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Ciao, Anthony

Anthony Gobert si è spento oggi, all’età di 48 anni. Si trovava ricoverato in ospedale per cure palliative, nel tentativo di allietare l’ultimo periodo della sua vita in seguito ad una breve e fulminante malattia

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Anthony Gobert si è spento oggi, all’età di 48 anni. L’ex pilota si è spento in ospedale, dove si trovava per cure palliative nel tentativo di allietare l’ultimo periodo della sua vita in seguito ad una breve e fulminante malattia.

A dare il triste annuncio la madre, che suoi social lo saluta così: “Mi si spezza il cuore mentre scrivo questo perché il mio bellissimo figlio primogenito Anthony è morto questo pomeriggio. L'ho amato dal momento in cui è nato fino al giorno della sua morte. A volte era a dir poco impegnativo, ma ha sempre avuto un cuore gentile e si prendeva cura di tutti. Purtroppo era vittima di una dipendenza che è profondamente radicata nelle nostre famiglie. Ha provato molte volte a stare meglio ma non ci è riuscito del tutto. Sono così orgogliosa di lui e ringrazio tutte quelle brave persone che hanno aggiunto qualcosa alla sua vita. Tu sai chi sei.

Anthony nasce a Greenacre, un sobborgo nel sud-ovest di Sydney, Australia, il 5 marzo 1975. Inizia la sua carriera professionistica da giovane con il motocross, per poi passare alle gare su pista, vincendo il campionato australiano Superbike nel 1994. Nello stesso anno esordisce subito nel mondiale Superbike, con una wild card nel gran premio di casa, dove ottiene la pole position e un terzo posto in gara. Nel 1995 firma con il Team Kawasaki Muzzy, che gli affida una ZXR 750 per disputare tutta la stagione SBK. Grazie anche alle due vittorie che conquista, Laguna Seca e Phillip Island, chiude la stagione al quarto posto. Nel 1996 resta nel team, ma passa alla ZX 7RR, ottenne una doppietta a Phillip Island e una vittoria a Laguna Seca, e chiude la stagione all'ottavo posto.

Nel 1997 passa al Motomondiale, dove disputa 9 gran premi con la Suzuki RGV 500 del team ufficiale Lucky Strike, prima di venir squalificato per doping, a causa della positività alla marijuana. Controllo antidoping effettuato proprio dalla Casa motociclistica giapponese, che in precedenza aveva accusato lo stesso Gobert di scarso impegno nelle gare. Si tratta del primo caso di positività ad una sostanza dopante nel motociclismo. In seguito a questa vicenda Suzuki licenzia il pilota australiano.

Nel 1998 si sposta in America, dove con il team Vance & Hines, in sella ad una Ducati 996, prende parte al campionato AMA Superbike. A luglio, Gobert viene iscritto come wild card alla prova statunitense a Laguna Seca del mondiale Superbike, ma viene bloccato dalla Federazione Internazionale perché trovato nuovamente positivo ad un controllo antidroga, ancora per uso di marijuana. Viene inizialmente squalificato per tutta la stagione, ma poi la pena gli viene poi ridotta a sole tre gare. L’anno successivo riprende con l’AMA Superbike ancora con la Ducati e viene nuovamente iscritto come wild card nel mondiale Superbike a Laguna Seca, dove ottiene la vittoria in gara 1. Nello stesso anno disputa anche 3 gran premi nella classe 500 con la Muz Weber.

Il 2000 lo vede tornare in SBK con il team MVR Bimota Exp e Phillip Island conduce alla vittoria la SB8R, riportando la Casa italiana al primo posto di una gara del mondiale Superbike a distanza di 11 anni dall'ultimo successo di Giancarlo Falappa. Il team entra in crisi finanziaria e non conclude la stagione, costringendo Gobert a chiudere anticipatamente il Campionato. Nel 2001 e nel 2002 Anthony corre nel campionato statunitense, prima in Superbike e poi in Supersport, con la Yamaha, e negli anni successivi torna a correre nella SBK australiana, salvo qualche apparizione nel mondiale delle derivate di serie. La sua carriera da pilota termina nel 2007, anno in cui disputa il campionato australiano superbike in sella ad una Kawasaki.

1/10 Anthony Gobert
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