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Il pistaiolo su strada va fortissimo

Il titolo è provocatorio. E non è sempre vero. Anzi, per me è stato proprio il contrario: da quando ho iniziato ad andare in pista ho rallentato tantissimo la mia andatura su strada

Il pistaiolo su strada va fortissimo

La volta scorsa ho parlato della prima esperienza in pista, di quanto sia difficile - per una persona normale, non per un grande talento del motociclismo - iniziare a capire da che parte si è girati (cliccate qui se non avete ancora letto l’articolo). Ho detto due o tre cose su ciò che si deve imparare, che è tantissimo e complicato. Per me la prima difficoltà è stato capire quanto ampie/strette siano le curve (la vista non basta). Poi devi trovare i riferimenti per le staccate. Per capire che dovevo capirli ci ho messo qualche anno, tra l'altro dietro suggerimento. Di Marco Lucchinelli a un DRE, che me lo ha spiegato con un aneddoto (in una gara è andato di notte a tracciare i punti delle staccate con la vernice spray). E considerate che tra capire che devi capirli e capirli capirli c'è il mare. Poi devi capire quanto puoi piegare, che è molto di più che su strada. Qui purtroppo c'è da mettere in conto qualche scivolata. Poi, strettamente collegato, c'è da capire quanto gas puoi dare in uscita di curva, e anche questo è molto di più che su strada. Poi c'è tutto il balletto dei movimento in sella, e qui...

 

IL BELLO DELLA COREOGRAFIA

Per guidare sportivi, oltre alla bombardata dei "capire" che ho detto prima, c'è da imparare quella bella cosa che è il lavoro di corpo. In sostanza: prima di una curva apri la gamba, fai scivolare il sedere da una parte (preferibilmente la stessa della curva), spingi sulle pedane, abbracci il serbatoio e... sei pronto a godere della piega. Poi se sei lento e piantato in mezzo alla pista, che importa? Tanto quelli bravi davvero non ti vedono, sono tutti in TV. Se escludiamo cosa si deve fare con le pedane - spingi su quella interna, no, su quella esterna, cosa che ancora non ho capito - la teoria della guida di corpo è piuttosto semplice. Fatevela illustrare a gesti sulla moto, non a parole, dal vostro amico bravo e già sapete tutto quello che si deve fare. Poi dovete farlo, e qui serve un po' di tempo. 

 

SONO QUASI MARQUEZ, ANZI PER NIENTE

La prima cosa da sapere sulla guida di corpo è che le prime volte non sei mai troppo sporto. Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare come comparsa per alcune riviste di moto, questo mi ha dato l'opportunità di essere ritratto in posa plastica, tipo Marquez. Beh, non era proprio così. In curva, davanti al fotografo, pensavo di essere tipo un funambolo delle due ruote, mi pareva cioè di essere appoggiato sulla sella con il tallone della gamba esterna, piegatissimo, con il casco che volava a due dita dall'asfalto. Mi sembrava di essere lì lì per cadere sotto le ruote. Nelle foto apparivo invece come un tranquillo signore che andava a passeggio in pista imbullonato sulla moto. Mancava solo il bauletto. Massì, un po' di sedere era fuori dalla sella, ma la posizione sportiva era un'altra roba. 

 

POI IMPARI

Dai e dai impari a stare sulla moto, e ad apparire come uno che sa fare. Saper fare davvero però è un'altra cosa. Dicono che sia complicato guidare con il sedere di fuori, appena appoggiati sulle pedane, perché sei in equilibrio precario ed è difficile capire cosa succede, una sbandata, una perdita di aderenza... Ma una volta che la posizione da "pilota" ti viene naturale ho trovato che è anche la migliore per sentire la moto. Non chiedetemi la spiegazione scientifica. Forse è abitudine. Poi questa cosa te la porti dietro anche su strada, e quando vuoi fare una sgambatina, anche solo accennata, non puoi fare a meno di assumere la posizione tipo ultima-curva-del-mondiale. Che, ammetto, a volte è un tantinello esagerata (vedi gallery).

 

TORNO ALLA QUESTIONE

Ok, mi sono lasciato prendere da questi discorsi che sono interessanti e divertenti, e mi stavo scordando del titolo. Andando in pista ho scoperto che su strada ci sono tanti pericoli, muretti, alberi, auto... Ovvio, c'erano anche prima ma non ci facevo caso. Poi ho scoperto che l'asfalto non è quasi mai buono e cambia sempre. Altra ovvietà. Che però scopri quando cerchi qualcosa che soddisfi la tua voglia di piega. Poi un giorno scopro anche che non ci sono le curve della pista. Ero a Bologna, esco con la mia Ex-Up, erano gli anni '90, e mi dico: adesso voglio una curva, una sola come dico io. Beh, niente, avrò fatto un centinaio di chilometri ma non l'ho trovata. Semplicemente nelle strade che conosco non c'era. Sono tornato a casa e ho parcheggiato la moto, da quella volta la mia idea di strada è cambiata.  

 

LA STRADA: MENO EMOZIONI, PIÙ PERICOLO

Tutte queste peripezie stradali mi hanno fatto disamorare della guida sportiva stradale (leggete tutte le parole: guida-sportiva-stradale), ma soprattutto mi hanno fatto andare più piano. Grip, pericoli vari, e poi il Codice... questo insieme di cose rende impossibile guidare di un certo passo, e rende anche inutilizzabile una moto sportiva. La S 1000 R in seconda fa i 150... Ma anche se si staccasse il cervello la cosa che più mi spegne l'entusiasmo è che pur rischiando tantissimo su strada non riesco ad arrivare che ad un misero 60% di ciò che mi offre la pista, e tra l'altro ci arrivo in modo enormemente più pericoloso. 

 

APPELLO

Se ora volete gentilmente scatenare la bagarre di chi dice che sporgersi non serve a niente perché il tal pilota negli anni '60 non si muoveva di un millimetro e batteva tutti mentre l'altro che faceva l'equilibrismo era fermo mentre per me (Aldo) se non ti sporgi vuol dire che guidi antico e oggi non vai da nessuna parte, sarebbe molto bello. Sarebbe anche molto bello se scatenaste la bagarre sul fatto che la guida sportiva su strada è molto più gratificante di quella in pista perché su strada c'è l'imprevisto e devi saperlo gestire e qui si vede il vero pilota. Il mio pensiero su pista vs strada l'ho detto. Pista per sempre.

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