Iniziamo con due parole sull’aspetto: le finiture, rispetto alla MT-09, sono di qualità superiore. Inoltre, anche i componenti dal look moderno, ereditati dalla sorella, vengono mascherati bene. Si ha così la sensazione di avere a che fare con un prodotto “premium”, sembra quasi una special artigianale. Un esempio su tutti, la piccola targhetta sulla piastra di sterzo che riporta il nome del modello. Non male, considerando che abbiamo a che fare con una moto il cui prezzo supera di poco i 10.000 euro.
Alla guida potremmo dirvi che sotto vari aspetti ricorda la MT-09, quindi come va? Benissimo! L'aspetto che forse più di ogni altra stupisce è il motore. Il tre cilindri di 890 cc è forse uno dei propulsori stradali più gustosi del mercato. Ha tutto. E ne ha tanto. Riprendere in sesta da 35 km/h? Lo fa senza un sussulto e con una spinta fluida e corposa. Macinare chilometri di misto con la quarta inserita? Nessun problema, ci sono medi regimi che fiondano fuori dalle curve. Accelerazioni brucianti? La “castagna” che c’è agli alti non lascia indifferente nemmeno chi arriva da una “mille”. Non fatevi ingannare dall’aspetto pacato della moto: le prestazioni che sa offrire sono adatte a motociclisti esigenti. Volete divertirvi? Mettete il “mode 2”, quello secondo noi più equilibrato, tenete il motore sopra i 6.500 giri/min e otterrete in cambio tutta l’adrenalina che cercate. Tra l’altro il motore ha un sound molto coinvolgente, cupo, e il quickshifter funziona fluido e senza impuntamenti. Il traction control, che è di tipo cornering e quindi sensibile agli angoli di piega, interviene solo quando si sta esagerando veramente con il gas, e lo fa in modo fluido. E poi, il lift control è disinseribilie... ci siamo capiti.
È poi ben avvertibile il lavoro delle sospensioni. I trasferimenti di carico sono leggermente superiori a quelli di una naked superprestazionale, ma con la XSR si può dar dentro con i (buonissimi) freni e il gas ricevendo reazioni prevedibili e movimenti piuttosto controllati. Nelle percorrenze veloci c’è forse anche qualcosa in più in termini di compostezza rispetto alla sorella nuda. È una moto equilibrata e godibile in un vasto range di velocità, dal tornante, dove volta con grande leggerezza e disinvoltura, alla piegona da ginocchio a terra a tutto gas, che accetta con entusiasmo. In una parola potremmo dire che è la guida è ”rotonda”. Solo il comportamento del monoammortizzatore ci è sembrato troppo secco sugli avallamenti ripetuti.
Non c’è quella sensazione di peso e di ingombri che può mettere a disagio. Vita stretta, reattività nel rispondere ai comandi, equilibrio nei movimenti. La XSR900 è una moto con la quale è facile entrare in confidenza. Cambia la posizione di guida rispetto alla MT-09. La sella più bassa (810 mm dal suolo, invece di 825) e arretrata e il manubrio più vicino al busto invitano a una postura più inserita nella moto, con il peso al centro, spazio a sufficienza per le gambe e un manubrio da afferrare inclinando il busto in avanti quel tanto che basta per sentirsi pronti a “mordere” le curve, senza essere però in una posizione che risulti scomoda. Solo la sella, che dall’aspetto sembra morbidona, in realtà è più dura di quanto possa sembrare e inizia a indolenzire il fondoschiena dopo qualche chilometro. E poi ci sono un po’ di vibrazioni di troppo. Iniziano verso i 4.500- 5.000 giri/min. sulle pedane, per poi con il salire dei giri arrivare al manubrio. Questi sono gli unici difetti, se così vogliamo chiamarli, che abbiamo riscontrato. Concludendo possiamo dire che la nuova XSR900 mixa sapientemente facilità d’uso e un grande potenziale (tradotto divertimento), sapientemente camuffati in un tranquillo abito anni ’80. Ma dategli del gas e lei saprà mettervi un grande sorriso in volto.
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