Lasciamo il pistoiese per tornare nel regno del gusto, precisamente dell’enologia. Visto che il tema del viaggio è il gioco, non possiamo che divertirci cercando di spostarci nel pratese lungo le strade più tortuose visibili sulla mappa: prima la Via Romana fino a Chiesina Uzzanese, poi da Monsummano Terme stringiamo i denti fino a Lamporecchio, per goderci le Provinciali 16, 9, 43 e, infine, 10. Il paesaggio diventa nuovamente “ulivato, cipressato, vitato e monumentato”, come scriverebbe Collodi e si guida tra tenute, ville e giardini seguendo il tema del vino, precisamente il Carmignano, uno dei più antichi d’Italia. Spostandoci di pochissimi km tra Capezzana, Artimino e Seano visitiamo tre cantine, o meglio tre gioielli, dove storia, arte e agricoltura hanno creato pozioni magiche dal colore rosso rubino. L’azienda vinicola Capezzana, della famiglia Contini Bonacossi, produce vino dall’804 d.C.: una visita alle cantine è un tuffo nella storia, tra enormi botti di legno e bottiglie invecchiate dall’inestimabile valore. La Tenuta Artimino appartiene alla famiglia Olmo, un’istituzione del ciclismo e si sviluppa intorno alla magnifica Villa Ferdinanda, una dimora medicea assolutamente da visitare. Infine, incontriamo la famiglia Pratesi, che produce vino da cinque generazioni, le cui etichette sulle bottiglie sembrano quadri cubisti di Braque, invece sono appositamente realizzate da Marcello Scuffi. Il nostro viaggio si conclude davanti ad un Ufo scintillante color bronzo, dove lasciamo le moto per iniziare un itinerario surreale nell’arte contemporanea. Siamo nel
Centro Pecci (Viale della Repubblica 277, Prato) dove in trent’anni sono passate oltre duecentocinquanta tra mostre di arte, design, moda e un fitto programma di eventi legati alla letteratura, alla musica, alla performance e al teatro. La sensazione aliena ce la dà il nuovo guscio futuristico, che abbraccia il precedente edificio degli anni ’80 chiamato “Fabbrica della cultura”, mentre la strana antenna che spunta dalla copertura simboleggia una sonda capace di captare nuove tendenze e “umori culturali”, come spiega il progettista Maurice Nio. Ci sono una collezione permanente di arte contemporanea, diverse esposizioni temporanee ed eventi che regalano una boccata di fantasia, firmata da grandi nomi come Anish Kapoor, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. Pur sperando che quest’architettura aliena decolli, è ora di tornare grandi, sognando il nostro prossimo giocattolo su due ruote.