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Marquez ostaggio della Honda

Questa mattina, dopo la quinta caduta del weekend, Marc ha alzato bandiera bianca, abbandonando la “sua” pista pur avendo ricevuto l’ok a correre. È l’ennesimo smacco per la HRC e l’ultimo tassello di una storia che non sembra dare vie di scampo né al pilota né alla Casa

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Il GP del SachsenKing ha perso il suo Re. Qui dove ha trionfato undici volte su undici presenze, ‘sta volta Marquez ha rimediato il 7° posto in griglia di partenza, l’11° nella Sprint Race, un dito medio indirizzato verosimilmente alla sua Honda, una falciata a Zarco, cinque cadute e una piccola frattura che gli è valsa il ritiro dal GP. Una rinuncia, quest’ultima, più che un impedimento fisico, avendo Marc ricevuto il fit dal medico di gara. Il Sachsenring 2023 rimette dunque la R al posto della K e mai come oggi certifica la clamorosa crisi tecnica della Honda e i mal di pancia del suo pilota di riferimento, per nulla disposto a nasconderli ancora. Una situazione resa ancor più tesa dagli infortuni di Alex Rins e di Joan Mir, relegato all’ultimo posto nella classifica generale, onta mai subita prima dal team HRC.

L'incidente con Zarco

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La resa di Marquez, forse la prima in una carriera che non ha mai contemplato l’abbandono del campo di battaglia senza combattere, è un messaggio nuovo e potentissimo che suona come un ultimatum alla Honda. Il problema è che Marc, a questo punto della carriera, sembra prigioniero di se stesso e della HRC. Il primo motivo è che ha un contratto che scade alla fine del 2024 e che, a quanto pare, prevede una panale superiore a 50 milioni di euro in caso di rescissione anticipata. Né lui né una qualsiasi Casa motociclistica impegnata in MotoGP avrebbero convenienza a sobbarcarsi un esborso simile per averlo l’anno prossimo; a quel punto tanto varrebbe aspettare il 2025. La seconda ragione della “detenzione forzata” dell’otto volte campione del mondo sono le sue straordinarie doti di guida: chi avrebbe convenienza a portarsi in casa MM93? Se vinci è merito suo, se perdi non gli hai dato la moto giusta.

Con una Honda in queste condizioni tecniche, costretta addirittura a rivolgersi alla Kalex per confezionare una ciclistica se non altro comunicativa, è ovvio che Marquez si guardi intorno. Ma Marc, realisticamente, oggi ha davvero una possibile destinazione? Scartata l’ipotesi Yamaha, che sarebbe come passare dalla padella alla brace, in questo momento la sua prima scelta potrebbe essere la Ducati, se non altro vedendo che effetto ha avuto sul redivivo fratello Alex. Tuttavia Pecco, Enea, Martin, Bezzecchi e Marini sono lo straordinario patrimonio umano su cui Borgo Panigale ha investito, e per Gigi Dall’Igna non avrebbe alcun senso rimescolare le carte per un 32enne ingombrante come Marquez. Altra ipotesi potrebbe essere l’Aprilia, enormemente più competitiva della Honda se solo recuperasse la competitività dello scorso anno. Diventa tuttavia difficile ipotizzare che a Noale ci siano le risorse economiche per portarsi a casa Marquez. Quelle, più facilmente, le avrebbe KTM, anche grazie al munifico sponsor Red Bull. Peccato che Pedro Acosta sia già nell’orbita di Mattighofen per la MotoGP 2024 con una missione già assegnata: scrivere l’era del dopo Marquez.

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