MOTOCICLISMO: Il motore CFMoto 650 montato sulle Morini SCR e STR è uno dei diversi casi di “reverse engineering” che popolano il mondo della moto; è infatti uguale al motore 650 Kawasaki montato inizialmente sulla ER-6, nel 2005, poi adottato nel corso degli anni da Versys, Z e Ninja. Questa tecnica prevede che un motore venga smontato pezzo per pezzo per poi clonarne ogni componente. Un altro esempio a noi noto è il bicilindrico Honda 500 che equipaggia la famiglia CB, mentre un suo “sosia” siede incastonato nei telai delle Voge 500: anche qui alesaggio, corsa e cilindrata sono identici, oltre a tutto il resto. Ma il motore più clonato del mondo resta l’Honda monocilindrico 110 raffreddato ad aria del Super Cub, riprodotto da numerose aziende orientali anche in virtù della sua semplicità costruttiva. Ricordiamo che un motore e il suo clone non sempre hanno uguale rendimento: difficilmente le leghe metalliche utilizzate sono le stesse e non è detto che le tolleranze costruttive siano paragonabili, senza contare l’elettronica. Questo porta spesso a differenze nella rumorosità meccanica, nelle vibrazioni e nel rendimento del motore. Per stare a Kawa-Morini, nella potenza massima rilevata alla ruota c’è una differenza del 10% a favore della Kawasaki Z650, che sale al 14% nella coppia massima. Sul perché i costruttori non denuncino le copiature, una spiegazione potrebbe arrivare dalla normativa europea sui brevetti, che spiega che un motore termico tradizionale non può essere brevettato. Ma anche dalla possibilità che comunque vi siano dei taciti accordi. Quanto a non acquistare queste moto… È una scelta personale, come lo è la scelta di comprare italiano, europeo, americano, giapponese o cinese… Questione di gusti e di portafoglio. Inoltre, Moto Morini, controllata dal Zhongneng Vehicle Group, è pur sempre una Casa italiana, con dipendenti italiani e tasse pagate nel nostro Paese.