Le differenze rispetto al precedente
RoadSmart II sono molteplici. Le prime che si colgono riguardano il design, ora totalmente rivisto (
qui le foto). La disposizione e gli angoli degli intagli sono stati modificati per favorire la rigidità del battistrada e poter garantire un’usura più uniforme. Questo nuovo layout, denominato iGT (Interconnecting Groove Tread: battistrada con scanalature interconnesse), in caso di fondo bagnato dovrebbe permettere di ottenere un miglior drenaggio dell’acqua verso l’esterno. Variati anche i profili, rispettivamente più “appuntito” e più rotondo a favore della maneggevolezza e della minor spinta da imprimere sul manubrio nella guida. Sul fronte della carcassa, grazie all’utilizzo di fibre sintetiche in rayon, Dunlop ha cercato di ampliare lo spettro di utilizzo ottimale sia per quanto riguarda il “warmup”, e cioè il tempo necessario per il raggiungimento della condizione termica di esercizio, sia riducendo l’incidenza delle temperature sulla resa del pneumatico. In questo quadro di novità fanno parte anche le mescole: dopo averne testate 53 diverse combinazioni durante i collaudi, si è giunti a quella denominata MultiTread. Si tratta di un composto particolarmente resistente all’usura costituito dall’unione di tre polimeri (aventi una costituzione molecolare più allungata per ottimizzare la resistenza dei legami chimici complessiva) con un mix di silice ad alta dispersione.
I vantaggi promessi da Dunlop sono una maggior “fiducia” trasmessa al pilota e una maggiore aderenza sul bagnato anche a basse temperature. In una prima fase, il RoadSmart III sarebbe dovuto essere prodotto in una sola versione (poi denominata Standard), pensata soprattutto per moto turistiche. Durante lo sviluppo però si è riscontrata la necessità di avere anche una versione più adatta, come si diceva, a mezzi più leggeri e “svelti” di ciclistica. La versione SP ha, infatti, una carcassa interna composta da un solo strato di tele, per essere più flessibile e assorbire meglio le sollecitazioni trasmesse dalle ciclistiche più nervose alle alte velocità.