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Nel cuore spirituale della Polonia

Una strada unisce i castelli che Casimiro il Grande fece costruire come nidi a difesa dell'antica capitale. Tutto intorno foreste, grotte... e le alte vette dei Monti Tatra
1/28 Un suggestivo scorcio sulle rovine del Castello di Ogrodzieniec

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Il nostro desiderio di conoscere la Polonia a partire da Cracovia ci ha spinti ad attraversare Slesia e Piccola Polonia: seguendo la Strada dei Nidi d’Aquila, abbiamo esplorato l’altopiano del Jura Czestochowa-Cracovia, e poi ci siamo fermati al cospetto dei Monti Tatra, all'altezza della località sciistica di Zakopane. Auschwitz si trova a soli 70 km a ovest di Cracovia, ma questa volta, per questione di tempi stretti, non l'abbiamo inserita nell'itinerario; considerate comunque che per una visita ai campi di concentramento ci vogliono almeno 3 ore, e ne vale sempre la pena. Il nostro viaggio segue rotte minori, finendo spesso in stradine di campagna che assecondano le morbide colline circostanti, in un’altalena divertente tra saliscendi panoramici e continue immersioni nelle foreste circostanti. La primavera regala al paesaggio polacco mille sfumature di verde ma, allo stato attuale, la frenetica costruzione di infrastrutture autostradali, necessarie allo sviluppo del Paese, rende tutte le vie principali autentici gironi infernali e, tra camion e lavori in corso, guidare una moto può risultare assai faticoso oltre che pericoloso. L’alternativa è costituita da un dedalo infinito di stradelle, a volte sterrate, e non sempre facili da raccordare. Quindi, cartina alla mano, godiamoci il viaggio alla vecchia maniera… senza navigatore.
Un suggestivo scorcio sulle rovine del Castello di Ogrodzieniec
Alle porte di Czestochowa, apriamo l’itinerario con la visita al Santuario della Madonna Nera col Bambino, ritenuto il più importante centro di culto cattolico del Paese. Parcheggiata la nostra Africa Twin, un lungo viale alberato introduce al Monastero di Jasna Gora, che custodisce l’icona della Madonna. Leggenda vuole che sia opera dell’evangelista San Luca, contemporaneo di Maria, e che quindi ne ritragga il vero volto. È considerato il cuore spirituale della Polonia, dove ogni anno arrivano oltre quattro milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo, che vi confluiscono grazie a 50 percorsi a piedi: il più lungo conta 600 km; il più antico parte da Varsavia (esiste dal 1711). Nel 1936 anche Karol Wojtyła (papa Giovanni Paolo II) si mise in cammino da Cracovia per rendere omaggio alla Madonna in occasione della sua festa, il 15 agosto. Noi aggiungiamo l’opzione moto. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale a Czestochowa vivevano 28.500 ebrei, dopo l’ingresso delle truppe tedesche (3 settembre 1939) ne rimasero in vita solamente 1.500. Numeri e pagine drammatiche di storia da non dimenticare. Ma la Polonia è tornata a sorridere e a divertire, e così ci lanciamo, a colpi di marce sequenziali, sulla strada dei Nidi d’Aquila (Szlak Orlich Gniazd), un itinerario turistico lungo circa 164 km, dove potrete ammirare ciò che resta delle fortificazioni di Casimiro il Grande (XIV sec): un sistema difensivo di castelli a guardia di Cracovia, al tempo capitale. E, mentre studiamo la cartina per cercare di visitare quanti più castelli possibile, scopriamo che in polacco la parola droga significa strada! E la statale ci porta alle fortezze di Olsztyn e di Ogrodzieniec. Sono più o meno visibili dalla strada e questo li rende invitanti. Per vedere tutti i castelli, almeno dall’esterno, è un continuo mettere frecce e cambiare direzione: è una caccia al castello in piena regola ed è divertente. Attorno una campagna verde fluorescente fa da tappeto all’orizzonte, dove spuntano all’improvviso merli (o ciò che resta di loro), torrette di avvistamento, cinte murarie. Dalle rovine del castello di Ogrodzieniec (XIV sec) si domina l’altopiano dello Jura. Imponente e regale, è teatro di folcloristici tornei cavallereschi. Un suggerimento per accedervi: regalatevi una notte al 511 Design Hotel Spa, il costo della camera è più che ragionevole per la location e i servizi offerti, e sarete accanto alle mura del castello.
Arrivati a Olkusz, comune rurale della Małopolska (Piccola Polonia), il GPS suggerisce la 94 per Cracovia, mentre la cartina ci mostra una via alternativa. Risalendo così la 783, lo sguardo incrocia la torre di avvistamento del Castello di Rabsztyn, ma la prossima sosta la dedichiamo al maniero rinascimentale di Pieskova Skała, che ospita parte della collezione del Royal Castle Museum di Wawel, con preziosi oggetti d’arte e di artigianato (XV-XIX sec). Ripresa la strada, appena il tempo di impostare la curva, ecco che si manifesta la Clava di Ercole: uno spettacolare pilastro di roccia calcarea, alto 25 metri. Sempre accompagnati da una natura rigogliosa, attraversiamo l’Ojcowski Park Narodowy: in realtà è il più piccolo della Polonia ma, in soli 21 km, racchiude due castelli, numerose grotte, escursioni a piedi e tanta bellezza. Arrivati al paese di Ojców vi imbatterete in un divieto di transito, passate oltre: è concesso a chi debba raggiungere una delle attività commerciali del paese. Noi siamo andati da Magda e Agnieszka, rispettivamente mamma e figlia, che gestiscono un piccolo ristoro con annesso vivaio di trote, e saranno liete di affumicarle per voi appena pescate!
