RIFLESSIONI Dopo due ore e una sola caduta, finisce la mia prima gara di cross country. Anche se non trovo schiere di fan ad aspettarmi all’arrivo, sono molto contenta. Ho raggiunto i risultati che mi ero prefissata: ho fatto una gara accettabile, non ho intralciato nessuno, non ho infangato la tutina rosa di Gualdani e non ho scomodato i soccorsi. Alla fine, affrontare il tutto con calma e concentrazione è stata la scelta migliore, almeno per questa prima volta. Alla prossima, non credo che farò passare chicchessia e sono sicura che non avrò più le fobie che hanno accompagnato i primi giri. Anche se qualcuno potrebbe non trovare un senso nella scelta di affrontare una sfida dove, fin dal principio, si sa che si arriverà tra gli ultimi, sono convinta che un senso, in realtà, ci sia. Confrontarsi con persone più esperte, vederle girare da vicino, o provare a tenere il loro passo, è molto utile. Si capiscono meglio i propri limiti, si impara ad accettarli per migliorarsi. Nel cross country, come in qualsiasi altra disciplina, per perfezionare il proprio stile di guida ci vogliono tempo e fatica, ma anche tanta voglia di osservare e, in un certo senso, lottare. So che avrei potuto fare di meglio. Me ne rendo conto soprattutto dopo aver visto la seconda manche, quella dei professionisti, di chi è abituato a dare il massimo senza badare alla fatica e al dolore. Ammetto che quando ho visto girare quelli della classe XC Pro, Pro lite, Sport A, B e C e XC team, ho capito quanta strada ho davanti e il mio orgoglio ne è uscito un po’ a pezzi, come colpito da un bastone. Ma ne è anche uscito sazio, attirato da una carota. Anzi, da un’intera “crossata” di carote, che mi porterà, col tempo, a ripetere sicuramente l’esperienza. Prima di assistere alla performance dei “grandi”, c’è stata infatti la premiazione delle prime categorie scese in pista, inclusa la mia, la femminile. E in quel momento, senza troppe sorprese, mi hanno dato un incoraggiamento senza prezzo: una coppa che, ogni volta che la riguardo, mi sembra luccicare come l’oro, anche se è fatta di plastica. E sulla targhetta, c’è scritto: Italian Cross Country - 1° classificato- Cat: XC Women. Sono arrivata prima.