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Kevin Schwantz e la vittoria con Suzuki del 1993

Suzuki celebra la vittoria di Kevin Schwantz nel 1993 con la livrea speciale della GSX-R1000R Legend Edition

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Facendo una rapida carrellata delle sette versioni che compongono la famiglia GSX-R1000R Legend Edition è facile riconoscere a prima vista quella dedicata a Kevin Schwantz (le altre sono ispirate a Lucchinelli, Uncini, Sheene, Mir e Kenny Roberts Jr.). Il pilota texano ha saputo trasformarsi in un mito vivente e conquistarsi un posto speciale nel cuore degli appassionati grazie alla sua guida funambolica, frutto anche dei suoi trascorsi nel motocross. La sua incredibile generosità in gara lo ha portato spesso a essere paragonato a un kamikaze, capace di fare manovre impensabili per spettatori e avversari, specie in frenata. “Aspetto che il panico cresca e quando la paura si tramuta in visioni celestiali inizio a staccare”, ironizzava a suo tempo Schwantz, che ancora oggi è un ambasciatore del marchio Suzuki, l’unica Casa con cui abbia mai corso nel Motomondiale. Al suo attivo ci sono 104 gare, nelle quali ha colto la bellezza di 25 vittorie e 29 pole position. La GSX-R1000R Legend Edition che rende omaggio alla vittoria di Kevin Schwantz nel campionato del mondo della Classe 500 del 1993 offre lo stesso colpo d’occhio della RGV500 di quell’anno. Il suo schema grafico è tanto semplice quanto d’effetto, con il bianco e il rosso grandi protagonisti e il verde militare e il nero a fare loro da contorno. Sui fianchi della carena appare l’immancabile bollone, in cui oggi trova spazio il celebre 34 di Schwantz, nell’impossibilità di utilizzare il marchio di tabacchi che faceva allora da sponsor.

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Suzuki GSX-R1000R Legend Edition 2021 - Kevin Schwantz

Nove podi nei primi nove gran premi della stagione, con quattro vittorie, tre secondi posti e due terze piazze: nonostante un avvio così promettente Kevin Schwantz fu protagonista nella stagione 1993 di un lungo braccio di ferro con Wayne Rainey, chiusosi anzitempo a causa di un drammatico incidente del rivale. “Non è esattamente il modo in cui avrei voluto vincere”, ricorda con rammarico Schwantz, che in quell’anno legittimò comunque il suo successo restando giù dal podio soltanto in tre occasioni.

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