Con le supersportive che veleggiano convinte oltre quota 200 CV e le supersportive medie, le seicento, che sono sempre le solite seicento, abbiamo tutti (e con tutti intendo noi smanettoni di normale esperienza) iniziato ad apprezzare come non mai le moto da pista "di mezzo", tra tutte la Ducati "Panigalina". In un angolo del nostro cuore, tuttavia, abbiamo sempre sperato che Triumph unisse la ciclistica super godibile della Daytona al tre cilindri, super godibile, della Street Triple 765. Oggi i nostri sogni sono realtà e abbiamo appena concluso il secondo turno, a Misano, in sella alla Daytona Moto2 765. "Ehi, Triumph, ti avanzano altri venti o trenta turni?". La serranda del box si abbassa. "Ehi, Triumph, quando farai una versione normale che possano comprare tutti, che questa è pressoché sold-out?". No comment. Questi due turni potrebbero pertanto rimanere l'unica testimonianza del passaggio nella categoria di questa splendida moto. Ed è, lasciateci dire, un peccato. Massì, è la solita vecchia storia: cavalli giusti in una ciclistica giusta ti fanno divertire, ti godi la pista senza dover essere fisicamente superman. La prima impressione è che la Daytona sia pensata per essere godibile anche su strada, perché la sella è morbida e le sospensioni fanno trasferire tanto carico, sia in frenata, sia accelerarzione. Tuttavia i manubri sono stretti e bassi, e basta lavorare un po' sulle (ottime) sospensioni per trovare tanta precisione e feeling da vendere. E così riecco la Daytona che ricordavamo, quella che corre alla corda rapidissima, che gira stretta, che digerisce grandissime frenate tenendo entrambe le ruote al suolo. Quella che danza nelle varianti saltando da una piega all'altra come solo una supersport sa fare. Quella che ti invita a guidare, a guidare, a guidare. Ma con freni che così performanti che non ha mai avuto; con sospensioni che permettono un range di regolazione mai così ampio; e soprattutto con un motore che così "pieno" non è mai stato. La "birra" in più rispetto al 675 non è tutta in alto; diremmo, a polso, che la differenza si sente parecchio ai medi e un po' agli alti. Diciamo che la Daytona non è mai stata così vigorosa in uscita di curva, mentre nella parte alta del contagiri è grintosa senza alcuna esagerazione. Molto buono, sia a "salire" di marcia sia in scalata il cambio, promosso a pieni voti l'ABS (disinseribile dalla ruota posteriore) mentre migliorabile la risposta al gas a centro curva, accompagnata da un minimo, ma avvertibile, effetto on-off. Domanda: su una pista "guidata" come Misano è più veloce una Daytona, una Street Triple RS o una Speed Triple RS? Su Motociclismo di luglio la risposta con tanto di acquisizione dati!