Il petrolio scende, risale il prezzo del carburante. allarme carobenzine
Milano 17 marzo 2009 –
CONSUMATORE Come si è verificato più di una vola il prezzo del
petrolio
è in ribasso, mentre, contemporaneamente, quello della benzina è in rialzo.
In Italia, lo rivela l’ISTAT, il costo della benzina per il consumatore,
a febbraio, ha subito “marcato aumento congiunturale” pari al 2,4%.
I
dati si ricavano calcolando la variazione del prezzo della benzina su base
annua che a gennaio indicava un calo 18,1% e febbraio era inferiore solo
del 15,7% rispetto allo stesso mese del 2008: ciò vuol dire, facendo la
differenza tra le due variazioni ricavate, che nei primi due mesi
dell’anno
il prezzo della benzina è aumentato, come si diceva, del 2,4%. Il prezzo
del petrolio è invece sceso: ieri all’apertura della borsa di New York
era in flessione di 1,19 dollari a 45,06 dollari al barile. Il calo è dovuto
alla decisione dell'Opec di lasciare invariata la produzione, mentre il
mercato si aspettava un taglio. Secondo l’ISTAT il calo del carburante
va di pari passo con l’inflazione salita dal 1,4% di gennaio
all’1,6%
di febbraio per i prodotti acquistati con maggior frequenza (alimentari,
carburanti, tabacchi, trasporti, giornali, etc.). Il timore è che il prezzo
della benzina, di nuovo in aumento, possa tornare alle stelle come a giugno
dello scorso anno.
PRODUTTORE L’Unione Petrolifera fa sapere a propria discolpa che
gli
aumenti dei prezzi dei carburanti indicati dall'Istat: “sono il riflesso
di quanto accaduto sul mercato internazionale dei prezzi dei prodotti raffinati
rilevati dal Platts – un indice di borsa n.d.r. - che nello stesso periodo
hanno mostrato incrementi percentuali anche maggiori. Per quanto riguarda
il dato tendenziale, bisogna considerare che sul mercato nazionale il prezzo
al consumo della benzina rispetto ad un anno fa è risultato inferiore di
23,2 centesimi euro/litro rispetto ad una variazione del Platts di 22,6
centesimi”. Stando ai dati sembrerebbe quindi che la situazione in Italia
sia meno critica, e anzi migliore, rispetto a quella di altri Paesi. Per
questo l’UP sostiene che “i prezzi interni dei carburanti seguono
l’andamento
delle corrispondenti quotazioni internazionali dei prodotti raffinati senza
ritardi sia in aumento sia in discesa”.