va effettuato ogni 5.000 km. I fari a led non sono molto potenti e c’è una zona non illuminata nei primi metri davanti alla ruota anteriore, ma il fascio è bene distribuito.