COME VA DUCATI SU STRADA Anche il rapporto con la Ducati è piuttosto… giocoso. Però è un po’ meno chiaro chi, tra moto e pilota, giochi con cosa. L’Hyper non è una moto immediata. È molto alta da terra e ha un’impostazione di guida strana, che la caratterizza da sempre: sulla sella ci si siede in posizione avanzata e si trova un manubrio basso (poco meno rispetto alla “base”), largo e vicino al busto del pilota. La sensazione è quella di trovarsi troppo a ridosso della ruota anteriore: quasi come guidare una bicicletta sedendo direttamente sul manubrio. Ciò non toglie che sia abbastanza comoda: il busto è dritto e le gambe sono distese. Il Desmodue ha una montagna di coppia, da far invidia a un trattore: peccato che sia concentrata ai medi. Non è particolarmente propenso a girare in basso, dove strappa un filo e invita a “tenere in mano” la frizione (duretta) nelle svolte molto strette; non è neanche potente ed emozionante come l’LC8 austriaco agli alti (dove la Ducati trasmette qualche vibrazione); ma tra 3.000 e 6.000 giri ha una schiena prepotente, roba da sollevare con irruenza l’anteriore anche in terza. Il che fa riflettere almeno un paio di volte, prima di ruotare completamente il gas fuori dalle curve lente. Né la guida è particolarmente facile o intuitiva. È doveroso, innanzitutto, adattarsi alla prontezza dell’impianto frenante anteriore, aggressivo già nella fase di “attacco”, e che dispone di una potenza troppo elevata. Poi bisogna prendere confidenza con l’avantreno, e non è cosa di due o tre curve: soprattutto se si cerca di tenere il passo della Kappa. Vuoi per la distribuzione dei pesi, per la geometria di sterzo o per la posizione in sella, sta di fatto che si fatica a “sentire” la ruota davanti in inserimento di curva. Di più: si ha la sensazione che lo sterzo possa chiudersi da un momento all’altro; salvo poi non farlo mai. La forcella morbida non aiuta, perché in frenata e in inserimento curva favorisce un ulteriore trasferimento di carico sull’anteriore di una moto già molto “puntata” in avanti. Agendo sui registri, tuttavia, si può migliorare leggermente questa situazione. Più si curva più si impara a convivere con lo strano feeling trasmesso dal davanti, e a quel punto la SM R deve impegnarsi per scappare. Nello stretto la Hyper è una piuma: i 181 kg rilevati (oltre 12 meno dell’austriaca) e le quote “svelte” la rendono fulminea. Ed è pure abbastanza stabile sul veloce, dove solo esagerando con l’andatura innesca qualche piccola oscillazione di sterzo.