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Al via la Dakar 2020, aria di cambiamenti

Dopo 29 edizioni in Africa e 11 in Sud America la Dakar 2020 cambia completamente scenario spostandosi in Arabia Saudita. Dal 5 al 17 gennaio 351 equipaggi si sfideranno lungo un percorso di circa 8.000 km prettamente sabbioso. Ci saremo anche noi, in gara con il nostro Catanese. Ecco come seguire la gara in TV

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Per la Dakar questo è l’anno dei cambiamenti, non solo geografici. Prima di tutto a livello organizzativo: David Casterà succede ad Etienne Lavigne nella direzione generale della corsa. Ex pilota moto dakariano di alto livello, navigatore auto a fianco di Cyril Despres prima e Stéphane Peterhansel poi, Casterà ha già ricoperto in ASO il ruolo di responsabile del percorso per la Dakar ed è anche organizzatore del Rally del Marocco, una delle prove del mondiale FIM Cross Country Rally. Se si valuta il lato meritocratico è sicuramente il professionista più esperto per ricoprire il ruolo che gli è stato affidato perché sa esattamente cosa vuol dire trovarsi con una moto o un’auto nel deserto e quali sono le problematiche organizzative da gestire in una gara estremamente complessa come la Dakar. La dimostrazione di questo l’ha fornita lui stesso durante la presentazione ufficiale della corsa il 20 novembre 2019 a Parigi: “Il percorso originale era più lungo, ma ho dovuto tagliarlo perché non voglio che i piloti arrivino di notte”.

Ecco un altro cambiamento della gara che la fa tornare alle origini, quando partiva da Parigi e arrivava a Dakar. In Sud America a gennaio è estate, nel deserto fa un caldo infernale e il sole tramonta verso le 20. In Arabia Saudita a gennaio è inverno, l’escursione termica tra notte e giorno può essere veramente alta (0 - 30 °C) e il sole tramonta verso le 17. Questo vuol dire, nelle tappe più lunghe, arrivare sicuramente con il buio e il freddo. È una decisa virata verso l’avventura, quella componente che ha fatto nascere il mito Dakar. Il territorio è una delle grandi incognite, visto che l’Arabia Saudita è la prima volta che si apre all’Occidente. In Arabia Saudita i piloti saranno catapultati in territori completamente sconosciuti con una mentalità della popolazione che invece conosciamo bene. Poi il problema della lingua, in Arabia Saudita capiscono (forse) l’inglese solo nelle metropoli.

Altro cambiamento che viene dall’esperienza di David Casterà è il perfezionamento della guerra ai “mapman”, tecnici specializzati assunti dai vari team per studiare il road-book che viene fornito ai concorrenti la sera prima, trasferirlo al PC in un software militare tipo Google Maps molto più avanzato e dettagliato, per studiare eventuali scorciatoie del percorso nel rispetto della validazione dei waypoint che sono punti di passaggio obbligatorio. Per stroncare la carriera dei mapman, già un anno fa era stata applicata l’idea di consegnare il roadbook già colorato (evidenziazione dei pericoli, limiti di velocità ecc) e con il divieto di scrivervi sopra qualsiasi cosa, ma i mapman avevano avuto modo di lavorare lo stesso (come dimostrato da Kevin Benavides, quando venne pizzicato con le note scritte sul serbatoio). Così Casterà ha deciso che il roadbook andrà consegnato solo pochi minuti prima della partenza, soluzione già sperimentata al Rally del Marocco 2019.

1/8 Dakar 2019 - Day 10

Dopo l’emergenza dell’anno scorso, che portò a una Dakar ridotta (10 tappe, 5.540 km totali, 2.900 km di prove speciali) questa sarà in linea con le precedenti: 12 tappe, 7.850 km di cui 5.100 di prove speciali. Anzi, in realtà il rapporto tra PS e trasferimenti è a favore delle prime. 351 piloti da 50 nazioni, tra cui 170 moto/quad, 134 auto/ SSV e 47 camion. Nonostante le incertezze legate alla nuova location (carenza di diritti umanitari, paura del radicalismo islamico, ecc) c’è stato un leggero incremento rispetto alle ultime edizioni. La prima parte del Rally si svilupperà su piste incrociate e parallele lungo la costa del Mar Rosso, che metteranno alla prova i concorrenti a causa della difficoltà di navigazione.

La seconda parte sarà caratterizzata da percorsi immersi in scenari stupendi, ma con grosse difficoltà legate alla quantità di sabbia e dune da attraversare. Si parte da Jeddah, a 20 km da La Mecca e si risale la costa del Mar Rosso fino a Neom dove è subito tappa Super Marathon (solo dieci minuti di assistenza meccanica in parco chiuso). Poi si piega a Sud-Est verso Riyadh, dove è prevista la giornata di riposo l’11 gennaio. Quindi si prosegue verso il Sud-Ovest di Wadi Al- Dawasir e si risale per virare a Sud-Est per raggiungere Shubaytah ed Harad dove è prevista la Tappa Marathon (assistenza proibita per tutti gli equipaggi). Da lì si riparte in direzione Qiddiyah dove il 17 Gennaio si conclude il programma della 42° edizione.

