Durante tutta la giornata di prova immaginiamo con quale
concorrenza vada a scontrarsi la Leoncino. Tra le
bicilindriche entry-level pensiamo subito alla
Ducati Scrambler Sixty2, che però è più "giocattolosa"; ma anche la
Moto Guzzi V7 III, pur con una cilindrata più generosa, è nel mirino.
È una bella alternativa alla
Honda CB500F, anche se la giapponese ha tutt'altro stile, senza richiami al passato: può piacere ai ragazzi più giovani, mentre la Leoncino ammicca ad un pubblico più maturo, attento allo stile. E qui ce n'è in abbondanza. A ben guardarla infatti, questa Benelli è piena zeppa di dettagli che riconducono alla linea curva di un arco. Ce lo racconta
il designer Stefano Casanova: il semicerchio, che in più punti si ripete e si chiude in una sorta di ovale, è ovunque: nei fari, nelle frecce, nei badge sui carter, nella strumentazione, nel disegno a rilievo delle manopole, nel tappo della benzina e persino sulla chiave di avviamento.
Tutto però parte dal
serbatoio, in metallo e con un inserto in plastica che culmina nel logo della Casa di Pesaro. Ci soffermiamo anche sulla colorazione: un rosso cupo che è stato scelto perché, dice Casanova:
"Esprime sportività ed eleganza,
che sono caratteristiche comuni alle moto e alle auto italiane. E poi: guardate il parafango anteriore: sembra l'unghia laccata di una donna, raffinata ma pronta a graffiare".
Non ci siamo ancora espressi sul prezzo, identico alla sorella TRK502: 6.240 euro indicativi chiavi in mano. Appetibile in termini assoluti per una moto di queste prestazioni, ma ancor più interessante se si tiene conto della buona qualità della compontentistica, dell'estetica accattivante e, non da ultimo, del balsone di un Marchio che ha oltre cento anni di storia alle spalle.
L'articolo completo è stato pubblicato su Motociclismo - settembre 2017