Raggiungiamo finalmente Cracovia, il cui centro storico è tra i primi siti Patrimonio dell’UNESCO (1978). Ne siamo rimasti entusiasti e suggeriamo di dedicarle almeno una notte, ma meglio due. Lasciate la moto in garage e salite in carrozza! Un romantico giro turistico della durata di 30 minuti vi costerà 150 zł (35 euro) con partenze dal lato nord della piazza centrale. Dedicatevi poi al Castello Reale di Wawel, alla sua Cattedrale, che per secoli è stata sede preposta all’incoronazione dei monarchi polacchi e alla Grotta del Drago. Non perdetevi, infine, una passeggiata al tramonto lungo la Vistola. L'antica capitale della Polonia è una città estremamente vivace, che offre mille spunti di visita e Rynek Główny ne è il cuore pulsante, oltre che la piazza medievale più grande della Polonia. Sulla piazza del mercato si affacciano moltissimi ristoranti e caffè storici e, se vedete un corridoio tra i palazzi, entrate: troverete piccoli negozi e graziosi locali nei cortili interni. Ogni angolo è una piacevole scoperta. Una curiosità: allo scoccare di ogni ora, dalla torre della Basilica di Santa Maria, un trombettiere suona l’heinał, la breve melodia di cinque note divenuta simbolo musicale di Cracovia. Viene ripetuta 4 volte, una per ogni punto cardinale, ogni ora, anche di notte, da una squadra di 7 trombettieri che si alternano con turni di 24 ore ciascuno. L’appuntamento di mezzogiorno viene pure trasmesso dalla radio nazionale attraverso un altoparlante Marconi… tutto questo dal 1929! Prenotando la salita sul campanile si può assistere di persona all’esecuzione. Per gli amanti delle rassegne “curiose” segnaliamo il museo del flipper: una sessantina di esemplari storici (e non) e altri giochi vintage (pac man, space invaders), vi aspettano dalle 12 alle 22.
Dai portici del Fondaco dei Tessuti si ammira una delle viste più suggestive sul Rynek Główny, la piazza medievale più grande d’Europa (quadrata con 200 m di lato), su cui si affaccia la Basilica di Santa Maria
Imboccata la 94 salutiamo Cracovia con l'intenzione di imboccare la droga più veloce per Zakopane, che sarebbe l’accoppiata 7-47, ma Google Maps ci avvisa che ci aspettano più strade rosse che celesti (prima di imboccare una strada siamo ricorsi spesso a una verifica online del traffico!). Puntiamo così su Wieliczka, 14 km a sud-est della città, lungo la E-40, dove si trova la più importante miniera di salgemma della Polonia. L’altra è a Bochnia, poco più avanti. A voi la scelta, ma non mancate di visitarne almeno una. Svoltando sulla 965 la carreggiata si restringe e diventa progressivamente più guidata, apprezziamo così l’agilità dell’Africona, pronta a farci divertire appena la mezzeria si increspa. Quest’area è tutt’altro che monotona, le linee di asfalto galleggiano tra le colline formando un morbido ottovolante che sale a sbirciare il panorama per poi tornarsene in apnea nel bosco. L’asfalto purtroppo non è un granché, serve attenzione. Poi è la volta di Czarny Potok e del suo bel santuario ligneo della Madonna Sofferente, risalente al XVIII secolo, che custodisce al suo interno un famoso quadro della Pietà. Al passare dei chilometri l’ambiente acquista un graduale sapore di montagna, la nostra guida diventa il fiume Dunajec (dove si pratica il rafting) e l’ultima svolta prima del confine con la Slovacchia ci indirizza verso il lago Czorsztynskie, costeggiando il Pieniñski Park Narodowy. Altro piccolo suggerimento: affacciatevi oltre la diga per non perdere i castelli vista lago di Niedzica e Czorsztynie, ma poi abbandonate la 969 e fidatevi della cartina impostando sul GPS Lapse Nizne come punto di passaggio.
L'itinerario si chiude a Zakopane, la località di montagna più rinomata della Polonia, affollata di turisti, ma con bellissime ville di legno di fine ottocento. Prima di arrivarci, godetevi la vista dei Monti Tatra, la catena montuosa più alta dei Carpazi, che si estende per circa 60 km disegnando il confine tra Polonia e Slovacchia. La cima più alta (Monte Rysy) raggiunge i 2.499 m di altezza, e le vette oltre i 2.000 m sono circa una ventina, e questo è garanzia di una spettacolare quinta di montagne. Anche per il panorama Zakopane fu meta di pittori, poeti, scrittori e musicisti. Fatevi un giro al Museo dello Stile, all’interno di Willa Koliba. In agosto, la cittadina ospita il Festival Internazionale di Folklore di Montagna, con musica e balli tradizionali, un’ottima occasione per avvicinarsi al popolo polacco.

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