Il boom dei ciclomotori inizia negli anni ’60. In soli cinque anni, dal 1959 al 1964, le vendite sono raddoppiate passando da 73.000 a 152.000 pezzi. Nel 1970 siamo a quota 320.000 e dieci anni dopo a 815.000 cinquantini, una cifra mostruosa se paragonata ai 20.000 motorini e scooter venduti lo scorso anno. Una stagione irrepetibile che ha messo in moto (anzi per meglio dire più in scooter che in moto) generazioni di quattordicenni che non vedevano l’ora di avere un cinquantino.
Ovviamente i CV imposti dal Codice della Strada (1,5 CV) andavano stretti e subito balenava la necessità di “elaborare” il nostro asfittico motorino. Era un evento normale sporcarsi le mani: si facevano errori in quantità, ma rimediare era facile e poco costoso, al massimo ci rimettevi un pistone. Pero era divertentissimo e pure si cominciava ad apprezzare la meccanica dei motori.
Elaborazioni casalinghe a parte (spessissimo destinate all’insuccesso, se non al “grippaggio”) ci si rivolgeva ai preparatori che mettevano a punto vari impianti di potenziamento. Tra i tanti svettava Pinasco con i suoi kit destinati alla Vespa. Nel 1969 per la prima volta su Motociclismo appare l’inserzione di un ragazzo di Genova che propone un gruppo di trasformazione per la Vespa 125. Andrea Pinasco, classe 1952, monta sul motore della GS 125 un cilindro della 150 e usa un doppio carburatore (sul cilindro e sul carter) per incrementare le prestazioni: il risultato è un motore da 10 CV. Da attività poco più che amatoriale, Pinasco fa crescere in fretta la sua azienda e lo fa proponendo un kit di 75 cc per la diffusissima Vespa 50. Lo propone all’Eicma del 1973 e vende 400 kit. Nel 1977 arriva a venderne 10.000, due anni dopo sono 60.000 (comprese le preparazioni per i Ciao e i Boxer), ma il kit di maggior successo è stato quello per la Vespa 50, oltre mezzo milione di pezzi!
Andrea Pinasco è stato un vero sperimentatore, anzi inventore, perché oltre ai vari cilindri ed espansioni per potenziare i motori ha collaborato con aziende come Bajaj e PGO per diminuire l’inquinamento e i consumi dei propulsori a due tempi sino ad arrivare a motori che percorrevano sino a 60 km con un litro di carburante. Nel 1999, il costruttore genovese cede azienda e Marchio al gruppo Bettella, che ancora oggi diffonde le preparazioni Pinasco.