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Scooter elettrico ME 6.0: come va, pregi e difetti

Compatto e scattante, lo scooter elettrico bresciano si distingue per un’estetica decisamente personale e dimensioni compatte. Da migliorare freni e autonomia. Vi diciamo come va e vi sveliamo pregi e difetti

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ME 6.0: il nostro test

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La mobilità elettrica a due ruote sta iniziando a essere protagonista nelle nostre città, anche grazie alla diffusione dello scooter sharing, che rende i veicoli a batterie ben visibili e permette a tutti di provarli. Presente in tre città (Milano, Roma e Torino), lo sharing ha contribuito a portare questi veicoli al 20% del mercato dei ciclomotori. Una volta visti e provati, l’incentivo rottamazione – il 30% del prezzo fino a un contributo massimo di 3.000 euro – aiuta nell’acquisto, visti i prezzi ancora relativamente elevati di questi mezzi. L’ME 6.0 oggetto di questa prova scende così da 6.740 a 4.718 euro.

Abbiamo provato lo scooter a Brescia e dintorni, terra d’origine di ME, una start up avviata da creativi e ingegneri industriali e automotive, con un occhio particolarmente attento al design. Lo scooter è equiparato dal punto di vista del Codice della strada a un 125, quindi non limitato a 45 km/h (raggiunge circa gli 80 km/h) e si guida con la patente A1 o con quella dell’auto. Il 6.0 ha un design particolare, minimalista e molto personale, in grado di distinguerlo dal resto del panorama degli scooter elettrici, generalmente piuttosto banali. Il telaio è realizzato in SMC, Sheet Moulding Compound, un materiale termoindurente in fogli composto da fibre di vetro, cariche minerali, pigmenti e resine poliestere insature. Molto leggero, è anche riciclabile. Il motore elettrico da 6 kW (con un picco di 10) è situato all’interno della ruota posteriore, soluzione che migliora la gestione degli ingombri. La massiccia batteria asportabile da 20 kg, in grado di offrire un’autonomia media dichiarata di 70 km, è alloggiata sotto la sella: resta comunque un po’ di spazio per qualche oggetto: un casco non ci sta, ma catena, guanti e documenti sì. Attenzione: non ci sta neppure il caricabatterie dello scooter. In ME stanno lavorando per offrirne uno che si adatti allo spazio disponibile. Una rete elastica nel retroscudo e il classico gancio portaborse completano la dotazione per il carico. Nel retroscudo è presente anche una presa USB. Come optional è possibile avere il portapacchi.

La sella è bassa e comoda (per uno, in due si soffre). Un po’ risicato lo spazio per i piedi. Ma parliamo di uno scooter lungo meno di 190 cm e con un passo di 131. Il cruscotto è un TFT a colori molto chiaro e dotato delle informazioni principali, ma non è connesso. La fanaleria è full LED. Tutto sommato, 13,5 CV subito disponibili su un veicolo da 90 kg batteria inclusa regalano un spunto piuttosto buono, soprattutto nei primissimi metri, quando in città è utile partire davanti al traffico. Il 6.0 scatta da 0 a 50 km/h in 5,25 secondi (all’Askoll Es3 ne occorrono 9,3, mentre all’Honda SH125, riferimento della categoria, 4,92). Nell’ambiente urbano, quindi, questo scooter non è mai in difficoltà, neppure nelle salite né lungo i tratti suburbani da 70 km/h, dover tuttavia emerge un leggero “nervosismo” dello scooter, dovuto anche al passo molto contenuto. Nei tratti più congestionati, dove ci si deve destreggiare nel traffico, emergono due difetti, ammorbiditi da dimensioni e peso del veicolo, ma pur sempre presenti: il primo è il raggio di sterzo eccessivo: con 5,23 m è paragonabile a quello dei massicci scooter 400, mentre il concorrente diretto Askoll gira in 3,46 metri. Il secondo è un certo effetto on-off nella parzializzazione dell’acceleratore a bassa velocità. Le sospensioni sono Paioli: all’anteriore c’è una forcella tradizionale, mentre dietro un mono asimmetrico regolabile nel precarico. Filtrano piuttosto bene le piccole imperfezioni dell’asfalto o il pavè “regolare”, mentre vanno in difficoltà su buche e sconnessioni più pronunciate. L’impianto frenante è assistito dalla frenata combinata (non c’è l’ABS) ed è il comparto dove più bisognerà lavorare: anche attaccandosi alle leve non si riescono a spuntare spazi di frenata allineati alla concorrenza. Servono 17,2 metri per fermarsi da 50 km/h; all’Askoll ne occorrono 11,3 e all’Honda SH, ne bastano 9,8. L’SH frena da 90 km/h in 33 metri. All’ME ne servono 30,5 da 70. Il rilevamento da 90 km/h non è stato effettuato perché la velocità massima è inferiore (82 km/h). La ricarica ha richiesto 4,5 ore da zero e può essere effettuata direttamente dallo scooter (c’è un attacco sul passaruota posteriore) o mettendo sotto carica la batteria estraibile. Capitolo autonomia: premesso che l’abbiamo rilevata con le temperature rigide di febbraio, senza risparmiare lo scooter (come facciamo sempre, peraltro), i 51,3 km che abbiamo ottenuto sono il 30% in meno del dichiarato, un po’ troppo. Costi: con il kWh stimato a 0,2 euro e un assorbimento di 3,4 kWh per il “pieno” servono 68 centesimi per oltre 50 km. Ipotizzando 5.000 km/anno, il costo “carburante” sarebbe di 68 euro/anno.

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