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Turismo: Abruzzo – Fra Ortona e Roccaraso, sulle strade del Medioevo

Viaggiamo sulle strade che collegano i paesi medioevali dell’entroterra abruzzese. Partendo da Ortona seguiamo un tratto di costa, che è tra le zone più affascinanti dell’intera fascia litoranea, fino a San Vito Chietino. Qui si trova l’Eremo Dannunziano. Svoltiamo verso l’interno a Fossacesia. Visitiamo il Lago di Casoli e la Rupe Leonina, per ridiscendere verso il mare a Roccaraso.

Ortona





ORTONA
L’Abruzzo permette di fare percorsi turistici interessanti in sella alla moto di giorno e con sosta la sera per godere dei prodotti tipici locali. La SS 16 Adriatica non è affatto male, la vista è gradevole sui due lati: a destra, dove i diversi corsi d’acqua sfociano in mare, si apre sui lontani monti e sui paesi arroccati, mentre a sinistra posso ammirare le spiagge ed il mare. Ad Ortona, anche se si va di fretta, bisogna spendere qualche momento davanti alla bellissima vista sul porto dal castello aragonese e per visitare la Cattedrale di San Tommaso.

Eremo Dannunziano





EREMO DANNUNZIANO
Ripartendo lungo la costa si scopre che questa è una delle zone più affascinanti dell’intera fascia litoranea, silenziosa e ricca dei profumi del mare e della vegetazione, dei frutteti e degli uliveti. Proprio poco prima di entrare a Marina di San Vito Chietino esiste un casolare dove soggiornò a lungo il poeta Gabriele D’Annunzio. Il luogo adesso è chiamato Eremo Dannunziano e c’è anche un belvedere che si affaccia sul mare limpido lasciando intravedere gran parte della costa fino ad Ortona, mentre un impegnativo sentiero scende fino a “quei strani ragni colossali”, vale a dire i famosi trabocchi, macchine da pesca così genialmente descritte dal poeta.

San Giovanni in Venere





SAN GIOVANNI IN VENERE
Giusto prima di Fossacesia, svoltiamo verso l’interno: diversi tornanti ed un paio di brevi rettilinei e mi ritrovo a parcheggiare di fronte all’Abbazia di San Giovanni in Venere, che sorge in splendido isolamento ad un centinaio di metri di quota in posizione molto panoramica. L’interno è scuro e spoglio, sul tetto le tegole colorate tracciano disegni geometrici, la facciata non guarda il mare, come a volgere le spalle alle minacce che da esso venivano nel Medioevo. L’attuale basilica fu costruita a partire dal 1165 ed è un edificio lungo 50 metri e largo 20, che presenta un’armonica fusione di elementi romanici e gotici. Da qui ci dirigiamo verso l’interno alla ricerca di posti panoramici da cui ammirare il mare lontano, luccicante all’orizzonte.

Castel Frentano





CASTEL FRENTANO
Così succede che ci muovo in un paesaggio scandito dalle catene montuose. Su una di queste è distesa Castel Frentano; sono belle le alte case che si sviluppano in altezza per meglio seguire gli scoscendimenti del terreno, le facciate impreziosite dai balconi di ferro battuto. Ci fermiamo per provare la specialità del posto, il Bocconotto, ovvero un dolce fatto di pasta frolla ripiena di cioccolato, cannella e mandorle tostate, una vera bomba energetica. L’overdose calorica ci dà nuova voglia di guidare e ripartire verso l’interno, quattro pieghe ed un po’ di fresco e magari smaltiamo il tutto.

Terrazza d’Abruzzo





TERRAZZA D’ABRUZZO
Proviamo la SS 363 per Guardiagrele e iniziamo a percorrerla decisi. Dolci curve e brevi rettilinei scendono da una dorsale per poi risalire su un’altra, la guida è piacevole e la vista ha larghi scorci sull’Abruzzo interno verso il Parco Nazionale della Maiella. Il paese di Guardiagrele è molto caratteristico e meriterebbe più della breve visita che si può fare nel corso di una gita, del resto l’onnipresente D’Annunzio lo definì “Terrazza d’Abruzzo”. Case antiche e strette vie, abitazioni secolari che a volte ospitano moderne attività le cui colorate insegne contrastano vivacemente con le pietre tufacee. Sono assai belle le chiese di Santa Maria Maggiore e di San Francesco d’Assisi. Due cose però proprio non ci piacciono: l’orrenda cicatrice della cava che devasta il fianco della montagna ed una torre medioevale trasformata in abitazione privata, con i balconi quali brutte escrescenze sui fianchi cilindrici.

