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Leoncino vs Scrambler vs Rebel

Benelli Leoncino, Ducati Scrambler Sixty2 e Honda CMX500 Rebel sono le protagoniste della nostra Comparativa medie classiche. Curiosi di conoscere la vincitrice della sfida?
1/24 Comparativa medie classiche 2018: Benelli Leoncino vs Ducati Scrambler Sixty2 vs Honda Rebel
Benelli Leoncino, Ducati Scrambler Sixty2 e Honda CMX500 Rebel sono moto abbastanza diverse tra loro per estetica e indirizzo d’uso, ma proprio per questo rappresentano un bel ventaglio di proposte. La naked di Pesaro (ma costruita in Cina) per dimensioni e peso, è la più "grande" della nostra sfida, sembra più matura dei suoi 500 cc. La scrambler bolognese gira per le nostre strade da quasi due anni e, pur senza generare i numeri di vendita della sorella 800, resta nella parte alta della classifica dedicata alle entry-level. Infine la grintosa bobber giapponese, costruita in Thailandia, rappresenta una gustosa novità e alternativa alle altre due della nostra comparativa.

Diverse ma... simili

I punti in comune tra le tre moto sono molti. Il look accattivante, per esempio. La Leoncino è evocativa senza essere classica. La Scrambler ha un look fresco e alla moda. La Rebel è la più trasversale, adatta alle personalizzazioni. La cura costruttiva è buona per tutte, con dettagli molto curati per la Benelli, particolari moderni per la Ducati e accoppiamenti solidi per la Honda. Diversi per filosofia costruttiva e carattere, ma egualmente facili, i tre motori sono capaci di sopportare bene gli strapazzi e qualche intemperanza del pilota, anche se è chiaro che non sia nelle loro corde essere usati in maniera sportiva. Ducati e Honda hanno i tagliandi programmati ogni 12.000 km, mentre Benelli richiede il passaggio da un concessionario ogni 6.000 km.
In ogni caso si fanno subito amare per l’erogazione, morbida e rassicurante. La Ducati paga pegno dal punto di vista delle prestazioni: il Desmo raffreddato ad aria ha la cilindrata più contenuta ed è il meno potente del gruppo, sebbene di poco. Non è solo una questione di CV, bensì di come sono erogati. Il bicilindrico bolognese zoppica in ripresa sotto i 2.000 giri e, pur non deludendo ai medi, si avverte subito che ha meno schiena dei concorrenti; preferisce frullare alto, da metà contagiri in su, specie se utilizzato in ambito extraurbano. La Scrambler è quella che, nel traffico e ad andatura da passeggio soprattutto, allontana più di tutte ogni ombra di difficoltà, persino se chi guida è alla sua prima esperienza. L’erogazione dolce e il carattere smussato le fanno perdere terreno in accelerazione come in ripresa, ma perdonano ogni intemperanza con il comando del gas, anche in assenza di controllo di trazione (nessuna delle tre lo ha) e su fondo bagnato o con scarsa aderenza. Se proprio bisogna trovare un difetto marcato, puntiamo il dito sul calore emanato: delle tre, la Scrambler Sixty2 è quella che ne trasmette di più, per via del cilindro posteriore che, con la sua fitta alettatura, dissipa vicino alle cosce del pilota.

Motore e cambio

Di altra pasta sono i motori – raffreddati a liquido, decisamente meno cocenti – di Leoncino e Rebel. Il bicilindrico in linea della Leoncino ci ricorda molto da vicino quello della Honda CB500: cambia il sound, diverse sono le vibrazioni, ma la schiena è la stessa. Rispetto alla Ducati, c’è tanta più spinta a tutti i regimi, ma è soprattutto ai bassi e ai medi che si avverte chiara la differenza. L'unica differenza sta in un leggero effetto on/off avvertibile nella conduzione della moto pesarese e assenti sulla giapponese. Un punto in comune tra le due è invece il sound. Coinvolgente e ricco quello della Leoncino, grintoso e cupo quello della Rebel; la Scrambler ha una voce più soffocata e metallica. Tra i due bicilindrici orientali la sfida è un testa a testa su tutti i fronti, dove il Benelli vince per carattere e Honda prevale alla voce consumi: con lei si possono toccare quasi i 30 km/litro in un “economy run”.