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Tappa 1: da Jeddah ad Al Wajh percorrendo 752 km (319 km di speciale). Terreno: 28% di sabbia, 35% di terra, 6% di asfalto, 25% di pietra, 5% di dune

Sono presenti tutti i maggiori team ufficiali e la vittoria finale è alla portata di diversi big, a testimonianza dell’altissimo livello che ha raggiunto la categoria moto. Favoritissimo lo squadrone KTM con Toby Price, Matthias Walkner e Sam Sunderland. Ognuno di questi piloti ha già vinto la Dakar almeno una volta e gli avversari sperano ormai solo nella statistica, visto che KTM non potrà vincere per sempre (ha vinto le ultime 18 edizioni di fila...). Adrian Van Beveren è il pilota di punta Yamaha e ha già sfiorato la vittoria. Con lui in squadra ci sono Xavier de Soultrait e Franco Caimi, velocissimi ma non tra i favoriti e il debuttante Jamie McCanney, ex campione mondiale enduro junior.

Chi le ha veramente provate tutte è Honda HRC Monster Energy: il missile Joan Barreda Bort, che quando sta in piedi è capace di dare mezz’ora a tappa al secondo, non è garanzia di affidabilità mentre il suo compagno Ricky Brabec ha invece dimostrato di essere molto più consistente (l’anno scorso ha rotto la moto quando era saldamente in testa). Dal velocissimo Kevin Benavides ci si aspetta il riscatto della non esaltante gara 2019. Chi ha invece concrete chance di vittoria è il Team Rockstar Energy Husqvarna con Pablo Quintanilla che, l’anno scorso, si è rotto la caviglia negli ultimi chilometri quando era in lotta per la vittoria con un fenomenale Toby Price che correva con un polso rotto! Il veterano Paulo Goncalves passa da Honda HRC al Hero Motosports (sempre con le Speedbrain). Difficilmente potrà lottare con i giovani pazzi furiosi che si allenano tutto l’anno per un solo evento. Puoi vincere tutte i Rally che vuoi in ogni parte del mondo, ma quello che conta veramente è solo uno e si chiama Dakar. Tra gli altri piloti segnaliamo Laia Sanz sulla KTM marchiata GasGas e gli enduristi Santolino ed Aubert sulla TVS Sherco.

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Nove gli italiani presenti nella categoria moto oltre al sottoscritto (Francesco Catanese), tra cui i nostri due specialisti Jacopo Cerutti e Maurizio Gerini con le Husqvarna 450 Rally del Team Solarys. Graditissimo ritorno di Fabio Fasola con una Husqvarna 450 Rally del Team Partauto mentre, sul fronte dei privatissimi “Original by Motul”, ex Malle Moto, ci saranno Alberto Bertoldi e Cesare Zacchetti, entrambi con KTM 450 Rally, Mirko Pavan su Beta 430 Team NSM di Mirco Miotto e Matteo Olivetto su KTM EXC 450 Team ABC Rally Action di Bubi Chinaglia. Anche Alessandro Barbero sarà completamente autonomo con la sua KTM EXC 450, ma non c’era più posto nella Original, schierandosi nella gara classica.

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Francesco Catanese e Claudio Grazia, che fornisce supporto tecnico

Purtroppo, come negli ultimi anni, anche l’edizione 2020 della Dakar non sarà trasmetta live in TV, ma un riassunto della tappa, di tutte le categorie, sarà trasmesso ogni giorno alle 18 sul “Canale 20” del digitale terrestre. Oltre a ciò la Dakar 2020 potrà essere seguita anche sui Eurosport, con gli hihlights giornalieri previsti ogni giorno alle 23 sul canale 1.

Di seguito il calendario completo della Dakar 2020:

5 gennaio – prima tappa: Jeddah – Al Wajh (752 km, 319 di speciale)

6 gennaio – seconda tappa: Al Wajh – Neom (401, 367 km di speciale)

7 gennaio – terza tappa: Neom – Neom (489 km, 404 km di speciale)

8 gennaio – quarta tappa: Neom – Al Ula (676 km, 453 km di speciale)

9 gennaio – quinta tappa: Al Ula – Ha’il (563 km, 353 km di speciale)

10 gennaio – sesta tappa: Ha’il – Riyadh (830 km, 478 km di speciale)

11 gennaio – riposo

12 gennaio – settima tappa: Riyadh – Wadi Al-Dawasir (741 km, 546 km di speciale)

13 gennaio – ottava tappa: Wadi Al-Dawasir – Wadi Al-Dawasir (713 km, 474 km di speciale)

14 gennaio – nona tappa: Wadi Al-Dawasir – Haradh (891 km, 415 km di speciale)

15 gennaio – decima tappa: Haradh-Shubaytah (608 km, 534 km di speciale)

16 gennaio – undicesima tappa: Shubaytah – Haradh (744 km, 379 km di speciale)

17 gennaio - dodicesima tappa: Haradh – Qiddiyah (447 km, 374 km di speciale)

1/22 Dakar 2019 - Day 7: KTM - Sam Sunderland
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