Belvedere nel clima medioevale





BELVEDERE NEL CLIMA MEDIOEVALE
Consola la strada per Pennapiedimonte, un altro belvedere su colli e valli dell’Abruzzo centrale. Qui è particolarmente spettacolare la vista dalla piazza della chiesa dei Santi Silvestro e Rocco. Si raccomanda di perdersi, possibilmente a piedi, nel dedalo di strette vie a saliscendi, per godersi il clima medioevale.

Lago di Casoli





LAGO DI CASOLI
La strada per Fara San Martino è molto interessante se si hanno meno di 4 cilindri (diciamo 3 ma anche 2 sono accettabili), vista la quantità di curve, saliscendi e scollinamenti. Il paese in sé non avrebbe nulla di particolare se non fosse per il contrasto quasi stridente tra una grande, moderna industria alimentare e la severa ed arcigna parete della Maielletta che domina l’abitato. Uscendo dal paese ed andando verso Casoli ci troviamo su una strada quasi altrettanto gradevole rispetto a quella finora percorsa; qui però bisogna prestare attenzione alla guida sportiva dei numerosi camionisti, sai che bello fare un botto con un camion carico di spaghetti alla chitarra... Il lago di Casoli è un artificiale gioiello incastonato tra i monti e dominato da un Castello in cima ad uno sperone roccioso. Il profilo di Casoli, alto su un colle tra le valli dell’ Aventino e del Sangro, è caratterizzato dal Castello, la cui costruzione iniziò prima del XV sec. Il suo nucleo più antico è la torre, posta di fianco alla chiesa di Santa Maria Maggiore.

Rupe Leonina





LA RUPE LEONINA
Verso Torricella Peligna la strada è una lunga rampa in salita che ci regala una bella vista sul lago, all’orizzonte presto vediamo una formazione rocciosa che da lontano ci fa pensare al Dente del Gigante. Il suo aspetto cambia mano a mano che ci avviciniamo e quando arriviamo a Gessopalena si rivela essere una chiamata La Morgia. Ricorda vagamente (molto vagamente) la testa di un leone. Ad essa sono legate diverse leggende locali come quella di Ercole o anche Sansone che vi impresse il proprio ginocchio su una lastra calcarea, ora andata distrutta. Nella cima è stranamente incastonata una gigantesca lastra di vetro verde. La gente del posto, che non la apprezza granché, dice che è costata lo scherzo di 500.000 euro e che dovrebbe riflettere fin sulla Maiella la luce del sole disegnandoci un profilo leonino. Quando siamo passati noi era piuttosto nuvoloso… L’opera è costruita con lastre di vetro lunghe 2 metri, larghe 17 cm e spesse 8 mm, poste a riempire l’affossamento a cuneo sulla cima della rupe e fu realizzata nel 1997 dal greco Costas Varotsos, secondo il quale la “scultura”, diciamo così, è una specie di risarcimento dei danni inflitti alla montagna dalla cava che vi operò nel secolo scorso.

Strada per Palena





STRADA PER PALENA
È la più bella che abbiamo percorso. Punta dritta verso la Maiella e le sue selvagge cime ai cui piedi è accucciato il paese, ora tranquillo ma anticamente un importante centro che controllava le vie d’accesso ai ricchi pascoli della Maiella. Di questi tempi conserva il ricordo nel bel castello che fu costruito a partire dall’XI secolo e che è sopravvissuto alle devastazioni della Seconda guerra mondiale. Oltre alle bellezze naturalistiche, si può gettare un occhio anche all’eremo della Madonna dell’Altare, dei tempi di Celestino V, il Papa del “gran rifiuto”.

Valico della forchetta




VALICO DELLA FORCHETTA
La strada per Roccaraso riserva una grossa sorpresa quando, scavalcato a 1276 metri il Valico della Forchetta, si apre improvvisamente su un vasto altopiano chiuso all’orizzonte da alti monti. Pecore e mucche quante ne vogliamo, attraversano la strada come e quando pare a loro. L’aspetto del paesaggio in cui ci muoviamo lascia dubitare se rassomigli maggiormente alla Valtellina, all’Austria od alla Svizzera. Del resto è questa una sensazione ricorrente in Abruzzo, terra di confine tra Nord e Sud.

Roccaraso




ROCCARASO
Con i suoi folti boschi di conifere, gli alberghi e le palazzine in vago stile alpino, ci ricorda una Bormio dalle cime un po’ addolcite. Roccaraso è stata fondata attorno all’anno mille, ma quasi tutto quello che vediamo, perfino gli alberi, ha meno di sessant’anni: questa zona fu teatro di violenti scontri durante la Seconda guerra mondiale, che portarono alla pressoché totale distruzione della cittadina. A questo punto cominciamo, però, a sentire il richiamo del mare e della parte serale del nostro programma turistico in Abruzzo e andiamo a cercare una strada che ci riporti velocemente verso la costa.
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