Su tutte e tre le moto, il cambio è preciso e ben spaziato, mentre la frizione – tutte hanno il comando a cavo – è dolce e ben dosabile. Unico appunto alla Ducati, che ha la leva non regolabile – al pari di quella del freno – e un po’ distante per le mani più piccole. Distanza dalla manopola modificabile, invece, per la leva freno di Benelli e Honda. A proposito di freni: se la modulabilità è indistintamente buona per le tre moto (così come l’intervento dell’ABS, mai invasivo), vale la pena sottolineare la particolare potenza dell’impianto Benelli. Il doppio disco sull’anteriore della Leoncino infatti, oltre a darle un aspetto da “moto grande”, garantisce anche spazi d’arresto più contenuti delle concorrenti.

La posizione in sella

Che la Benelli sia la più “maxi” del gruppo, lo si capisce subito salendo in sella. L’abitabilità è la più generosa, al pari del comfort. La sella ben imbottita ha i fianchi un po’ larghi, ma l’ergonomia è naturale e per nulla stancante. Certo che il peso si sente, in manovra. Tutt’altra storia la Ducati. La sensazione di leggerezza è confermata dalla bilancia: delle tre moto in prova è la meno pesante. Segna quasi 17 kg meno della Honda e ben 27 meno della Benelli. Lo apprezziamo soprattutto quando la muoviamo da ferma: la sella è la più alta del gruppo, ma ha il manubrio bello largo e non pone problemi. La Rebel invece pare fatta apposta per chi ha paura delle grandi altezze: la sella è rasoterra ed è bella ampia e il manubrio è ben sagomato. Benelli e Honda mature, Ducati sbarazzina.

Tra le curve...

La Leoncino, infilate due marce, sembra scrollarsi di dosso i kg di troppo e si manifesta godibilissima nel misto. Il muscoloso avantreno infonde tanta sicurezza in velocità, ma toglie un pizzico di rapidità nello scendere in piega. Va guidata un po’ più di corpo, rispetto alle altre due, ma in percorrenza di curva è la più solida e sicura. Le sospensioni sono sostenute, senza togliere troppo al comfort, finché si viaggia su strade ben asfaltate. La CMX500 è altrettanto facile e trasmette quell’immediata confidenza che solo le Honda hanno. Le quote sono le più stabili del trio, con una forcella più inclinata e le gomme panciute anche per accontentare lo stile bobber. Ma non rinuncia alla guidabilità: gli pneumatici hanno un profilo appuntito per non sacrificare la maneggevolezza, che rimane elevata, tanto che nel traffico riesce a scivolare tra le auto con la facilità di uno scooterone. La luce a terra, in piega, è inferiore alle altre due moto della prova, ma bisogna ammettere che, rispetto ad altre cruiser, striscia meno facilmente le pedane sull’asfalto. Il comfort – nel complesso – è buono, ma la particolare posizione in sella, con le pedane più avanzate rispetto alle concorrenti, affatica un po’ il fondoschiena e le anche, nelle lunghe percorrenze. Senza contare che le sospensioni, per mantenerla rasoterra, hanno poca corsa – specie gli ammortizzatori – e sui dossi presi in velocità bisogna stringere i denti. Tutt’altra storia la Sixty2. Scendi dalle altre due e inforchi lei: sembra di salire in sella ad una BMX, con la seduta sottile tra le cosce (che in verità un po’ dura e tendente a farti scivolare in avanti) e una ciclistica che è l’esaltazione dell’agilità. C’è tanto sterzo per svicolare nel traffico, il manubrio largo come uno stendipanni per avere controllo completo, quote svelte e un peso piuma che si traducono in maneggevolezza totale. Non è fatta per correre veloce, con le sue sospensioni abbastanza morbide, meno rigorose delle concorrenti, ma fatte per incassare tutte le asperità. Piuttosto vorresti lanciarti con lei in qualche sterrato e osare di più.

Pregi e difetti

Moto Pregi Difetti
Benelli Leoncino Erogazione motore
Ergonomia e comfort
Frenata potente
Peso elevato
Leggibilità strumentazione in luce
Ducati Scrambler Sixty Grande agilità
Snella tra le gambe
Appeal estetico
Prezzo elevato
Motore ai bassi
Honda CMX500 Rebel Facilità di guida
Sella bassa
Consumi contenuti
Ammortizzatori sullo sconnesso
Spazio passeggero

Tanto diverse quanto piacevoli, ci piacciono tutte e tre, ciascuna per caratteristiche differenti. Difetti macroscopici? La Benelli pesa più della media, la Ducati ha un prezzo troppo elevato rispetto alle concorrenti, la Honda offre poco comfort. Ma, a conti fatti, la parte del leone in questa comparativa la fa... la Leoncino, che tra le tre è la più completa e poliedrica.
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